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Missione Sophia, anche i ministri degli Esteri dell’Ue dicono no alle modifiche

Da Vienna è arrivato il secondo no, dopo quello opposto giovedì dai ministri della Difesa , alla proposta di modifica delle regole d'ingaggio della missione avanzata dall'Italia, che chiede una rotazione dei porti di sbarco

Seconda fumata nera in due giorni. Dopo il no opposto giovedì alle richiesta italiane dal consiglio informale dei ministri della Difesa, anche i titolari dei dicasteri degli Esteri dell’Unione hanno detto no alla modifica delle regole di ingaggio della missione EunavForMed Sophia, che prevede che i migranti salvati nel Mediterraneo vengano portati in Italia. “Non c’è la soluzione oggi – ha confermato il ministro Enzo Moavero Milanesi all’uscita della riunione tenuta a Vienna – ma c’è la determinazione comune, di tutti, di arrivare ad una soluzione, e questa è una novità”.

Al di là delle formule diplomatiche, il risultato è negativo e il capo della Farnesina parla delle possibili conseguenze. Giovedì, dopo il no dei capi delle Difese Ue, Matteo Salvini aveva spiegato che “se dall’Europa arriverà l’ennesimo no dovremo valutare se continuare a spendere soldi per una missione che sulla carta è internazionale ma poi gli oneri ricadono solo su un Paese”. “Abbiamo quasi esaurito tutti i bonus dei no e poi faremo da soli, di sicuro non ci mancano la fantasia e le capacità”, aveva detto il ministro dell’Interno. “Non temo – ha replicato Moavero a un giornalista che gli domandava se non tema strappi nel governo su Sophia – lo ritengo normale nella dialettica del dibattito che deve avvenire democraticamente in seno ai governi e ai Parlamenti. Quindi mi sembra normale che poi il governo faccia le sue valutazioni. Tra l’altro noi prevediamo anche di parlarne la settimana prossima. Quindi siamo perfettamente in sintonia con la tempistica”.

Il 23 luglio però lo stesso Moavero, Reduce dall’incontro a Berlino con il collega tedesco Heiko Maas, fissava un termine di “cinque settimane” durante le quali i porti italiani sarebbero rimasti aperti in attesa delle modifiche: “Per un periodo di cinque settimane assicuriamo che le navi della missione Sophia, che trasportano migranti salvati, potranno sbarcare in Italia”, spiegava il capo della Farnesina. Sottintendendo che si sarebbero chiusi automaticamente allo scadere del termine. Ora però frena: era un “termine orientativo per mettere immediatamente al lavoro il Comitato politico e di sicurezza, anche nel mese di agosto, quando di solito si fermano le attività. L’obiettivo è stato raggiunto. Ma non era un termine perentorio, alla cui scadenza doveva accadere qualcosa, un accordo, o una rottura in assenza di un accordo. Nei prossimi giorni, faremo le nostre valutazioni, a livello di governo, su cosa fare”.

Federica Mogherini continua a professare ottimismo: “Sia oggi che ieri ho registrato un forte impegno da parte degli Stati membri ad andare avanti con la missione Sophia e a lavorare insieme per trovare soluzioni pratiche sulla questione dei porti di sbarco. E’ un lavoro difficile, ma sono ottimista che potremmo trovare soluzioni nelle prossime settimane”, ha detto l’Alto rappresentante dell’Ue per la politica estera.