L'istituto di statistica nelle sue stime definitive sui conti del periodo aprile-giugno ha in compenso rivisto al rialzo la stima sull'andamento anno su anno: +1,2% contro il +1,1% reso noto il 31 luglio scorso. Sull'andamento dei prezzi pesano energia, alimentari e biglietti aerei
Nel secondo trimestre 2018 l’economia italiana è cresciuta dello 0,2%. L’Istat, nelle sue stime definitive sui conti economici del periodo aprile-giugno, conferma dunque il rallentamento rispetto al primo trimestre prefigurato nella prima stima. Il dato italiano è identico a quello registrato dalla Francia ma inferiore al +0,5% della Germania e al +0,4% del Regno Unito. L’istituto di statistica ha in compenso rivisto al rialzo la stima sulla crescita tendenziale, cioè rispetto allo stesso periodo del 2017: +1,2% contro il +1,1% reso noto il 31 luglio scorso. La crescita del pil acquisita per il 2018 – quella che si otterrebbe se nei prossimi due trimestri non ci fosse alcun progresso – è pari a +0,9 per cento. Dai dati resi noti dall’Istat – che dal 28 agosto, quando è scaduto il mandato di Giorgio Alleva, è senza presidente – emerge che a dieci anni dall’inizio della crisi economica il pil italiano ha perso il 5,3 per cento.
Venerdì Istat ha anche diffuso i dati provvisori sui prezzi al consumo, da cui risulta che in agosto il tasso di inflazione è aumentato dello 0,5% su base mensile e dell’1,7% anno su anno, contro l’1,5% di luglio. L’accelerazione si deve soprattutto ai servizi di trasporto, il cui tasso di crescita anno su anno passa dal +1,7% di luglio al +2,9% del mese in corso. Secondo le stime preliminari Istat, l’inflazione “continua a essere largamente sostenuta dai beni energetici e da quelli alimentari (insieme spiegano per oltre un punto percentuale la variazione dell’indice generale) ai quali si affiancano i servizi relativi ai trasporti che, a causa soprattutto del trasporto aereo, ne determinano l’accelerazione rispetto a luglio”.
Oltre che ai servizi di trasporto, l’accelerazione di agosto si deve appunto ai beni alimentari, in particolare quelli lavorati (da +1,8% a +2,3%). Registrano un rallentamento della crescita i prezzi dei beni energetici (da +7,9% del mese precedente a +7,6%) e degli alimentari non lavorati (da +3,6% a +3%). L’inflazione di fondo, al netto degli energetici e degli alimentari freschi, e quella al netto dei soli beni energetici accelerano rispetto a luglio, rispettivamente da +0,7% a +0,9% e da +0,9% a +1,1 per cento. Secondo le stime preliminari, invece, l’indice armonizzato dei prezzi al consumo (Ipca, quello paragonabile con i valori degli altri Paesi europei) diminuisce dello 0,1% su base mensile ma cresce anch’esso dell’1,7% su base annua, con un’attenuazione della crescita dal +1,9% registrato nel mese precedente. La diminuzione su base congiunturale dell’Ipca è dovuta ai saldi stagionali di abbigliamento e calzature, dei quali l’indice nazionale non tiene conto e che neutralizzano gli aumenti registrati da altre categorie merceologiche.