Nelle prossime settimane l’attenzione degli esperti militari sarà centrata sulla Russia e le sue consistenti esercitazioni militari. In particolare sarà Vostok-2018, in programma tra l’11 e il 15 settembre nella regione di Trans-Baikal, ai confini orientali della Federazione, a destare il maggior interesse, vista la portata “senza precedenti” delle forze in campo e la simbologia legata a tali manovre. Parteciperanno all’evento anche contingenti esteri, in particolare quello cinese, un Paese che condivide con Mosca minacce regionali e globali. Questi esercizi militari ricordano quelli dell’Armata Rossa durante la Guerra Fredda e giungono in un momento di evidente nervosismo nelle relazioni internazionali, in particolare con Washington e le forze Nato.
L’annuncio ufficiale è arrivato dal Ministro della Difesa Sergei Shoigu nella giornata di martedì scorso mentre la notizia circolava fra gli specialisti già da diverse settimane. Vostok-2018 si terrà nel poligono di Tsugol, vicino al confine russo con Cina e Mongolia.
Con la mobilitazione di circa 300mila uomini e l’utilizzo di oltre mille mezzi dell’aviazione, Vostok-2018 (Est-2018) è stata annunciata come la più grande esercitazione di truppe negli ultimi 40 anni in tutta l’area dell’ex Unione Sovietica. Per avere un metro di comparazione nel 2014, l’ultimo anno in cui si sono svolte le medesime operazioni nella parte più orientale della Federazione, erano stati 100mila i soldati coinvolti e 120 gli aerei utilizzati.
Anche la marina militare vedrà impiegato un imponente contingente. Si uniranno a Vostok-2018 la flotta del Pacifico e quella del Nord, quest’ultima impegnata solitamente nel pattugliamento e difesa dell’Artico russo e del Nord-Ovest Atlantico. La base principale di questa armata si trova a Severomorsk, nella Penisola di Kola, all’estremo opposto della Federazione rispetto le Isole Kurili e Sakhalin, dove con ogni probabilità verranno impegnate nelle prossime settimane.
Altre esercitazioni della marina sono state invece annunciate giovedì. Queste avverranno nel Mediterraneo dall’1 all’8 settembre, coinvolgendo circa 26 vascelli della marina russa, oltre che 34 velivoli. La prima volta in cui le forze di marina e aviazione collaboreranno nell’area in una manovra militare di questa portata. La tempistica non è scontata, vista la morsa che il presidente siriano Bashar Al Assad sta stringendo sulla provincia ribelle di Ildib e le contromosse della marina americana registratesi nelle ultime due settimane.
L’eccezionalità di queste operazioni non risiede soltanto nei numeri. Vostok-2018, oltre a dimostrare la complessità ed efficacia nel coordinamento simultaneo di un terzo delle proprie truppe a disposizione, ha una forte connotazione simbolica per Mosca, sia a livello interno che esterno.
La quarta presidenza di Vladimir Putin è stata inaugurata ufficialmente a maggio 2018. Riassorbita l’euforia del mondiale di calcio, sta facendo ora i conti con una protesta ad amplissimo spettro verso la riforma pensionistica annunciata lo scorso giugno. L’ultimo provvedimento che alzò l’età per ricevere il sussidio statale (oggi in media 172€ mensili) fu deciso da Stalin in persona.
Il dispiegamento di una massa così imponente è anche funzionale alla narrazione che vede la Russia come un Paese circondato da nemici che ne minacciano la stabilità e la stessa sopravvivenza. Vostok-2018 funge quindi anche da manifestazione concreta di una rinnovata potenza militare in cui la Russia ha ritrovato fiducia, a seguito dell’esperienza devastante nella prima guerra cecena (1994-1996). Durante le operazioni l’esercito sarà in grado di riproporre ciò che ha appreso in oltre 3 anni di coinvolgimento nel conflitto siriano, dall’esito positivo sotto diversi punti di vista per Mosca.
