Il Consiglio di Stato ha rimesso alla Corte costituzionale la questione della legittimità della norma attuativa della Buona scuola: consentire l'accesso solo a chi ha l'abilitazione "costituirebbe un’irragionevole disparità di trattamento rispetto ai laureati", scrivono i giudici amministrativi
Il concorsone riservato ai docenti abilitati finisce sotto la lente della Corte Costituzionale. A deciderlo, con un’ordinanza firmata nei giorni scorsi e depositata lunedì, è stato il Consiglio di Stato, rimettendo alla Consulta la questione della legittimità di una norma attuativa della legge sulla ‘Buona scuola‘: quella che riserva il concorso per la scuola secondaria ai soli laureati in possesso dell’abilitazione all’insegnamento. E nel farlo ha ammesso con riserva alla selezione i candidati esclusi, cioè quelli in possesso della sola laurea più un certo numero di crediti qualificanti.
“Nel periodo dal 1990 al 2017, quando l’abilitazione era titolo necessario per accedere ai concorso – scrivono i giudici – averla conseguita o meno è dipeso da un complesso di circostanze casuali, non dipendenti dalla diligenza o dal merito dell’interessato, cosicchè, il mantenere la riserva agli abilitati costituirebbe un’irragionevole disparità di trattamento rispetto ai laureati.”
Il percorso delle prove, però, già partito da molti mesi, continua. I giudici amministrativi, infatti, hanno optato per non sospendere il concorso.