“Giulio è uno di noi”, non doveva proprio dirla quella frase. E invece il presidente egiziano al-Sisi l’ha detta il 29 agosto, secondo quanto ha raccontato ai giornalisti il vice-primo ministro Luigi Di Maio con una candida espressione, tipica di chi ha creduto che il suo interlocutore fosse sincero. Quell’interlocutore sovrintende a un sistema repressivo sempre più feroce, che 31 mesi fa ha sequestrato, fatto sparire, torturato e assassinato Giulio Regeni. Quell’interlocutore ancora non ci dice chi sono i responsabili.
Quella frase, “Giulio è uno di noi”, avrebbero potuto pronunciarla solo i Giulio e le Giulia d’Egitto sopravvissuti alle sparizioni forzate – mai così frequenti in Egitto prima del colpo di stato del luglio 2013 – e alla tortura. Avrebbero potuto dirla sommessamente solo i parenti e gli amici dei Giulio e delle Giulia dell’Egitto che dopo la sparizione forzata non sono più tornati a casa. Quelle parole dette invece da al-Sisi sono state offensive e sono inaccettabili.
Ma se ha potuto pronunciarle, di qualcosa dovrebbero rendere conto anche tre governi italiani (quello attuale e i due precedenti), che in ogni incontro coi vertici egiziani – per carità, dopo aver assolto al dovere di fare il nome di Giulio! – hanno omaggiato e riverito il leader del Cairo addirittura definendolo, parole dell’ex ministro degli Esteri Angelino Alfano, “interlocutore appassionato alla ricerca della verità” .
Ha detto ieri il vicepremier Di Maio che “la normalizzazione dei nostri rapporti con l’Egitto non può che passare per la verità sulla morte di Giulio Regeni”.
Mi permetto di dissentire: “la normalizzazione dei nostri rapporti con l’Egitto” c’è stata un anno fa col ritorno dell’ambasciatore al Cairo e rischia di passare, se non è già passata, sopra alla verità sull’assassinio di Giulio.
Riccardo Noury
Portavoce di Amnesty International Italia
Mondo - 30 Agosto 2018
‘Giulio Regeni è uno di noi’, perché quella frase al-Sisi non doveva proprio dirla
“Giulio è uno di noi”, non doveva proprio dirla quella frase. E invece il presidente egiziano al-Sisi l’ha detta il 29 agosto, secondo quanto ha raccontato ai giornalisti il vice-primo ministro Luigi Di Maio con una candida espressione, tipica di chi ha creduto che il suo interlocutore fosse sincero. Quell’interlocutore sovrintende a un sistema repressivo sempre più feroce, che 31 mesi fa ha sequestrato, fatto sparire, torturato e assassinato Giulio Regeni. Quell’interlocutore ancora non ci dice chi sono i responsabili.
Quella frase, “Giulio è uno di noi”, avrebbero potuto pronunciarla solo i Giulio e le Giulia d’Egitto sopravvissuti alle sparizioni forzate – mai così frequenti in Egitto prima del colpo di stato del luglio 2013 – e alla tortura. Avrebbero potuto dirla sommessamente solo i parenti e gli amici dei Giulio e delle Giulia dell’Egitto che dopo la sparizione forzata non sono più tornati a casa. Quelle parole dette invece da al-Sisi sono state offensive e sono inaccettabili.
Ma se ha potuto pronunciarle, di qualcosa dovrebbero rendere conto anche tre governi italiani (quello attuale e i due precedenti), che in ogni incontro coi vertici egiziani – per carità, dopo aver assolto al dovere di fare il nome di Giulio! – hanno omaggiato e riverito il leader del Cairo addirittura definendolo, parole dell’ex ministro degli Esteri Angelino Alfano, “interlocutore appassionato alla ricerca della verità” .
Ha detto ieri il vicepremier Di Maio che “la normalizzazione dei nostri rapporti con l’Egitto non può che passare per la verità sulla morte di Giulio Regeni”.
Mi permetto di dissentire: “la normalizzazione dei nostri rapporti con l’Egitto” c’è stata un anno fa col ritorno dell’ambasciatore al Cairo e rischia di passare, se non è già passata, sopra alla verità sull’assassinio di Giulio.
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Damasco, 16 mar. (Adnkronos) - Il ministero della Difesa siriano ha accusato domenica il gruppo libanese Hezbollah di aver rapito e ucciso tre soldati in Libano. Lo hanno riferito i media statali.
"Un gruppo della milizia di Hezbollah... ha rapito tre membri dell'esercito siriano al confine tra Siria e Libano... prima di portarli in territorio libanese ed eliminarli", ha affermato il ministero della Difesa, citato dall'agenzia di stampa Sana.