Le esercitazioni segnano un importante punto nel recente processo di riforma che ha coinvolto le forze armate della Federazione nel periodo successivo al conflitto in Georgia nel 2008. In particolare si è trattato di un profondo ammodernamento degli armamenti, consentito dalla crescita esponenziale delle disponibilità di denaro nelle casse statali, legate a doppia mandata all’export di risorse energetiche. Soltanto nel 2008, il budget annuale per la difesa di Mosca passò da 35,4 a 58,6 miliardi di dollari. Nel 2017 le spese militari si sono fermate a 66,3 miliardi di dollari, una cifra che pone la Russia al quarto posto nel mondo per investimenti, sensibilmente lontana da Stati Uniti e dietro Cina e Arabia Saudita.
Il complesso militare-industriale russo ha una duplice importanza per il Cremlino. Se da una parte lo stesso rappresenta uno dei pochi segmenti in cui il Paese ha un livello tecnologico d’avanguardia e rimane competitivo a livello globale, dall’altra costituisce anche una fonte importante di guadagni per lo stato. Vostok-2018 è una vetrina, meno sanguinosa del conflitto siriano e più realistica della fiera degli armamenti di Kubinka, conclusasi il 26 agosto, per dimostrare l’efficacia bellica dei propri equipaggiamenti e chiudere nuovi importanti contratti di esportazione.
Davanti ai giornalisti che chiedevano conto delle ingenti spese per realizzare Vostok-2018, il portavoce del Cremlino Dimitri Peskov ha risposto che l’abilità del Paese di difendersi nell’attuale situazione internazionale, descritta come “aggressiva e ostile” nei confronti della Russia, rende queste esercitazioni essenziali.
Dalle descrizioni che il governo ha dato delle manovre e i toni delle dichiarazioni rilasciate sembra chiaro che queste siano al contempo un deterrente e una prova di forza nei confronti della Nato. L’infinito conflitto siriano, le tensioni che persistono nella penisola coreana e la guerra ibrida mai sopita in Ucraina fanno da cornice alle imminenti esercitazioni.
Un dettaglio importante sarà la presenza di contingenti mongoli e cinesi a Vostok-2018. Circa 3.200 soldati e 30 fra elicotteri e aerei compongono il battaglione d’etile cinese che verrà impegnato in territorio russo; una presenza che consolida ulteriormente la partnership strategica fra Mosca e Pechino. Pur limitata nei numeri, la partecipazione dell’Esercito di Liberazione Nazionale cinese darà modo di apprendere sul terreno concetti e tattiche di cui lo stesso è carente, essendo l’unica forza di una grande potenza che non ha una vera esperienza sul campo di battaglia acquisita negli ultimi quattro decenni.
Andando a ritroso nel tempo, l’ultima volta in cui Mosca ha impiegato una forza di simili proporzioni per un’esercitazione è stata in occasione di Zapad-1981, ai tempi della presidenza Reagan e dell’occupazione dell’Afghanistan da parte dell’Armata Rossa. Allora le truppe del Patto di Varsavia simularono un contrattacco ad un’aggressione dell’Europa Orientale da parte della Nato e un’invasione di terra della Repubblica Federale di Germania. L’operazione prevedeva l’utilizzo di ordigni tattico-balistici sulle forze stanziate in Europa occidentale e l’eliminazione di 250.000 soldati dell’alleanza.
Sul futuro si allunga una cupa ombra provenire dal passato. Si vis pacem, para bellum.
Twitter: @Frank_Stones
Mondo
Russia mostra i muscoli: “Esercitazione senza precedenti a Vostok-2018”. E nel Mediterraneo 26 navi davanti alla Siria
Tra l’11 e il 15 settembre mobilitati 300mila uomini, con l'impiego di mille mezzi dell’aviazione. L’ultima volta in cui Mosca impiegò una forza di simili proporzioni fu in occasione di Zapad-1981, ai tempi dell’occupazione dell’Afghanistan da parte dell’Armata Rossa. Ma prima, dall’1 all’8, altre manovre davanti alle coste siriane in coincidenza con l'offensiva di Assad su Idlib
Nelle prossime settimane l’attenzione degli esperti militari sarà centrata sulla Russia e le sue consistenti esercitazioni militari. In particolare sarà Vostok-2018, in programma tra l’11 e il 15 settembre nella regione di Trans-Baikal, ai confini orientali della Federazione, a destare il maggior interesse, vista la portata “senza precedenti” delle forze in campo e la simbologia legata a tali manovre. Parteciperanno all’evento anche contingenti esteri, in particolare quello cinese, un Paese che condivide con Mosca minacce regionali e globali. Questi esercizi militari ricordano quelli dell’Armata Rossa durante la Guerra Fredda e giungono in un momento di evidente nervosismo nelle relazioni internazionali, in particolare con Washington e le forze Nato.
