Dopo la diffusione della notizia del decreto firmato da Sergio Mattarella per nominare al vertice della città sciolta per infiltrazioni mafiose Pasquale Aversa, indagato per favori alla società che gestisce l'accoglienza dei profughi, dal Colle è arrivata una precisazione formale, che ricorda prerogative, ruoli e procedure. Ma che ha l'effetto di scaricare sul ministro Matteo Salvini l'onere della scelta
PADOVA – Al Quirinale non è piaciuto vedere associato il nome del presidente della Repubblica alla nomina a commissario del comune di Goia Tauro sciolto per mafia dell’ex viceprefetto di Padova, Pasquale Aversa, indagato per favori alla società che gestisce l’accoglienza dei profughi. E così, dopo la diffusione della notizia del decreto firmato da Sergio Mattarella dal Colle è arrivata una precisazione formale, che ricorda prerogative, ruoli e procedure. Ma che ha l’effetto di scaricare sul ministro Matteo Salvini l’onere della scelta.
“I decreti di nomina dei commissari nei comuni, firmati dal presidente della Repubblica, sono predisposti e proposti dal Ministro dell’Interno che li controfirma, assumendone la responsabilità secondo l’articolo 89 della Costituzione”. Le tre righe non fanno altro che ricordare l’iter previsto nei casi di surroga di sindaci ed amministrazioni comunali. Eppure non è difficile leggerle come una presa di distanza nei confronti del Viminale. Anche perchè Aversa è indagato per utilizzazione e rivelazione di segreto d’ufficio di cui avrebbe beneficiato la cooperativa Edeco (ex Ecofficina) per anni responsabile del centro di accoglienza di Bagnoli, in provincia di Padova. Edeco sarebbe stata informata in anticipo della visita di funzionari dell’Usl, così da evitare rilievi negativi sulle condizioni igieniche nello hub.
La notizia che Aversa era indagato si era diffusa prima di Ferragosto, in coincidenza con il deposito degli atti dell’inchiesta da parte del pubblico ministero Federica Battaglini. Il 10 agosto era trapelato da ambienti ministeriali che Aversa era stato rimosso dall’incarico di viceprefetto a Padova proprio a seguito della sua iscrizione nel registro degli indagati. Ma già il 9 agosto il presidente della Repubblica aveva firmato il decreto di nomina di Aversa, poi pubblicato sul sito del Quirinale. Il funzionario, quindi, sta per prendere servizio come componente della commissione straordinaria alla guida del comune di Gioia Tauro, di cui è destinato a diventare presidente. La nota di Giovanni Grasso, portavoce di Mattarella, rimarca che la scelta è di competenza del ministro dell’Interno che propone e poi controfirma l’atto di nomina.
Il ruolo di Aversa (che sostituisce un altro viceprefetto) è molto delicato perchè nel 2016 il consiglio comunale di Gioia Tauro fu sciolto e la magistratura ha accertato rischi di infiltrazioni della ‘ndrangheta. Dal curriculum del funzionario sessantaduenne di origini napoletane emerge come avesse già svolto le funzioni di commissario prefettizio in una decina di comuni, tra cui quello di Abano Terme, dopo l’arresto avvenuto nel 2016 del sindaco Luca Claudio, coinvolto in una Tangentopoli locale. Nell’inchiesta padovana è indagata anche la funzionaria della Prefettura Tiziana Quintario, trasferita a Bologna, insieme ad altre cinque persone, tra cui il responsabile della coop, Simone Borile.