In Italia, per non sbagliare, il governo precedente non ha usato né l’una né l’altra, e ancora recentemente l’ex-ministro Graziano Delrio in Tv sul La7 ha dato dimostrazione (forse non del tutto ingenua, c’è da pensare), di ignorare la differenza tra le due. Differenza che non è affatto complicata, come vedremo.
La prima analisi si chiama Costi-Benefici (ACB; in inglese per chiarire ci mettono anche un “sociali”: “social cost-benefit analysis”). Misura se le risorse consumate dalla collettività (non dallo Stato!) per costruire qualcosa sono inferiori o superiori ai benefici totali (sempre per la collettività) che quel progetto produrrà negli anni.
La seconda analisi si chiama Finanziaria (AF), è molto più semplice, c’entra solo lo Stato, non la collettività, e misura quanti soldi costa allo Stato costruire qualcosa e quanti di quei soldi gli torneranno in cassa negli anni.
La ACB dunque serve a vedere se l’opera s’ha da fare per il benessere collettivo (chiunque ci metta i soldi), la seconda serve a vedere se rende soldi alle casse pubbliche o contribuisce a vuotarle. Cose diversissime, e non sembra difficile capirne la differenza. Ma gli innumerevoli nemici di queste analisi, tra i primi gli interessati a costruire qualsiasi cosa, tendono a confonderle, classificandole entrambe come “aride analisi economiche, mentre le scelte politiche devono guardare oltre i numeri, ecc. ecc.”, mentre solo l’analisi finanziaria si potrebbe definire arida, ma in realtà, come vedremo, non lo è neppure quella. E il ministro in quella trasmissione TV ha confuso l’ACB con la AF (comunque i suoi progetti più amati non avrebbero probabilmente superato nessuno dei due esami).
Uno potrebbe dire, e a ragione: ma anche la ACB usa i soldi per misurare tutto, quindi è davvero arida e senza cuore. Ma la ragione di dovere usare i soldi è semplicissima: occorre trovare il modo, per le analisi sociali, di confrontare obiettivi pubblici diversi tra loro. Per esempio vite umane salvate da un progetto rispetto a tempo o inquinamento risparmiato. E’ chiaro che tutti questi sono obiettivi sociali legittimi: nel caso dei trasporti, facendo un esempio estremo per chiarire, se si imponessero limiti di velocità a 30 km/h ovunque non ci sarebbero morti per incidenti e si potrebbero usare mezzi ad inquinamento nullo. Ma forse il Paese si paralizzerebbe.
In altre parole, bisogna trovare il modo di confrontare pere e patate tra di loro, altrimenti nessuna scelta tra 3 pere e 5 patate è possibile. Il misuratore che si usa è solo il più comodo, ed è un indice monetario. Gli indigeni della Nuova Guinea usano certi piccoli maiali neri che hanno loro, ma non è molto comodo.
Altra obiezione giusta: ma chi decide i valori monetari che servono a confrontare tempo, vite salvate da incidenti, e inquinamento? Si tratta pur sempre di valutazione con un elevato grado di arbitrio… Vero: ma su questi valori c’è un dibattito serrato e trasparente, permesso da tutte le maggiori istituzioni internazionali (e nazionali), con un gran numero di studiosi che vi partecipano. E come in tutti i dibattiti scientifici, le conclusioni evolvono nel tempo, e sono sempre criticabili.
Il sistema lascia ugualmente perplessi? Bene. L’alternativa è senz’altro peggiore: il politico di turno decide d’imperio cosa fare, senza spiegare perché, o con spiegazioni di comodo (“per l’efficienza economica, per l’ambiente, ecc. ecc.”, senza misurar nulla).
L’analisi finanziaria non è però meno importante di quella costi-benefici quando i soldi pubblici sono scarsi: spendere in cose tutte a carico dello Stato in questo caso ha comunque un elevato costo sociale. Infatti si rischia di sottrarre preziose risorse a necessità sociali più urgenti. Occorre quindi essere ben certi che quel progetto, se costa tanti soldi allo Stato, generi tantissimi benefici alla collettività. Cioè anche l’analisi finanziaria può dare importanti segnali alle scelte pubbliche, oltre all’analisi costi-benefici, anche se sono cose, come abbiamo visto, molto diverse tra loro.