L’annuncio ufficiale è arrivato dal Ministro della Difesa Sergei Shoigu nella giornata di martedì scorso mentre la notizia circolava fra gli specialisti già da diverse settimane. Vostok-2018 si terrà nel poligono di Tsugol, vicino al confine russo con Cina e Mongolia.
Con la mobilitazione di circa 300mila uomini e l’utilizzo di oltre mille mezzi dell’aviazione, Vostok-2018 (Est-2018) è stata annunciata come la più grande esercitazione di truppe negli ultimi 40 anni in tutta l’area dell’ex Unione Sovietica. Per avere un metro di comparazione nel 2014, l’ultimo anno in cui si sono svolte le medesime operazioni nella parte più orientale della Federazione, erano stati 100mila i soldati coinvolti e 120 gli aerei utilizzati.
Anche la marina militare vedrà impiegato un imponente contingente. Si uniranno a Vostok-2018 la flotta del Pacifico e quella del Nord, quest’ultima impegnata solitamente nel pattugliamento e difesa dell’Artico russo e del Nord-Ovest Atlantico. La base principale di questa armata si trova a Severomorsk, nella Penisola di Kola, all’estremo opposto della Federazione rispetto le Isole Kurili e Sakhalin, dove con ogni probabilità verranno impegnate nelle prossime settimane.
Altre esercitazioni della marina sono state invece annunciate giovedì. Queste avverranno nel Mediterraneo dall’1 all’8 settembre, coinvolgendo circa 26 vascelli della marina russa, oltre che 34 velivoli. La prima volta in cui le forze di marina e aviazione collaboreranno nell’area in una manovra militare di questa portata. La tempistica non è scontata, vista la morsa che il presidente siriano Bashar Al Assad sta stringendo sulla provincia ribelle di Ildib e le contromosse della marina americana registratesi nelle ultime due settimane.
L’eccezionalità di queste operazioni non risiede soltanto nei numeri. Vostok-2018, oltre a dimostrare la complessità ed efficacia nel coordinamento simultaneo di un terzo delle proprie truppe a disposizione, ha una forte connotazione simbolica per Mosca, sia a livello interno che esterno.
La quarta presidenza di Vladimir Putin è stata inaugurata ufficialmente a maggio 2018. Riassorbita l’euforia del mondiale di calcio, sta facendo ora i conti con una protesta ad amplissimo spettro verso la riforma pensionistica annunciata lo scorso giugno. L’ultimo provvedimento che alzò l’età per ricevere il sussidio statale (oggi in media 172€ mensili) fu deciso da Stalin in persona.
Il dispiegamento di una massa così imponente è anche funzionale alla narrazione che vede la Russia come un Paese circondato da nemici che ne minacciano la stabilità e la stessa sopravvivenza. Vostok-2018 funge quindi anche da manifestazione concreta di una rinnovata potenza militare in cui la Russia ha ritrovato fiducia, a seguito dell’esperienza devastante nella prima guerra cecena (1994-1996). Durante le operazioni l’esercito sarà in grado di riproporre ciò che ha appreso in oltre 3 anni di coinvolgimento nel conflitto siriano, dall’esito positivo sotto diversi punti di vista per Mosca.
Le esercitazioni segnano un importante punto nel recente processo di riforma che ha coinvolto le forze armate della Federazione nel periodo successivo al conflitto in Georgia nel 2008. In particolare si è trattato di un profondo ammodernamento degli armamenti, consentito dalla crescita esponenziale delle disponibilità di denaro nelle casse statali, legate a doppia mandata all’export di risorse energetiche. Soltanto nel 2008, il budget annuale per la difesa di Mosca passò da 35,4 a 58,6 miliardi di dollari. Nel 2017 le spese militari si sono fermate a 66,3 miliardi di dollari, una cifra che pone la Russia al quarto posto nel mondo per investimenti, sensibilmente lontana da Stati Uniti e dietro Cina e Arabia Saudita.
