Sembrava una festa annunciata ed invece a gelare Monza ci ha pensato Hamilton. Va dato merito all’inglese per come ha saputo gestire la partenza e tutta la gara, fino a giungere, grazie all’aiuto della strategia attuata dal suo muretto, al momento decisivo dell’attacco e sorpasso di Raikkonen. Tanti i demeriti invece in casa Ferrari. Cominciando da Raikkonen che è andato a chiudere Vettel come se fosse lui stesso a giocarsi il mondiale contro il suo compagno di squadra. Per certi versi ha ricordato Estoril 1990 quando Mansell chiuse Prost in lotta per l’iride contro Senna. Un episodio che rese il mondiale ancora più difficile per la Ferrari, e oggi, come allora, il mondiale si allontana sempre più da Maranello.
Poi Vettel, ancora una volta accecato dalla rabbia (forse proprio a causa della manovra del suo compagno) nel vedersi affiancato da Hamilton non ha avuto la freddezza di capire che la gara non si chiudeva alla variante della Roggia. Il quinto errore del tedesco in una stagione che, pur disponendo del mezzo migliore, lo costringe a inseguire l’inglese della Mercedes. Verrebbe da interrogarsi, ancora una volta, sul reale valore di questo pilota. Quattro mondiali vinti certo, ma con una vettura che gli permetteva di partire quasi sempre dalla pole e di andar via indisturbato per l’intera gara. Che sia veloce non si mette in dubbio ma che sotto pressione vada in tilt sembra, però, altrettanto certo. Chi gestisce il team invece avrebbe dovuto però dare indicazioni se non ordini ai piloti.
Raikkonen oggi, di certo, non ha aiutato il compagno di squadra anzi, ha favorito le condizioni che hanno portato Vettel al contatto con Hamilton. Non possiamo certamente dire che la situazione in seno alla rossa sia stata gestita come si sarebbe dovuto. Schumacher durante i debriefing faceva sempre tre domande: “Cosa abbiamo sbagliato oggi, cosa è andato bene e cosa potevamo fare meglio?” Ecco, cominciando da queste tre domande bisognerebbe iniziare a interrogarsi, analizzando anche però le reali capacità di alcuni che ricoprono posizioni di comando all’interno del team nel non creare e gestire situazioni critiche.
Un’ultima nota di demerito al pubblico. Fischiare Hamilton sul podio di Monza è quanto mai incivile e non degno di un pubblico che dovrebbe amare e saper rispettare uomini che compiono gesti eccezionali in macchina. L’inglese meritava la vittoria e gli applausi, forse la critica, però “civile”, e non da stadio, andava rivolta a qualcun altro, non a lui.