Neanche al Billionarie dei tempi d’oro di Briatore e dei briatorizzati si era vista una tale concentrazione di celebrity. A suono di tammuriate e tamburelli, castagnette e putipù la taverna caprese Anema ‘e core, diventa la succursale di “Walk of Fame”.
All’inizio faceva la riottosa, Jennifer Lopez (no, no, sono qui in vacanza) accompagnata dal suo fidanzato Alex Rodriguez, lasciato agli ormeggi il loro panfilo, invece a sorpresa afferra il microfono, sale sul palco e attacca con Let’s get loud, scuotendo, agitando i fianchi sotto il vestito a fiori. JLo non si sottrae al culto dell’auto/celebrazione del suo monumentale lato B e, to’, un ultimo colpo di reni e ‘a mossa surriscalda la platea. Il video diventa virale. Attentissimi invece a non farsi paparazzare (allora non andate in taverna) Leonardo di Caprio, con felpa e cappuccio e Matthew McConaughey, look caprese in bianco lino e bandana in testa, avevano scelto un tavolo in disparte, dietro una colonna. In buona compagnia di Michael Jordan, il campione dei campioni di basket, che intona stonato O’ sole mio.
E’ così che Anema e core ha festeggiato il suo mezzo secolo di musica dal vivo. Piccoli Guido Lembo (l’ugola caprese più famosa) adesso è suo figlio ad aver ereditato repertorio musicale, tarantelle e tormentoni come “io volesse… C’è chi ha il destino segnato da una passione, Gianluigi Lembo ci è caduto dentro da piccolo, come Obelix nella pozione magica. Giacca rossa e panama in testa, canta tutte le sere fino all’alba e fino all’alba c’è la fila per entrare. Dean Caten, lo stilista di Desquared2, sale sul palco, si toglie le scarpe e to’, ha le unghie smaltate rouge noir. Irresistibile il richiamo del sound made in Taverna anche per Taila Swarovski e Tiare von Meister che con i loro amici da ogni dove hanno festeggiato i loro 18 anni.
Intanto Andrea Bocelli a sorpresa arrivava alla villa San Michele di Anacapri, dimora di Axel Munte, cultore dell’arte, psichiatra, filantropo che visse a Capri più di 50 anni, dedicandosi alla costruzione della villa, del suo giardino e del suo romanzo. E così che Luca Grossi, comunicatore di “armonie”, la racconta a Bocelli mentre il tenore accarezza la sfinge di granito affacciata sul belvedere. La tocca, la vede con le mani. Poi entra in cappella, si mette al pianoforte e intona l’Ave Maria di Schubert. Una performance cameo solo per happy few. Tout en attendant che un pezzo dell’isola azzurra d’intelletto/chic, “Capri Revolution”, ultimo film di Mario Martone, sullo sfondo le vicende di un manipolo di letterati illuminati, da Munthe a Gorkij, voli al Festival di Venezia.
E un elefante (in resina) volò sulla piazzetta Capri, sospeso in aria e sorretto tramite una fune, l’originalissima installazione di Stefano Bombardieri fa parte di “Capri Island of Arte”, fortemente voluta dalla storica maison di gioie “Chantecler”. E poi è toccato al tondissimo “Samurai”, scultura in bronzo e ceramica, di Matteo Pugliese, per la gioia dei cacciatori di selfie.
Ancora musica maestro. Prima c’era stato il concerto all’alba della pianista russa Varvara. E per chiudere en grandeur il Festival di Ravello (direttore artistico Alessio Vlad, compositore per il teatro e cinema) fa scendere da Berlino l’Orchestra Sinfonica per la wagneriana Cavalcata delle Valchirie. Sul palcoscenico naturale più bello del mondo di Villa Rufolo, sospeso fra cielo e mare, un crescendo di emozioni anche quando un soffio di vento malandrino scompagina gli spartiti degli orchestrali (un centinaio). E le pagine volteggiano nell’aria al chiaro di luna piena.