Concludiamo con un esempio ancora di trasporti: come è noto, il modo ferroviario è meglio di quello stradale sia per l’ambiente che per la sicurezza (molto meno incidenti). Tuttavia costa moltissimo allo Stato, che paga sia le infrastrutture che parte dei costi di far andare i treni. Il modo stradale al contrario rende in tasse circa 40 miliardi netti alle casse pubbliche. In particolare, i costi pubblici delle ferrovie sono ragionevoli quando c’è tantissimo traffico, ma diventano astronomici su linee poco usate. Ci sono spesso modi molto migliori per tutelare sicurezza, ambiente, e socialità, per ogni Euro pubblico speso.
Ma, come sempre, bisogna fare i conti.
Marco Ponti
Già ordinario di Economia, Bridges Research Onlus
Economia & Lobby - 1 Settembre 2018
Grandi opere, per deciderle ci vogliono due analisi diverse. L’alternativa è peggiore
In Italia, per non sbagliare, il governo precedente non ha usato né l’una né l’altra, e ancora recentemente l’ex-ministro Graziano Delrio in Tv sul La7 ha dato dimostrazione (forse non del tutto ingenua, c’è da pensare), di ignorare la differenza tra le due. Differenza che non è affatto complicata, come vedremo.
La prima analisi si chiama Costi-Benefici (ACB; in inglese per chiarire ci mettono anche un “sociali”: “social cost-benefit analysis”). Misura se le risorse consumate dalla collettività (non dallo Stato!) per costruire qualcosa sono inferiori o superiori ai benefici totali (sempre per la collettività) che quel progetto produrrà negli anni.
La seconda analisi si chiama Finanziaria (AF), è molto più semplice, c’entra solo lo Stato, non la collettività, e misura quanti soldi costa allo Stato costruire qualcosa e quanti di quei soldi gli torneranno in cassa negli anni.
La ACB dunque serve a vedere se l’opera s’ha da fare per il benessere collettivo (chiunque ci metta i soldi), la seconda serve a vedere se rende soldi alle casse pubbliche o contribuisce a vuotarle. Cose diversissime, e non sembra difficile capirne la differenza. Ma gli innumerevoli nemici di queste analisi, tra i primi gli interessati a costruire qualsiasi cosa, tendono a confonderle, classificandole entrambe come “aride analisi economiche, mentre le scelte politiche devono guardare oltre i numeri, ecc. ecc.”, mentre solo l’analisi finanziaria si potrebbe definire arida, ma in realtà, come vedremo, non lo è neppure quella. E il ministro in quella trasmissione TV ha confuso l’ACB con la AF (comunque i suoi progetti più amati non avrebbero probabilmente superato nessuno dei due esami).
Uno potrebbe dire, e a ragione: ma anche la ACB usa i soldi per misurare tutto, quindi è davvero arida e senza cuore. Ma la ragione di dovere usare i soldi è semplicissima: occorre trovare il modo, per le analisi sociali, di confrontare obiettivi pubblici diversi tra loro. Per esempio vite umane salvate da un progetto rispetto a tempo o inquinamento risparmiato. E’ chiaro che tutti questi sono obiettivi sociali legittimi: nel caso dei trasporti, facendo un esempio estremo per chiarire, se si imponessero limiti di velocità a 30 km/h ovunque non ci sarebbero morti per incidenti e si potrebbero usare mezzi ad inquinamento nullo. Ma forse il Paese si paralizzerebbe.
In altre parole, bisogna trovare il modo di confrontare pere e patate tra di loro, altrimenti nessuna scelta tra 3 pere e 5 patate è possibile. Il misuratore che si usa è solo il più comodo, ed è un indice monetario. Gli indigeni della Nuova Guinea usano certi piccoli maiali neri che hanno loro, ma non è molto comodo.
Altra obiezione giusta: ma chi decide i valori monetari che servono a confrontare tempo, vite salvate da incidenti, e inquinamento? Si tratta pur sempre di valutazione con un elevato grado di arbitrio… Vero: ma su questi valori c’è un dibattito serrato e trasparente, permesso da tutte le maggiori istituzioni internazionali (e nazionali), con un gran numero di studiosi che vi partecipano. E come in tutti i dibattiti scientifici, le conclusioni evolvono nel tempo, e sono sempre criticabili.
Il sistema lascia ugualmente perplessi? Bene. L’alternativa è senz’altro peggiore: il politico di turno decide d’imperio cosa fare, senza spiegare perché, o con spiegazioni di comodo (“per l’efficienza economica, per l’ambiente, ecc. ecc.”, senza misurar nulla).
