Una nudità oscurata senza nemmeno essere nuda è forse un record. Se gli algoritmi che proteggono gli utenti dei social network da contenuti turpi e violenti rientrano nella definizione di “intelligenza artificiale”, su cotanta intelligenza mi pare ci sia da opinare.

La “Donna vitruviana” dell’Associazione Luca Coscioni, ispirata al celebre disegno di Leonardo da Vinci – ma con in mano microscopio, pillole anticoncezionali, vegetali geneticamente modificati e una gamba bionica – è lì a simboleggiare le nostre lotte e ad invitare tutti a partecipare al nostro XV Congresso (5/7 ottobre a Milano, Università Statale). Abbiamo provato a “promuoverla” su Facebook ma… niente da fare. A nulla è valsa una foglia (va bene, non di fico, ma di… marijuana) a coprire la vagina, né un bebé in braccio (a evocazione dell’abolizione della legge contro la fecondazione assistita) a coprire i seni. Gli amici di Facebook sono stati implacabili:

Salve Pietro (Migliorati NdR),
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Va bene, non è una tragedia e non facciamo le vittime. Anzi, ci scherziamo anche sopra: abbiamo già preparato una versione coperta del disegno, una Donna vitruviana con polo rossa e bermuda grigio scuri, che sembra vestita apposta per… uscire a cena con Mark Zuckerberg. Siamo anche fiduciosi che Facebook rimedierà a breve. Ma il problema non è tanto il nostro. Il rischio vero è che nell’era della lotta alle fake news l’automatizzazione dei controlli possa portare a nuove forme nemmeno troppo sottili di censura e di attentato alla libera circolazione delle informazioni e della conoscenza. Chi ha strumenti o soldi per eccepire con efficacia vedrà forse il proprio caso risolto. Ma gli altri?

Al Congresso di Milano parleremo anche di questo: di come la rivoluzione tecnologica – dalla genomica all’intelligenza artificiale – può essere messa al servizio del potenziamento delle libertà civili e della democrazia, invece di lasciare che accada l’opposto.

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