Basta Netflix? Nessuna polemica o misterioso progetto musicale ma geniale campagna marketing. Da giorni la città di Milano è tappezzata di cartelloni pubblicitari realizzati con lo stesso stile della piattaforma: un fondale nero e una scritta in rosso che recita appunto “Basta Netflix”. Fin da subito passanti, curiosi e appassionati di Stranger Things, Better Call Saul e La Casa di Carta hanno drizzato le antenne mentre migliaia di utenti sul web e sui social s’improvvisavano detective. Ma mentre l’hashtag #BastaNetflix si diffondeva a macchia d’olio grazie a post Instagram di cartelloni scoperti per tutta Milano e al merchandising esibito anche da altri “influencer” come i calciatori Ciro Immobile e Papu Gomez, la showgirl Giorgia Palmas e il rapper Jake La Furia, il mistero nelle ultime ore sembra essersi avvicinato alla soluzione.
Le home page dei profili social di Netflix Italia, infatti, son state tutte quante aggiornate con la stessa immagine: “Basta Netflix”. È la prova che dietro ai cartelloni c’è Netflix? Sembrerebbe di sì. Contattata dal nostro giornale, l’ufficio stampa dell’azienda non ha confermato l’azione ma non l’ha nemmeno smentita, lasciando quindi un buon margine di veridicità ad una deduzione, a questo punto, non del tutto campata per aria. Questo anche perché Netflix non è nuova a campagne pubblicitarie innovative e volutamente ambigue. Se guardato con attenzione, infatti, il “Basta Netflix” si offre a diverse interpretazioni: come uno stop urlato a caratteri cubitali alla piattaforma di streaming, certo, ma anche come un sornione “basta Netflix per essere felici”. In effetti già nel 2017 nelle città di New York e Los Angeles la stessa società aveva fatto circolare affissioni con lo slogan “Netflix is a joke” (“Netflix è uno scherzo”) per rivelarsi poi un’azione di marketing per lanciare spettacoli comici.
Nelle primissime ore, erano circolate comunque le ipotesi più svariate. Per molti si trattava di una campagna di critica contro la piattaforma di streaming più usata e famosa al mondo. Un indizio, in questo senso, per alcuni poteva essere il font utilizzato dai cartelloni che, ad occhio nudo, appare diverso quello originale. Ipotesi, tuttavia, scartata fin da subito. Altri invece hanno pensato ad un progetto musicale legato al duo Coma_Cose, tra i primi ad essere beccati sui social con t-shirt che replicavano i manifesti. È stato direttamente il loro ufficio stampa, però, a smentire la notizia confermando che “la foto dei ragazzi con la scritta “Basta Netflix” non è legata alla loro attività discografica e/o artistica”. Che sia quindi in arrivo qualche sorpresa proprio per l’Italia? Gli indizi ci sono tutti. Caso chiuso? Aspettiamo che Netflix confessi.