"Vuoi avvisare....", dice intercettata Patrizia Impresa."Ecofficina...Lo devo avvisare", ha risposto Aversa, riferendosi a Simone Borile, responsabile della cooperativa al centro dell'inchiesta. "Eh..io direi di sì! -è la replica di Impresa - Questi stanno arrivando...se non è già arrivata una squadra di ...di agenti speciali... quelli del lavoro". Le intercettazioni - pubblicate dal quotidiano Il Mattino di Padova - sono contenute nell'inchiesta sull'accoglienza in Veneto
L’ex prefetto di Padova Patrizia Impresa e il suo vice Pasquale Aversa avrebbero anticipato ai gestori di una cooperativa sotto inchiesta la perquisizione dei carabineri. Lo riporta oggi il Mattino di Padova pubblicando altri stralci delle intercettazioni dei militari nell’ambito dell’inchiesta sulla gestione dei migranti in Veneto. “È vero che ne abbiamo fatte di porcherie, però quando le potevamo fare”, è una delle frasi intercettate il 17 aprile del 2017 che ha trascinato tra le polemiche Impresa, oggi al vertice della prefettura di Bologna. “Sono amareggiata, sono state estrapolate e pubblicate frasi completamente decontestualizzate. Sono assolutamente certa della correttezza dei miei comportamenti”, si era giustificata lei che non è indagata, al contrario di Aversa e di un’altra funzionaria della prefettura.
“Io avviserei quelli della coop” – “Vuoi avvisare….”, ha detto Impresa al suo vice. “Ecofficina…Lo devo avvisare”, ha risposto Aversa, riferendosi a Simone Borile, responsabile della cooperativa al centro dell’inchiesta. “Eh..io direi di sì! – la replica di Impresa – Questi stanno arrivando…se non è già arrivata una squadra di …di agenti speciali… quelli del lavoro”. La conversazione tra i due, avvenuta nel dicembre 2016 nel pieno dell’inchiesta con sette indagati, si fa via via più preoccupata. Aversa commenta: “proprio oggi che arrivano 40 migranti…alle 13”. L’ex prefetto gli risponde senza giri di parole: “Cazzo di buddha ma non no...Oh Gesù Cristo… Speriamo che per le 13 sia finita…però io avviserei…quelli della cooperativa…eh…”. Aversa rassicura il suo capo: “Eora lo chiamo – replica alludendo a Borile – …ora lo chiamo e glielo dico…”
“Hanno chiamato i carabinieri: vogliono vedere il centro” – Secondo gli atti d’indagine pubblicati dal quotidiano veneto, l’ex capo provinciale dei carabinieri, il colonnello Stefano Iasson, avrebbe avvertito l’allora prefetto di Padova di una perquisizione disposta nel dicembre 2016 dal pm Federica Baccaglini nel centro di accoglienza di Bagnoli per verificare se i richiedenti asilo accolti avessero o meno condizioni di vita accettabili. Una informazione che avrebbe indotto Impresa e il vice prefetto vicario Pasquale Aversa ad approfondire le ragioni della decisione della procura in un loro dialogo intercettato dagli stessi carabinieri. “Pasquale – dice Impresa – guarda che mi ha appena chiamato Iasson. La Baccaglini ha mandato un ordine di perquisizione per Bagnoli…È partita questa squadra compreso i vigili del fuoco. Ha dato un ordine d’ispezione di sequestro e quant’altro…io ho detto scusami ma qual è l’oggetto…allora lui mi ha detto…guardi…oggetto la cooperativa e il contratto..perchè vuole vedere se all’interno…cioè se…la coop esegue il contratto nei termini”. Poi ha aggiunto: “Noi là…siamo in difficoltà coi numeri…perchè non abbiamo fatto un bando…ti ricordi…”. Il colloquio tra i due continua e l’ex prefetto ricorda al suo vice: “La stessa storia che diceva quello di Venezia, noi ci siamo fatti una risata…non aveva tutti i torti perchè quello dice tu hai fatto un bando per 500 persone mo’ ne tieni mille là dentro”. Aversa le risponde: “Sono in transito però…” e Impresa continua: “ehh…vabbè…non lo so.. questo è l’oggetto dell’indagine…verificare le condizioni del contratto, se la coop e la struttura corrispondono..tanto è vero che ha chiamato i vigili del fuoco…non capisco”.
“Colpa di quei cazzo di esposti” – Parlando della presenza dei vigili del fuoco, l’ex prefetto di Padova si sarebbe lasciata andare con il suo vice Pasquale Aversa ad alcune considerazioni sull’operato della procura. “Eh però li ha voluti..la Baccaglini.. guarda quella è una che…te l’ho detto…non da bene a nessuno..quella con quei cazzo di esposti che hanno fatto Naccarato e company…”. Aversa si dichiara non particolarmente preoccupato della cosa, diversamente dal suo superiore. “Io sì Pasquà – sottolinea – perchè…sono preoccupata nel senso che secondo me loro hanno deciso che questa cooperativa la devono distruggere in qualche modo..è come se..si tirasse fuori una sorta di connivenza della prefettura..cioè capito…dice tu…Prefettura..avete fatto un contratto..avevamo il dovere di vigilare..non so questi che cosa possono andare a scoperchiare i subappalti..oppure se ci sono altre cose, non lo so…speriamo di no”.
Salvini: “Colpa del Pd”. Ma ha promosso funzionari – Nel luglio scorso il Viminale ha promosso Impresa al vertice della prefettura di Bologna. Aversa, invece, dopo essere stato rimosso dalla prefettura padovana è stato nominato commissario di Gioia Tauro, comune sciolto per infilitrazioni mafiose. Nomina dalla quale il Quirinale si è dissociato con una nota, scaricando praticamente la scelta sul ministro Matteo Salvini. Ieri il titolare del Viminale aveva commentato l’inchiesta dopo la diffusione dell’intercettazione. “Il governo di centrosinistra negava l’emergenza sbarchi, ma poi scaricava il problema sui prefetti e li costringeva a spostare i clandestini da un comune all’altro – come nel gioco delle tre carte – per non irritare sindaci del Pd, ministri in visita o presidenti Anci del Pd. È il quadro vergognoso che emerge dall’inchiesta di Padova. Io, invece, voglio bloccare gli sbarchi e mi prendo tutte le responsabilità delle mie scelte. Se qualche funzionario ha sbagliato è giusto che paghi. Ma chi sono i mandanti politici di tutto questo?”, dice il leader della Lega. Che secondo la nota del Colle avrebbe proposto di nominare a Gioia Tauro proprio uno dei quei funzionari accusati di aver “sbagliato” oltre ad aver promosso la prefetta che parlava di “porcherie” fatte nella gestione dei migranti. E ne avrebbe promossa un’altra che – seppur non indagata – anticipata ai gestori dei centri d’accoglienza le perquisizioni dei carabinieri.