L’analisi finanziaria non è però meno importante di quella costi-benefici quando i soldi pubblici sono scarsi: spendere in cose tutte a carico dello Stato in questo caso ha comunque un elevato costo sociale. Infatti si rischia di sottrarre preziose risorse a necessità sociali più urgenti. Occorre quindi essere ben certi che quel progetto, se costa tanti soldi allo Stato, generi tantissimi benefici alla collettività. Cioè anche l’analisi finanziaria può dare importanti segnali alle scelte pubbliche, oltre all’analisi costi-benefici, anche se sono cose, come abbiamo visto, molto diverse tra loro.
Concludiamo con un esempio ancora di trasporti: come è noto, il modo ferroviario è meglio di quello stradale sia per l’ambiente che per la sicurezza (molto meno incidenti). Tuttavia costa moltissimo allo Stato, che paga sia le infrastrutture che parte dei costi di far andare i treni. Il modo stradale al contrario rende in tasse circa 40 miliardi netti alle casse pubbliche. In particolare, i costi pubblici delle ferrovie sono ragionevoli quando c’è tantissimo traffico, ma diventano astronomici su linee poco usate. Ci sono spesso modi molto migliori per tutelare sicurezza, ambiente, e socialità, per ogni Euro pubblico speso.
Ma, come sempre, bisogna fare i conti.
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Roma, 22 feb. (Adnkronos Salute) - Ansia e depressione, nei pazienti con cancro, peggiorano la risposta alle cure e riducono la sopravvivenza. Lo evidenziano i risultati di uno studio (Stress Lung) pubblicato su 'Nature Medicine' e condotto su 227 pazienti con tumore del polmone non a piccole cellule in stadio avanzato e trattati in prima linea con farmaci immunoterapici. A 2 anni, solo il 46% dei pazienti con distress emozionale, in particolare ansia e depressione, era vivo rispetto al 65% delle persone colpite dal carcinoma polmonare, ma senza segni di disagio psicologico. In Italia lo psicologo dedicato all'oncologia è presente, sulla carta, in circa la metà dei centri, in realtà solo il 20% delle strutture dispone di professionisti formati per affrontare il disagio mentale determinato dal cancro. Per contribuire a colmare questa lacuna nasce 'In buona salute', la prima piattaforma online di psiconcologia in Italia (inbuonasalute.eu), presentata ieri a Milano, in un incontro con la stampa. Si tratta di un luogo sicuro, accessibile e altamente professionale - riporta una nota - dove pazienti, caregiver e operatori sanitari possono ricevere un aiuto qualificato, senza limiti di tempo o spazio.
"Si stima che più del 50% dei pazienti oncologici sviluppi livelli significativi di distress emozionale che hanno un impatto negativo sulla qualità di vita, sull'adesione ai trattamenti e, quindi, sulla sopravvivenza - spiega Gabriella Pravettoni, responsabile scientifico di 'In buona salute', direttrice della divisione di Psiconcologia dell'Istituto europeo di oncologia e professoressa di Psicologia delle decisioni all'Università degli Studi di Milano - Il sostegno psiconcologico è fondamentale prima, durante e dopo le cure. Sono contenta che ci siano iniziative di questo genere dove si possa offrire un supporto concreto e personalizzato a chi affronta il tumore, attraverso un percorso di cura psicologica mirato e focalizzato al miglioramento del benessere mentale durante ogni fase della malattia".
Dopo aver completato un questionario online, la piattaforma suggerisce lo specialista più in linea con le necessità di ogni persona. E' infatti disponibile un team di psiconcologi certificati, impegnati a fornire un aiuto prezioso a pazienti, caregiver e operatori sanitari. Nella piattaforma è possibile trovare risorse, supporto emotivo e informazioni affidabili. E' consigliato un ciclo di 10 sedute online di 50 minuti.
"Troppo spesso i risvolti psicologici di una diagnosi di cancro sono lasciati in seconda linea, rispetto ai bisogni strettamente clinici - continua Pravettoni - Vanno considerate le difficoltà dei medici a discutere di questi argomenti durante la visita, anche per mancanza di tempo, e la riluttanza dei pazienti a confidarli, talvolta per lo stigma ancora associato ai problemi legati alla salute mentale. Anche quando i problemi psicologici vengono riconosciuti, non è facile gestirli nella pratica clinica. Non esiste, infatti, un modello di valutazione e intervento adatto a tutte le circostanze. Anche il supporto psiconcologico deve adeguarsi e rispondere ai bisogni dei pazienti, adottando tutti gli strumenti utili, incluse le sedute online".