Il complesso militare-industriale russo ha una duplice importanza per il Cremlino. Se da una parte lo stesso rappresenta uno dei pochi segmenti in cui il Paese ha un livello tecnologico d’avanguardia e rimane competitivo a livello globale, dall’altra costituisce anche una fonte importante di guadagni per lo stato. Vostok-2018 è una vetrina, meno sanguinosa del conflitto siriano e più realistica della fiera degli armamenti di Kubinka, conclusasi il 26 agosto, per dimostrare l’efficacia bellica dei propri equipaggiamenti e chiudere nuovi importanti contratti di esportazione.
Davanti ai giornalisti che chiedevano conto delle ingenti spese per realizzare Vostok-2018, il portavoce del Cremlino Dimitri Peskov ha risposto che l’abilità del Paese di difendersi nell’attuale situazione internazionale, descritta come “aggressiva e ostile” nei confronti della Russia, rende queste esercitazioni essenziali.
Dalle descrizioni che il governo ha dato delle manovre e i toni delle dichiarazioni rilasciate sembra chiaro che queste siano al contempo un deterrente e una prova di forza nei confronti della Nato. L’infinito conflitto siriano, le tensioni che persistono nella penisola coreana e la guerra ibrida mai sopita in Ucraina fanno da cornice alle imminenti esercitazioni.
Un dettaglio importante sarà la presenza di contingenti mongoli e cinesi a Vostok-2018. Circa 3.200 soldati e 30 fra elicotteri e aerei compongono il battaglione d’etile cinese che verrà impegnato in territorio russo; una presenza che consolida ulteriormente la partnership strategica fra Mosca e Pechino. Pur limitata nei numeri, la partecipazione dell’Esercito di Liberazione Nazionale cinese darà modo di apprendere sul terreno concetti e tattiche di cui lo stesso è carente, essendo l’unica forza di una grande potenza che non ha una vera esperienza sul campo di battaglia acquisita negli ultimi quattro decenni.
Andando a ritroso nel tempo, l’ultima volta in cui Mosca ha impiegato una forza di simili proporzioni per un’esercitazione è stata in occasione di Zapad-1981, ai tempi della presidenza Reagan e dell’occupazione dell’Afghanistan da parte dell’Armata Rossa. Allora le truppe del Patto di Varsavia simularono un contrattacco ad un’aggressione dell’Europa Orientale da parte della Nato e un’invasione di terra della Repubblica Federale di Germania. L’operazione prevedeva l’utilizzo di ordigni tattico-balistici sulle forze stanziate in Europa occidentale e l’eliminazione di 250.000 soldati dell’alleanza.
Sul futuro si allunga una cupa ombra provenire dal passato. Si vis pacem, para bellum.
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Vanessa Marquez morta, l’infermiera di E.R. uccisa dalla polizia a Pasadena. “Aveva una pistola ad aria compressa”
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Sana'a, 15 mar. (Adnkronos) - Gli attacchi aerei non scoraggeranno i ribelli yemeniti, i quali risponderanno agli Stati Uniti. Lo ha scritto sui social Nasruddin Amer, vice capo dell'ufficio stampa degli Houthi, aggiungendo che "Sana'a rimarrà lo scudo e il sostegno di Gaza e non la abbandonerà, indipendentemente dalle sfide".
"Questa aggressione non passerà senza una risposta e le nostre forze armate yemenite sono pienamente pronte ad affrontare l'escalation con l'escalation", ha affermato l'ufficio politico dei ribelli in una dichiarazione alla televisione Al-Masirah.
In un'altra dichiarazione citata da Ynet, un funzionario Houthi si è rivolto direttamente a Trump e a Netanyahu, che "stanno scavando tombe per i sionisti. Iniziate a preoccuparvi per le vostre teste".
Damasco, 15 mar. (Adnkronos) - L'esplosione avvenuta nella città costiera siriana di Latakia ha ucciso almeno otto persone. Lo ha riferito l'agenzia di stampa statale Sana, secondo cui, tra le vittime della detonazione di un ordigno inesploso, avvenuta in un negozio all'interno di un edificio di quattro piani, ci sono tre bambini e una donna. "Quattordici civili sono rimasti feriti, tra cui quattro bambini", ha aggiunto l'agenzia.
