"Informalmente ho saputo che ci hanno sbloccato i finanziamenti ma ancora non c'è nulla di certo", aveva detto il primo cittadino Mimmo Lucano che dall’inizio del mese protesta per lo stop ai fondi. Ma fonti del ministero fanno sapere che ancora nulla è deciso: "Dopo l'accertamento di molte, gravi e diffuse criticità per spese che non risulterebbero ammissibili. Si tratta di anomalie che hanno contribuito ad aggravare le difficoltà finanziarie"
Il ministero dell’Interno spegne gli entusiasmi di Mimmo Lucano. Giovedì il sindaco di Riace aveva riferito che il Viminale sarebbe pronto a sbloccare i fondi destinati ai progetti di accoglienza. “Lunedì o martedì dovremmo sapere dal Viminale se effettivamente ci hanno sbloccato i fondi. Informalmente ho saputo di sì ma ancora non c’è nulla di certo”, aveva detto il primo cittadino che dall’inizio del mese protesta per il blocco dei finanziamenti al programma di accoglienza avviato ormai da oltre 20 anni e che ha portato al ripopolamento del piccolo centro della Locride.
“Il Viminale non ha sbloccato i fondi a favore del comune di Riace”, precisano però fonti del ministero sottolineando che il Dipartimento per le libertà civili e l’immigrazione “sta valutando le controdeduzioni trasmesse dal sindaco”. “È un passaggio necessario – rilevano – dopo l’accertamento di molte, gravi e diffuse criticità per spese che non risulterebbero ammissibili. Si tratta di anomalie che hanno contribuito ad aggravare le difficoltà finanziarie“. “Non mi risulta uno sblocco dei fondi”, aveva anticipato ieri sera Matteo Salvini al Corriere Tv. “Se è tutto regolare in tutta Italia lavorano e hanno i fondi, se ci sono approfondimenti in corso i soldi non li hanno. Non decide il ministro ma tecnici e funzionari. Ma mi pare che a Riace ci sia qualcosa che non torni”.
“Su Riace – sostiene invece il sindaco Lucano – c’è una storia particolare. Questa esperienza è stata raccontata anche attraverso registi di fama internazionale come Win Wenders, o con Beppe Fiorello. Sono state fatte anche tesi di laurea. Questo dovrebbe fare riflettere un pò tutti. Come mai a queste persone che vengono a Riace, che guardano con i loro occhi, raccontano una storia opposta a quella che vorrebbero fare passare invece tutte queste ombre ministeriali o della Prefettura. Sono due verità fortemente contrastanti. Di questo sono testimone. Sono senza parole, confuso. Come mai Riace assurge a fenomeno che, in maniera idealistica, si contrappone alle barbarie ma soprattutto dice che l’accoglienza è possibile. E ne è la prova, la testimonianza, al di là di quello che viene rappresentato burocraticamente. Il mondo lo dice. Le carte alcune volte nascondono alcune cose. Invece la valutazione reale viene proprio dall’esperienza diretta e quella è la nostra verità e non si può smontare facilmente. In Germania l’esperienza di Riace è stata la traccia di un tema per le scuole superiori. E poi abbiamo a che fare con l’inquisizione, i tribunali. Perché? Cosa si nasconde? Perché il mondo racconta una storia completamente diversa e soprattutto la raccontano i rifugiati, i protagonisti di queste storie. Non siamo i centri di Isola Capo Rizzuto o di Mineo, è una storia diversa. Perché hanno voluto confonderle”. Nella serata di venerdì il sindaco conferirà la cittadinanza onoraria a padre Zanotelli, Gino Strada e Chiara Sasso, del gruppo di coordinamento nazionale Recosol che ha promosso una raccolta fondi per Riace per sopperire, almeno parzialmente, al blocco degli stanziamenti del Viminale.