Nel 2024, nel nostro Paese, sono stati stimati 390.100 nuovi casi di tumore. Grazie ai programmi di screening e ai progressi nelle terapie, aumenta il numero di persone che vivono dopo la diagnosi: nel 2024 erano circa 3,7 milioni. "La cura a 360 gradi di questi cittadini deve implicare una maggiore attenzione alle conseguenze psicologiche della malattia - afferma Lucia Del Mastro, professore ordinario e direttore della Clinica di Oncologia medica dell'Irccs Ospedale policlinico San Martino, Università di Genova - Il distress emozionale nelle persone colpite dal cancro è una condizione frequente, che ha un impatto negativo sulla qualità della vita e sulla sopravvivenza. I pazienti oncologici con sintomi depressivi mostrano, inoltre, una minor aderenza ai protocolli terapeutici. Uno studio retrospettivo ha indagato il grado di accettazione della chemioterapia adiuvante in donne con carcinoma della mammella: tra le pazienti con depressione che non hanno richiesto aiuto psicologico, solo il 51% ha accettato di sottoporsi alla chemioterapia. L'associazione tra sintomi depressivi e riduzione della sopravvivenza può essere dovuta non solo alla mancata aderenza terapeutica, ma anche alla risposta allo stress cronico e ai meccanismi immunitari implicati".
Per garantire "servizi adeguati di psiconcologia - prosegue Del Mastro - serve non solo un potenziamento delle risorse, ma anche riconoscere il ruolo dello psiconcologo all'interno del team multidisciplinare. Inoltre, i pazienti devono essere informati di più e meglio sull'opportunità di beneficiare di questi servizi. Ad esempio, la norma che ha istituito in Italia le Breast unit ha stabilito che, all'interno dei team multidisciplinari, siano inclusi gli psiconcologi, ma troppo spesso nei centri di senologia mancano professionisti strutturati, sostituiti da figure che lavorano con contratti precari. Ecco perché sono importanti progetti come 'In buona salute', che possono rispondere alle esigenze di supporto emotivo dei pazienti. Va considerata anche la facilità di accesso al servizio online, perché non è necessario spostarsi per accedere alle strutture, vantaggio importante soprattutto quando si tratta di pazienti fragili in trattamento".
Aggiunge Rosanna D'Antona, presidente di Europa Donna Italia: "Già dalla diagnosi la donna si trova a affrontare una serie di problematiche che afferiscono all'ambito psicologico. Stress, disturbi d'ansia, depressione, immagine corporea alterata, difficoltà nella sfera emotiva, familiare e di coppia, sono le più comuni di un elenco purtroppo molto lungo. Grazie anche all'aiuto dello psiconcologo, è possibile per la paziente sviluppare una capacità di adattamento e di autogestione di fronte alla malattia, arrivare cioè a quello stato di resilienza necessario a superare le difficoltà nel percorso di cura. Lo psiconcologo dovrebbe essere presente, insieme all'oncologo medico, fin dall'inizio, ad ogni colloquio, anche se siamo ben consapevoli della carenza di personale dedicato e della precarietà degli incarichi".
"Mentre ci impegniamo con forza affinché questi limiti vengano superati e si rispettino le linee guida europee che prevedono la presenza dello psiconcologo in tutte le Breast Unit, accogliamo con favore la disponibilità di una piattaforma online con figure specializzate - conclude - a cui pazienti e familiari possano rivolgersi con la certezza di trovare un supporto qualificato".
Roma, 22 feb. (Adnkronos) - "Sono vicino all’amico Mario Occhiuto con tutti i senatori di Forza Italia in questo momento di immenso dolore per la scomparsa del figlio". Lo scrive sul suo profilo X il presidente dei senatori di Forza Italia Maurizio Gasparri per la morte di Francesco Occhiuto, figlio 30enne del senatore ed ex sindaco di Cosenza.
"Gli siamo vicini nella preghiera e con la fraterna amicizia, che gli testimoniamo per essergli accanto in un momento drammatico per lui e per la sua famiglia. Che abbracciamo tutta, con un pensiero a Roberto", conclude.
Mosca, 22 feb. (Adnkronos) - Un secondo incontro tra i rappresentanti di Russia e Stati Uniti è previsto entro le prossime due settimane. Lo ha annunciato il vice ministro degli Esteri russo Sergei Ryabkov, citato dall'agenzia di stampa statale Ria, aggiungendo che l'incontro avrà luogo in un paese terzo.
Reggio Emilia, 22 feb. - (Adnkronos) - Residui di amianto e carni in stato di decomposizione. E' cresciuta la preoccupazione dei cittadini di Reggio Emilia nei dieci giorni trascorsi dalla mattina dell’11 febbraio, quando si sono svegliati osservando una nube di fumo in cielo causata dall’incendio dello stabilimento della multinazionale Inalca, tra i leader internazionali per la lavorazione di carni fresche.