Tel Aviv, 16 mar. (Adnkronos) - L'esercito israeliano ha dichiarato che un colpo d'arma da fuoco proveniente dal Libano ha colpito un veicolo all'interno di un centro residenziale nel nord di Israele. "Stamattina, uno sparo ha colpito un veicolo parcheggiato nella zona di Avivim. Non sono stati segnalati feriti. Lo sparo è molto probabilmente partito dal territorio libanese", ha affermato l'esercito in una dichiarazione. "Qualsiasi fuoco diretto verso Israele dal territorio libanese costituisce una palese violazione degli accordi tra Israele e Libano", ha aggiunto l'esercito.
Kiev, 16 mar. (Adnkronos/Afp) - Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha sostituito il capo di stato maggiore delle forze armate, con un decreto emesso oggi, mentre le truppe in prima linea di Kiev continuano ad essere in difficoltà. Secondo un comunicato, Anatoliy Bargylevych è stato sostituito da Andriy Gnatov, a cui "è stato affidato il compito di aumentare l'efficienza della gestione".
"È un combattente", ha detto Zelensky parlando di Gnatov. "Il suo compito è quello di apportare maggiore esperienza di combattimento, l'esperienza delle nostre brigate nella pianificazione delle operazioni, difensive e offensive, nonché uno sviluppo più attivo del sistema dei corpi d'armata", ha aggiunto. "Tutto ciò che le nostre brigate hanno imparato dalla guerra dovrebbe essere implementato al cento per cento a livello di pianificazione".
Washington, 16 mar. (Adnkronos) - Un uomo di 45 anni è stato dato alle fiamme nel bel mezzo di Times Square, a New York, la scorsa notte. Lo ha riferito la polizia. Le immagini delle telecamere hanno immortalato il momento in cui l'uomo, a torso nudo e gravemente ustionato, è stato trasportato d'urgenza dalle autorità in ambulanza dopo che le fiamme erano state spente.
La polizia afferma che il 45enne è stato soccorso alle 4 del mattino ed è stato portato in un ospedale vicino in condizioni stabili. Il suo aggressore sarebbe fuggito dalla scena ed è ricercato dalle autorità. Non sono state in grado di dire se l'attacco fosse casuale o mirato.
Gli investigatori hanno riferito che l'uomo era stato cosparso con un liquido infiammabile prima che qualcuno appiccasse il fuoco. La vittima, avvolta dalle fiamme, si era messa poi a correre, quando qualcuno è uscito da un'auto e ha spento il fuoco con un estintore a polvere.
Skopje, 16 mar. (Adnkronos) - La Macedonia del Nord ha dichiarato un periodo di lutto nazionale di sette giorni per l'incendio in una discoteca che ha causato almeno 59 morti e decine di feriti, mentre le autorità hanno arrestato 15 persone per interrogarle e il ministro degli Interni ha affermato che un'ispezione preliminare ha rivelato che il club stava operando senza la licenza necessaria.
Al termine di una giornata in cui il piccolo Paese balcanico è stato alle prese con un disastro mai visto da decenni, il ministro degli Interni Panche Toshkovski ha dichiarato che il club nella città orientale di Kočani, dove si è verificato l'incendio prima dell'alba, sembrava operare illegalmente.
Più di 20 persone sono sotto inchiesta, 15 delle quali sono sotto custodia della polizia, mentre altri sospettati di coinvolgimento si trovano in ospedale, ha aggiunto Toshkovski. La maggior parte delle vittime dell'incendio, che ha devastato il nightclub Pulse durante un concerto hip-hop, erano adolescenti e giovani adulti. Circa 155 sono rimasti feriti, molti in modo grave.
Mosca, 16 mar. (Adnkronos) - Il desiderio della Gran Bretagna di rubare i beni russi è legato alla lunga tradizione inglese della pirateria, diventata un segno distintivo della corona britannica insieme a "rapine e omicidi". Lo ha affermato la portavoce del Ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova.
"Questa è una delle tradizioni inglesi, come bere il tè e le corse di cavalli. Il fatto è che la pirateria è stata legalizzata in Inghilterra", ha scritto la diplomatica sul suo canale Telegram. "Ai pirati era proibito attaccare le navi inglesi, ma era loro permesso derubare le navi dei concorrenti. Moralità immorale".
Beirut, 16 mar. (Adnkronos) - I media libanesi riferiscono di un morto in un attacco aereo israeliano nella città meridionale di Aainata. Ulteriori raid sono stati segnalati a Kafr Kila. Non ci sono commenti immediati da parte delle Idf.