Sana'a, 15 mar. (Adnkronos) - Almeno nove civili sono stati uccisi e nove feriti negli attacchi statunitensi su Sanaa, nello Yemen. Lo ha dichiarato un portavoce del ministero della Salute guidato dagli Houthi su X.
Washington, 15 mar. (Adnkronos) - "Sono lieto di informarvi che il generale Keith Kellogg è stato nominato inviato speciale in Ucraina. Il generale Kellogg, un esperto militare molto stimato, tratterà direttamente con il presidente Zelensky e la leadership ucraina. Li conosce bene e hanno un ottimo rapporto di lavoro. Congratulazioni al generale Kellogg!". Lo ha annunciato su Truth il presidente degli Stati Uniti Donald Trump.
Washington, 15 mar. (Adnkronos) - "Oggi ho ordinato all'esercito degli Stati Uniti di lanciare un'azione militare decisa e potente contro i terroristi Houthi nello Yemen. Hanno condotto una campagna implacabile di pirateria, violenza e terrorismo contro navi, aerei e droni americani e di altri paesi". Lo ha annunciato il presidente americano Donald Trump su Truth. Senza risparmiare una stoccata all'ex inquilino della Casa Bianca, il tycoon aggiunge nel suo post che "la risposta di Joe Biden è stata pateticamente debole, quindi gli Houthi sfrenati hanno continuato ad andare avanti".
"È passato più di un anno - prosegue Trump - da quando una nave commerciale battente bandiera statunitense ha navigato in sicurezza attraverso il Canale di Suez, il Mar Rosso o il Golfo di Aden. L'ultima nave da guerra americana ad attraversare il Mar Rosso, quattro mesi fa, è stata attaccata dagli Houthi più di una decina di volte. Finanziati dall'Iran, i criminali Houthi hanno lanciato missili contro gli aerei statunitensi e hanno preso di mira le nostre truppe e i nostri alleati. Questi assalti implacabili sono costati agli Stati Uniti e all'economia mondiale molti miliardi di dollari, mettendo allo stesso tempo a rischio vite innocenti".
"L'attacco degli Houthi alle navi americane non sarà tollerato - conclude Trump - Utilizzeremo una forza letale schiacciante finché non avremo raggiunto il nostro obiettivo. Gli Houthi hanno soffocato le spedizioni in una delle più importanti vie marittime del mondo, bloccando vaste fasce del commercio globale e attaccando il principio fondamentale della libertà di navigazione da cui dipendono il commercio e gli scambi internazionali. I nostri coraggiosi Warfighters stanno in questo momento portando avanti attacchi aerei contro le basi, i leader e le difese missilistiche dei terroristi per proteggere le risorse navali, aeree e di spedizione americane e per ripristinare la libertà di navigazione. Nessuna forza terroristica impedirà alle navi commerciali e navali americane di navigare liberamente sulle vie d'acqua del mondo".
Whasington, 15 mar. (Adnkronos) - Funzionari statunitensi hanno affermato che gli attacchi aerei contro l'arsenale degli Houthi, gran parte del quale è sepolto in profondità nel sottosuolo, potrebbero durare diversi giorni, intensificandosi in portata e scala a seconda della reazione dei militanti. Lo scrive il New York Times. Le agenzie di intelligence statunitensi hanno lottato in passato per identificare e localizzare i sistemi d'arma degli Houthi, che i ribelli producono in fabbriche sotterranee e contrabbandano dall'Iran.
Washington, 15 mar. (Adnkronos) - Funzionari statunitensi hanno detto al New York Times che il bombardamento su larga scala contro decine di obiettivi nello Yemen controllato dagli Houthi - l'azione militare più significativa del secondo mandato di Donald Trump - ha anche lo scopo di inviare un segnale di avvertimento all'Iran. Il presidente americano - scrive il quotidiano Usa- vuole mediare un accordo con Teheran per impedirgli di acquisire un'arma nucleare, ma ha lasciato aperta la possibilità di un'azione militare se gli iraniani respingono i negoziati.