Nelle ultime ore, in seguito al parziale dissequestro dell’area, il sindaco reggiano Marco Massari ha quindi emanato un’ordinanza di bonificaper la presenza di residui di amianto e carni in stato di decomposizione negli spazi dove si era sviluppato l’incendio (VIDEO).
L’ordinanza si fonda sul referto del Dipartimento di Sanità ed Igiene pubblica dell’Ausl di Reggio Emilia, da cui emerge che “l’area scoperta dell’impianto identificata come area cortiliva, contenuta nel perimetro esterno del complesso e non sottoposta a sequestro giudiziario, risulta interessata da frammenti di cemento amianto ed è necessario adottare misure precauzionali atte ad impedire la dispersione di fibre attraverso la raccolta ad umido o con aspiratori a filtro assoluto”.
Inoltre, dallo stesso referto emerge che diversi alimenti di varia origine - tra cui consistenti quantità di provenienza animale, stoccati nel magazzino della ditta Quanta Stock&Go, anch’esso parzialmente coinvolto nell'incendio - stanno subendo un “normale processo di putrefazione che determina la necessità di provvedere con urgenza alla rimozione e smaltimento degli stessi”.
Gaza City, 22 feb. (Adnkronos) - Ha doppia cittadinanza israeliano e austriaca Tal Shoham, rapito insieme alla sua famiglia il 7 ottobre del 2023 dal kibbutz Be'eri. Era invece tenuto in prigionia da 11 anni Avera Mengistu, ebreo di origini etiopi entrato per errore nella Striscia di Gaza nel 2014. Sono loro i primi ostaggi rilasciati oggi da Hamas a Rafah, dopo essere fatti salire sul palco allestito davanti alla folla con le stesse modalità adottate in precedenza.
Il primo a salire sul palco è stato Tal Shoham, 39 anni, rapito dalla sua casa insieme ad altri otto membri della sua famiglia Tra questi c'erano Shoshan Haran, 67 anni, Avshalom Haran, 66 anni, Lilach Lea Kipnis, 60 anni, Adi Shoham, 38 anni, Naveh Shoham, 8 anni, Yahel Gani Shoham, 3 anni, Sharon Avigdori, 52 anni e Noam Avigdori, 12 anni. Il 7 ottobre Shoham era in visita a Be'eri per la festività di Simchat Torah con la moglie e i figli perché sua moglie era cresciuta lì. Anche la moglie e i figli di Shoham sono stati presi in ostaggio da Hamas e tenuti insieme, ma separati da Tal. Sua moglie Adi e i figli Naveh e Yahel, ora di 9 e 4 anni, sono stati rilasciati nel primo accordo di sequestro il 25 novembre 2023, dopo 50 giorni.
Il secondo a essere rilasciato oggi da Hamas è stato Mengistu, un ebreo israeliano di origine etiope che secondo i medici soffriva di una malattia psichiatrica quando attraversò il confine con la Striscia di Gaza il 7 settembre 2014. Nato in Etiopia, emigrato in Israele all'età di cinque anni con la sua famiglia come parte dell'Operazione Salomone. E' cresciuto ad Ashkelon con i suoi otto fratelli e sorelle. Dopo che suo fratello maggiore, Michael, ha sofferto di anoressia ed è morto all'età di 29 anni, il suo stato mentale è peggiorato e ha iniziato a condurre lunghe marce da solo in tutto Israele.
L'uomo, ora 38enne, aveva 28 anni quando è entrato nella parte settentrionale della Striscia di Gaza dopo aver litigato con la madre, secondo Human Rights Watch. Hamas sostiene che sia un soldato, un'affermazione contestata sia da Human Rights Watch sia dalla sua famiglia. Nel gennaio 2023 Hamas diffuse un video in cui chiedeva a Israele di negoziare la sua liberazione.
Gaza, 22 feb. (Adnkronos) - Gli ostaggi israeliani Tal Shoham e Abera Mengistu sfilano sul palco a Rafah davanti ad Hamas prima della loro liberazione dalla prigionia. Un rappresentante della Croce Rossa Internazionale sta firmando i documenti per il loro rilascio.
Tel Aviv, 22 feb. (Adnkronos) - Israele ha pubblicato l'elenco dei 602 prigionieri palestinesi che intende liberare oggi dopo la restituzione degli ostaggi da parte di Hamas. Tra questi, 60 prigionieri erano stati condannati a lunghe pene detentive, 50 a ergastolo.