“Le più grandi verranno spostate a Marghera”, aveva detto il ministro delle Infrastrutture. Dal Comitato per il no alle Grandi navi sono giunte critiche: "Passano i governi, ma le navi da crociera restano. Il cambiamento, tanto sbandierato in tema di grandi opere, si è arenato su un vergognoso balbettio". A quel punto Toninelli dirama una nota spingendosi a mettere in discussioni il limite di stazza
Tensione tra il ministro dei dei Trasporti e delle Infrastrutture e i comitati locali sul tema delle Grandi Navi passeggeri che arrivano nei canali di Venezia, facendo sbarcare in centro storico ogni settimana migliaia e migliaia di passeggeri. Due giorni fa, Danilo Toninelli sembrava aver messo il governo sulla stessa rotta del precedente sull’accessibilità dei grattacieli del mare alla Laguna. “Le più grandi verranno spostate a Marghera”, aveva detto riferendosi in modo esplicito alla soluzione ipotizzata all’epoca di Paolo Gentiloni. Salvo virare su un progressivo spostamento verso l’esterno del bacino dopo le critiche piovute dai No-Grandi Navi.
Lo scorso novembre il ministro Graziano Delrio, al termine del Comitatone, aveva annunciato: “Le Grandi Navi non passeranno più per il Bacino di San Marco e il canale della Giudecca”. Per proporre subito dopo il dirottamento a Marghera, ma con tempi indefiniti, in barba al decreto Passera-Clini che nel 2012 aveva bandito (ma solo sulla carta) le navi con più di 40mila tonnellate di stazza.
Le parole di Toninelli facevano il paio con quelle di Delrio e non lasciavano presagire nulla di nuovo all’orizzonte di uno dei grandi temi dell’impatto economico sull’ecosistena lagunare. E così è insorto il Comitato No Grandi Navi. “Passano i governi, ma le navi da crociera restano. Il cambiamento, tanto sbandierato in tema di grandi opere, si è arenato su un vergognoso balbettio. Il ministro Toninelli, da noi interpellato dopo il suo insediamento, si nasconde. Chi in campagna elettorale ha lucrato sulla contrarietà alle navi in laguna, ora si comporta come il peggiore degli ignavi, ben sapendo che non prendere posizione, nei fatti, significa favorire lo status quo, ovvero il passaggio delle grandi navi nel cuore della città”.
Luciano Mazzolin spiega: “Il 10 giugno abbiamo organizzato, assieme a molte associazioni e comitati, una grande manifestazione per la dignità di Venezia. Questa dignità passa per la definitiva estromissione delle navi dalla Laguna, contro ogni ipotesi di nuovi scavi e di trasferimento dei mega-bastimenti a Marghera. Per questo torneremo a manifestare, per questo torneremo in acqua”. L’appuntamento è per domenica 30 settembre in Bacino di San Marco e Canale della Giudecca, dove i manifestanti parteciperanno con ogni tipo di imbarcazione, per bloccare il traffico delle Grandi Navi. “Tornare in acqua contro le navi, farlo in tante e tanti, con gioia, significa mostrare al mondo che Venezia è ancora luogo di legami sociali forti, in grado di chiedere ed ottenere il rispetto della propria città dal punto di vista ambientale, sociale e culturale”, ha concluso il portavoce del Comitato.
Dopo la “voce grossa” dei No-Grandi Navi, il ministro Toninelli ha fatto una marcia indietro. E con una nota del dicastero ha annunciato: “Gradualmente, si dovranno portare tutti i colossi del mare fuori dal perimetro lagunare individuato con il decreto ministeriale del 1985”. Poi ha insistito “su un turismo che deve essere realmente sostenibile, in maniera da garantire la tutela di quello scrigno di tesori che è Venezia”. E ha aggiunto: “No allo scavo di nuovi canali, mentre sì all’attracco di navi fino a 40mila tonnellate utilizzando la Stazione Marittima ed eventualmente quella già pronta e mai usata di Chioggia”.
Poi si è spinto a mettere in discussione il limite delle 40mila tonnellate. “Bisogna accertare se questo stesso limite sia davvero tollerabile. Senza considerare che il semplice tonnellaggio va sostituito con un parametro più raffinato che tenga conto non solo del peso, ma di altri criteri, come ad esempio la sagoma e l’altezza degli scafi”. E ha strizzato l’occhio ai No-Grandi Navi spiegando che è necessario “ascoltare le istanze di coloro che conducono da tempo una dura battaglia per allontanare le città galleggianti da Venezia. Battaglia che questo ministero vuole portare avanti senza alcun tentennamento”.