Il patto del lupo. Lo definiscono così a Palazzo Strozzi Sacrati, sede della giunta regionale della Toscana: l’assessore all’Agricoltura Marco Remaschi è andato in spedizione fino in Trentino-Alto Adige, nelle scorse settimane, per incontrare i colleghi delle Province autonome di Trento e Bolzano, Michele Dalla Piccola e Arnold Schuler, e trovare un accordo sulla gestione dei lupi, che da tempo sono tornati ad abitare anche la Toscana provocando ansie tra agricoltori e allevatori. I tre assessori si sono incontrati in un rifugio sul passo dolomitico del Pordoi per stabilire una strategia unitaria: le due regioni chiederanno a settembre ai ministri competenti (Ambiente e Agricoltura) del governo italiano e alla Commissione Agricoltura dell’Unione Europea di poter gestire in maniera autonoma il trattamento dei lupi sul proprio territorio, con la possibilità di abbattimenti selettivi.
L’assessore toscano ha annunciato che presenterà a breve una proposta di legge regionale sul modello di quelle già presentate dalle due Province autonome per fare da sé nella gestione dei lupi. “Abbiamo un eccessivo numero di predazioni e di danni subiti ogni anno dai nostri allevatori – spiega a Ilfattoquotidiano.it Remaschi – e per questo è necessario anche fare degli abbattimenti selettivi dei lupi: nessuno si diverte a prendere questo tipo di iniziative ma laddove serve per difendere il nostro mondo imprenditoriale, è necessario farlo”.
I due assessori delle Province di Trento e Bolzano, infatti, il 4 settembre saranno a Bruxelles per chiedere alla commissione Agricoltura dell’Ue di poter approvare autonomamente una normativa che regoli la gestione e, nel caso, l’abbattimento in quei territori “dove la presenza del lupo sta mettendo a rischio la sopravvivenza delle comunità agricole di montagna”. Come prevede la direttiva Habitat dell’Unione e il cosiddetto “Piano lupo nazionale” presentato dall’ex ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti, non ancora approvato per le rimostranze e i veti degli animalisti, i lupi possono essere abbattuti solo dopo un censimento completo di tutti gli esemplari, avendo scelto accuratamente quelli più aggressivi e aver sperimentato qualunque altro tipo di controllo che non preveda la loro uccisione. Proprio i tre assessori adesso chiedono all’Unione di poterlo fare in autonomia, perché lo richiedono gli agricoltori e l’emergenza delle ultime settimane.
Secondo i dati ufficiali, oggi in Italia vivono circa 2mila esemplari di lupo, di cui quasi un migliaio (tra puri e ibridi) solo in Toscana (110 i branchi) e buona parte dei restanti in Trentino-Alto Adige. Le predazioni in Toscana inoltre sono più di 500 all’anno e ogni dodici mesi la Regione è costretta a spendere circa un milione per gli indennizzi agli agricoltori. Così l’assessore regionale Remaschi farà scrivere a breve dal suo staff una proposta di legge fotocopia rispetto a quella già presentata nelle scorse settimane in Trentino Alto-Adige per gestire l’affaire lupi in autonomia rispetto allo Stato centrale: “Allo stesso tempo dobbiamo continuare con le operazioni di cattura, prevenzione e risarcimenti nei confronti dei nostri allevatori ma questo finora non è stato sufficiente”, conclude l’assessore della Regione. La proposta di legge sarà osteggiata dal ministro dell’Ambiente Sergio Costa che già ad inizio luglio ha annunciato che impugnerà la norma delle Province di Trento e Bolzano alla Consulta perché “uccidere lupi e orsi è incostituzionale”.
L’accordo a tre raggiunto mercoledì scorso e l’intenzione della Toscana di avere mano libera sull’abbattimento dei lupi ha fatto mandare su tutte le furie gli animalisti del Wwf che accusano la giunta di “demagogia” per una richiesta “incostituzionale e grottesca”. “È curioso che a chiedere di intervenire sui lupi tramite abbattimenti per limitare i danni all’allevamento sia proprio la Regione Toscana – attacca il Wwf in una nota – visto che quest’anno non ha stanziato un solo euro per la prevenzione. Questo somma al danno la beffa per gli allevatori che possono ricevere gli indennizzi solo se hanno già messo in atto misure adeguate di prevenzione”.