“Quello delle bevande calde era uno dei pochi segmenti rimasti del settore bibite nel quale Coca Cola non aveva un marchio globale”. Il Ceo James Quincey ha annunciato che ora la multinazionale americana ha coperto anche quel segmento di mercato con l’acquisto della catena Costa Coffee per 5,1 miliardi di dollari, circa 4,4 miliardi di euro. L’azienda britannica è la seconda catena di caffè più grande del mondo dopo Starbucks e la più grande del Regno Unito. Whitbread ha accettato di vendere Costa ad un prezzo che è 16 volte più alto dei guadagni lordi – prima di interessi, tasse, svalutazione e ammortamenti – realizzati quest’anno.
Costa Coffee è un’azienda britannica di caffè con sede a Dunstable, nel Bedfordshire. E’ stata fondata nel 1971 dai fratelli Sergio e Bruno Costa, appartenenti ad una famiglia di italiani immigrati da Parma in Gran Bretagna negli anni ’60, che approdarono a Londra e realizzarono una torrefazione a Lambert per rifornire i ristoranti locali e i negozi specializzati di caffè tostato italiano. Nel 1995 è stata acquistata da Whitbread per 19 milioni di sterline mentre ora incassa 3,9 miliardi di sterline: aveva allora 39 negozi contro i 3.800 attuali, distribuiti in 32 Paesi. La società può contare anche su 8mila self service.
“Costa ci da l’accesso a questo mercato attraverso una piattaforma forte”, ha proseguito Quincey. Del resto i produttori di bevande zuccherate sono a caccia di alternative e proprio all’inizio del paese Pepsico ha acquistato Soda Stream, che produce dispenser per acqua gassata. Costa ha superato Starbuks nel Regno Unito e si sta ora espandendo anche in Cina. Ad aprile Whitbread aveva annunciato di voler scorporare la catena di caffè dal settore alberghiero e di volerla quotare in borsa.