La polizia britannica ritiene di aver raccolto "sufficienti indizi" nei confronti di Alexander Petrov e Ruslan Boshirov per ritenerli i responsabili dell'avvelenamento dell'ex spia Sergei Skripal e di sua figlia Yulia, avvenuto in un parco di Salisbury lo scorso marzo
Un mandato di cattura internazionale è stato emesso contro due presunti cittadini russi per la tentata uccisione a marzo dell’ex spia Sergei Skripal e di sua figlia Yulia. La polizia britannica ritiene di aver raccolto “sufficienti indizi” nei confronti di Alexander Petrov e Ruslan Boshirov. Indizi confermati anche dal premier Theresa May, che alla Camera dei Comuni ha spiegato che tracce dell’agente nervino Novichok – nascosto in una falsa boccetta spray di profumo Nina Ricci – sono state trovate nella stanza del Citystate, l’albergo a est di Londra occupato a marzo dai due.
Mosca: “Provocazione Uk” – May ha confermato anche che i due russi sono sospettati, sebbene per ora non incriminati, pure per il successivo avvelenamento accidentale di Charlie Rowley e Dawn Sturgess. Petrov e Boshirov, ha precisato ma il numero due di Scotland Yard Neil Basu, viaggiavano probabilmente sotto falso nome. Al momento, secondo quanto comunicato, Londra non intende chiederne l’estradizione a Mosca, che considera “una provocazione” le accuse che arrivano dalla Gran Bretagna. “Abbiamo detto fin dall’inizio – ha detto il rappresentante permanente del Cremlino presso l’Opac, Aleksandr Shulghin – che la Russia non ha nulla a che fare con quanto avvenuto a Salisbury“. Ma il Regno Unito va avanti per la propria strada e nel pomeriggio ha convocato l’incaricato d’affari di Mosca, in assenza dell’ambasciatore a Londra, per notificare gli atti d’indagine.
Identificati a luglio – A luglio, i media londinesi, citando fonti vicine all’indagine, avevano annunciato l’identificazione delle persone ritenute responsabili dell’avvelenamento degli Skripal in un parchetto di Salisbury. Il 66enne ex colonnello del Gru e la sua figlia di 33 anni vennero ritrovati il 4 marzo su una panchina in gravi condizioni dopo aver inalato un gas nervino, il Novichok, che i britannici ritengono essere stato prodotto in Russia.
La ricostruzione – L’agente nervino sarebbe stato portato in Gran Bretagna nascosto in una falsa boccetta spray di profumo Nina Ricci. Lo ha riferito Basu, che è responsabile antiterrorismo, nella conferenza stampa in cui ha annunciato il mandato di arresto contro due sospetti russi, individuati da telecamere a circuito chiuso in una serie di immagini. Risultano essere arrivati a Londra da Mosca in aereo il 2 marzo, aver dormito in un albergo a est della capitale e viaggiato in treno due volte a Salisbury (avvicinandosi anche alla casa di Skripal), il 3 e il 4, prima di ripartire per Mosca la sera di quest’ultimo giorno.
Chi è Sergei Skripal – Il colonnello Skripal era una doppia barba finta: in passato era stato infedele nei confronti del Gru, il servizio segreto militare di Mosca. Tradì per soldi, che il Mi6britannico gli portava in contanti in Spagna in cambio di informazioni su 300 suoi colleghi russi. Aveva iniziato mentre l’Unione Sovietica si dissolveva e il doppio gioco era continuato per anni. Fino a quando, nel 2004, era stato scoperto e processato. Condannato per alto tradimento, Skripal ha scontato solo una parte della pena. Nel 2010 il suo nome è poi finito nella lista degli agenti che Mosca aveva scambiato per far rientrare in patria dieci spie scoperte dagli Stati Uniti.
I dubbi sul suo ritorno in pista – Fra le piste investigative più accreditate, secondo i media britannici, c’è quella legata al sospetto che l’ex spia possa aver “violato i patti” che otto anni fa gli avevano garantito la grazia in patria, ricominciando a collaborare “da freelance” con agenzie private di ex 007 britannici. Si spiegherebbe così la sua presenza proprio a Salisbury, nel sud dell’Inghilterra, in una zona dove vivono altre ex spie britanniche che Skripal conoscerebbe da tempo.
La crisi diplomatica dopo l’avvelenamento – Dopo l’attacco del 4 marzo, nel quale era rimasto contaminato anche il poliziotto locale Nick Bailey, è scoppiata una crisi internazionale, culminata nell’espulsione di oltre 100 diplomatici russi tra Europa, Canada e Stati Uniti. Un’iniziativa a cui aveva partecipato anche l’Italia “perché vincolati dalla solidarietà atlantica, non perché noi avessimo delle lamentele su ostilità in Italia, che non ci sono state e non credo ci saranno”, spiegò all’Ansa l’ambasciatore italiano a Mosca, Pasquale Terracciano. All’iniziativa dei Paesi europei era seguita la contromisura del Cremlino che aveva a sua volta allontanato decine di diplomatici britannici per “riequilibrare” il conto.