Il presidente eletto nel 2015 ha annunciato un pacchetto di austerità a fronte del quale spera di ottenere subito dal Fondo monetario internazionale i 50 miliardi del prestito negoziato in giugno. Ha garantito però che saranno rafforzati i piani sociali per i più bisognosi
Il presidente dell’Argentina, Mauricio Macri, ha annunciato un pacchetto di misure di austerità tra cui imposte sulle esportazioni e l’eliminazione di alcuni ministeri per ridurre il deficit di bilancio e stabilizzare l’economia. L’annuncio dell’ex presidente del Boca Juniors ed imprenditore è arrivato al termine di una settimana di fuoco in cui il peso si è svalutato del 30% sul dollaro costringendo la Banca centrale a elevare i tassi di interesse al 60%, il livello più alto al mondo. Macri chiede ora al Fondo monetario internazionale di erogare subito, e non “a rate”, i 50 miliardi del prestito stand by concesso a Buenos Aires in cambio di un serrato piano di austerità.
Il presidente di centro-destra, eletto nel dicembre 2015, ha ammesso in un discorso alla nazione che l’Argentina sta affrontando “un’emergenza”. “Dobbiamo affrontare un problema fondamentale: non spendere più di quello che abbiamo, fare sforzi per bilanciare i conti dello stato”, ha detto parlando in tv. L’Argentina è uno dei maggiori esportatori al mondo di mais e olio di soia. Rivolgendosi agli esportatori agricoli su cui peseranno le nuove tasse sull’export, il presidente ha detto: “Sappiamo che è una tassa cattiva, ma vi chiedo di capire che si tratta di un’emergenza, abbiamo bisogno in questo momento di un sacrificio che chi ha deve fare”.
“Con questa misura, con un governo ridotto e agile, con la lotta alla corruzione e con il nuovo accordo che stiamo negoziando con il Fondo monetario internazionale – ha aggiunto – riusciremo a costruire il Paese che tutti desideriamo”. Il fallimento dell’Argentina, ha infine sostenuto, “è che uno dei Paesi potenzialmente più ricchi del mondo abbia un terzo della popolazione in condizione di povertà“. Diversi ministeri saranno eliminati, il che si tradurrà in una diminuzione del budget e del personale. Il ministro dell’Economia, Nicolas Dujovne, ha riconosciuto in conferenza stampa che “sono stati commessi errori” nella gestione dell’economia e ha annunciato misure per ridurre il deficit di bilancio all’1,3% del Pil nel 2019. Dujovne ha parlato prima di volare a Washington per un incontro con il Fondo Monetario che si terrà domani per arrivare a un accordo che acceleri l’erogazione del prestito di 50 miliardi di dollari concordato a giugno.
In un discorso fra i più lunghi da lui pronunciati come presidente, Macri ha ricordato che nel suo programma di governo c’erano tre punti chiave: “L’equilibrio dei conti pubblici, l’ampliamento del lavoro formale e la costruzione di uno Stato senza corruzione”. Il capo dello Stato ha poi attribuito la responsabilità della situazione agli esecutivi precedenti: “Abbiamo ricevuto un Paese che spendeva più di quello che aveva” e, ah rivendicato, “abbiamo frenato un cammino che ci portava ad essere un Venezuela“. La svalutazione, ha aggiunto, “porterà maggiore povertà in Argentina”, ed “è per questo che saranno rafforzati alcuni piani sociali come la Sovvenzione universale per i figli, i piani di sostegno alimentare e lo sviluppo di un piano di prezzi controllati“. “Supereremo la crisi prendendoci cura dei più bisognosi”, ha rassicurato. Nella capitale i senzatetto sono aumentati del 30% in un anno.