Il blitz è scattato congiuntamente a Napoli, Mestre, Padova, Poggio a Caiano, in provincia di Prato, Campi Bisenzio, alle porte di Firenze, e Reggio Emilia. L'indagine è stata particolarmente complessa per la ritrosia a denunciare da parte delle vittime
Utilizzavano machete, coltelli e armi da fuoco per furti e rapine ai danni di loro connazionali, metodicamente imbavagliati e legati con fascette di plastica. I carabinieri di Gorizia hanno per questo arrestato 5 cinesi, ritenuti componenti di una banda che agiva in cinque regioni italiane. L’operazione ha permesso di risalire ai presunti responsabili di due rapine in appartamento, a San Pier d’Isonzo (Gorizia) e Mestre, e sette furti e tentativi di furti a Mantova, Milano, Treviso e Rovigo a fabbriche e laboratori tessili di cinesi.
Il blitz è scattato congiuntamente a Napoli, Mestre, Padova, Poggio a Caiano, in provincia di Prato, Campi Bisenzio, alle porte di Firenze, e Reggio Emilia in esecuzione di due ordinanze di custodia cautelare in carcere emesse dal gip del Tribunale di Gorizia e di cinque decreti di fermo d’indiziato di delitto emanati dalla procura. Gli indagati, nel corso dei loro raid criminali, utilizzavano armi da fuoco e da taglio, tra cui coltelli a lama lunga, accette e machete e non esitavano a usare violenza sulle vittime.
L’indagine si è rivelata particolarmente complessa in considerazione della ritrosia delle vittime a denunciare alle forze dell’ordine i torti subiti, nel timore di andare incontro a ulteriori, gravi ritorsioni. Durante le perquisizioni sono state rinvenute e sequestrate, all’interno di un capannone di Poggio a Caiano, numerose macchine da cucire industriali, provento dei furti compiuti dall’organizzazione criminale. È stata anche sequestrata un’autovettura Volkswagen Caddy, utilizzata dalla banda per gli spostamenti sul territorio nazionale.