L’inchiesta scattò dopo la denuncia presentata dall'ex premier nel 2016 che sarebbe stato messo in atto da Giovanna Rigato, showgirl e un tempo ospite alle serate ad Arcore, ai suoi danni. La donna, stando all'accusa, avrebbe chiesto un milione di euro per non cambiare la sua versione sulle cene eleganti di Arcore
Passa da Milano a Monza l’inchiesta su un presunto tentativo di estorsione denunciato dallo stesso Silvio Berlusconi nel 2016 che sarebbe stato messo in atto da Giovanna Rigato, showgirl e un tempo ospite alle serate ad Arcore, ai danni dell’ex premier il quale in questa tranche di indagine, nata dal caso Ruby ter, risulta parte offesa, tanto che nel febbraio del 2017 si presentò per una deposizione negli uffici dei pm milanesi. Il procuratore aggiunto Tiziana Siciliano e il pm Luca Gaglio hanno trasmesso gli atti all’altra Procura lombarda, guidata da Luisa Zanetti. Rigato, come ha raccontato anche il leader di Fi ai pm milanesi (ai quali era arrivato un esposto dalla difesa dell’ex Cavaliere) alla presenza dei legali Ghedini e Cecconi (veniva sentito come indagato in procedimento connesso), avrebbe preteso un milione di euro e avrebbe minacciato l’ex premier dicendo che, se non li avesse ottenuti, avrebbe cambiato versione sul caso Ruby sui media. Il tentativo di estorsione sarebbe avvenuto ad Arcore e da qui la competenza di Monza.
Circa un anno fa le indagini milanesi sul tentativo di ricatto stavano per essere chiuse, ma poi gli inquirenti, a seguito di approfondimenti portati avanti anche in questi mesi, si sono resi conto che la competenza territoriale sul fascicolo era della Procura di Monza, perché l’ormai ex ‘olgettina’ avrebbe minacciato Berlusconi direttamente a villa San Martino, la sua residenza di Arcore. Nel novembre 2016 era emerso che Berlusconi – assolto in via definitiva per il caso Ruby e imputato a Milano, assieme ad altre 27 persone, tra cui la stessa Karima El Mahroug, nel processo Ruby ter per corruzione in atti giudiziari, perché avrebbe pagato le ragazze in cambio del silenzio o di versioni favorevoli – aveva denunciato Rigato.
In particolare, stando alle indagini, la showgirl avrebbe iniziato a chiedere i soldi a partire dal settembre 2016 rivolgendosi direttamente anche all’ex premier con visite ad Arcore, oltre che ai suoi legali, dicendo che se non avesse ottenuto quanto richiesto sarebbe andata a parlare sui media delle serate a villa San Martino, smentendo la versione delle “cene eleganti”. Berlusconi nella deposizione in Procura di un anno e mezzo fa, comunque, non aveva risparmiato parole di dispiacere per Giovanna Rigato cercando in qualche modo di giustificarla, spiegando che forse le sue pretese erano state dettate da difficoltà economiche: anche lei, infatti, rientra nel novero delle ragazze rovinate, stando alla linea dell’ex premier, dal processo Ruby e rimaste senza lavoro.