“Ho cercato di prediligere il racconto assecondandone svolte e movimenti dei personaggi. Questa è una trasposizione che tenta di riconsegnare agli spettatori le grandi scene del romanzo di Elena Ferrante da cui la serie è tratta”. Parola di Saverio Costanzo, che ha firmato la regia degli otto episodi della serie tratta da “L’Amica Geniale” il best seller della misteriosa autrice italiana, la cui identità che si cela dietro lo pseudonimo continua ad essere un mistero. I primi due episodi della serie sono stati presentati oggi in anteprima alla 75esima Mostra Internazionale del Cinema di Venezia, dove Costanzo ha precisato che la stessa Ferrante è intervenuta “spesso, sempre via email” nella stesura della sceneggiatura, curata dal regista con Francesco Piccolo e Laura Paolucci.
E la storia è appunto quella raccontata dalla Ferrante. Quando l’amica più importante della sua vita sembra essere scomparsa senza lasciar traccia, Elena Greco, una donna anziana che vive in una casa piena di libri, accende il computer e inizia a scrivere la storia sua e di Lila, la storia di un’amicizia nata sui banchi di scuola negli anni Cinquanta. Ambientato in una Napoli pericolosa e affascinante, inizia così un racconto che copre oltre sessant’anni di vita e che tenta di svelare il mistero di Lila, l’amica geniale di Elena, la sua migliore amica, la sua peggiore nemica.
Ad interpretare le protagoniste nelle diverse fasi della vita sono le bravissime Elisa Del Genio, Ludovica Nasti, Margherita Mazzucco, Gaia Girace: “La recitazione, sempre in bilico, è – sottolinea il regista – alla ricerca di una densità e di una pienezza ogni volta animata dalle correnti contrarie e contraddittorie che animano i personaggi”. La voce del racconto è la stesura di un libro. “Una prima persona – spiega il regista – che accompagna lo spettatore dentro i pensieri più inconfessabili della protagonista. Una voce che ha la funzione anche di legare insieme il tempo del racconto con la stessa anarchica e sentimentale libertà delle pagine di un diario”.
Gli otto episodi “vogliono essere parte di un unico racconto” anche se “una divisione tematica li differenzia per forma filmica e struttura narrativa, ispirandosi ogni volta ai mutamenti del corpo e agli stati d’animo delle protagoniste. L’immagine, la messa in scena, i colori della serie evolvono così e si modificano con l’avanzare della storia”, conclude il regista.