È il primo giorno della “settimana decisiva”, come l’ha definita il ministro Luigi Di Maio. Quella in cui riparte il dialogo tra ArcelorMittal e i sindacati al tavolo istituzionale alla ricerca di un’intesa che spingerebbe il governo a far entrare gli acquirenti di Ilva negli stabilimenti dal 15 settembre, quando scadrà la proroga del commissariamento. Se sul fronte ambientale tutto appare definito con la garanzia di non aumentare le emissioni inquinanti nel caso in cui la produzione superasse le 6 milioni di tonnellate e, come anticipato da Ilfattoquotidiano.it, tempi più stretti per la fine dei lavori di copertura dei parchi minerari, il nodo esuberi resta centrale per diradare le nebbie attorno al futuro del siderurgico. Per questo, si va verso una trattativa no-stop destinata a protrarsi almeno fino a notte con una serie di “riunioni ristrette”, iniziate alle 15.30, alle quali per il Mise partecipa il dg Giampiero Castano.

Arcelor: “200 assunti e garanzie dopo 2023 ma costo del lavoro invariato”
I sindacati, per i quali resta convocato lo sciopero dell’11 settembre, hanno chiesto a Di Maio di chiarire sulla legittimità o meno della gara vinta da AmInvestco, cordata guidata da Arcelor. Una volta ricevute le garanzie a riguardo, con la certezza che l’assegnatario è il gruppo basato in Lussemburgo, è iniziato il confronto con l’azienda. Che riparte dal muro contro muro degli scorsi mesi. Con la novità che gli emissari di Arcelor sono arrivati al tavolo con una nuova proposta: in un documento di sintesi di 8 pagine, l’azienda garantisce che “verrà formulata una proposta di assunzione a tempo indeterminato a 10.300 lavoratori” e specifica che le assunzioni saranno ripartite in 10.100 entro il 31 dicembre 2018 e 200 entro il 31 dicembre 2021. Duecento in più rispetto a quanto garantito finora. In più, a pagina 7, viene messo nero su bianco l’impegno a formulare “una proposta di assunzione” ai lavoratori Ilva in esubero rimasti “non prima del 23 agosto 2023”, che non abbiano già “beneficiato di altre misure o opportunità”, come l’incentivo all’esodo, e non abbiano “già ricevuto una proposta di assunzione presso un’affiliata”. Con la specifica, che le organizzazioni sindacali si impegnino a riconoscere “la rilevanza dell’impegno assunto” e quindi “si impegnano a raggiungere in buona fede”, qualora dovessero aggiungersi nuove assunzioni, “specifiche intese, comprese riduzioni dell’orario di lavoro, che consentano di assicurare costi del lavoro invariati“.

Palombella (Uilm): “Distanze ancora molto marcate”
Al momento, le proposte di Arcelor non vengono ritenute abbastanza, nonostante quello “zero esuberi” al 2023 promesso ai metalmeccanici seppur con la clausola pesante del costo del lavoro invariato. Ed è questo uno dei nodi che viene affrontato nella seconda seduta che continua ad oltranza. Oltre alla questione del costo del lavoro, i sindacati ritengono poche le 10.300 assunzioni al 2021 visto che Arcelor in passato era arrivata a garantire 10.500 e sottolineano come il piano debba essere slegato dall’amministrazione straordinaria e vincolato al piano industriale. Per Francesca Re David (Fiom) si è “lontanissimi da un accordo. Bisogna vedere quali modifiche sostanziali sono sul tavolo. Continuiamo a chiedere che non ci siano esuberi, che ci sia piena occupazione e che ci sia pieno riconoscimento dei diritti salariali e sindacali. Nessuno di questi punti è garantito”. Il segretario generale della Uilm, Rocco Palombella, rimarca come l’unica apertura “è che da 10.000 passerebbero a 10.300 le persone da assumere”. Al momento, secondo Palombella “non ci sono le condizioni per arrivare in tempi brevi a formulare un’intesa” e il clima che si respira nella riunione “è pesante, ma noi non abbandoneremo il tavolo e andremo avanti per tutto il tempo necessario”.


di Alberto Sofia

Luigi Di Maio si dice fiducioso
“Sono fiducioso per una semplice ragione: il tavolo sindacale si incontra con la procedura di annullamento della gara. La legge mi dice che se il tavolo arriva ad un risultato migliorativo rispetto a quello che aveva ottenuto il governo precedente, e non ci vuole molto, allora la gara non si può annullare – aveva spiegato Di Maio prima dell’inizio del tavolo – Poi provvederemo a tutto quello che bisognerà fare sugli accertamenti di chi ha creato una gara illegittima e l’ha messa in piedi”. 

Così i sindacati prima dell’ingresso
“Fino a questo momento il Governo è sembrato più volte tentennante sulla questione dell’Ilva e quindi adesso apprendiamo positivamente il fatto che l’accordo sindacale finalmente diventa vincolante ai fini del percorso di aggiudicazione – ha detto a poche ore dall’inizio dei lavori il segretario generale della Uilm, Rocco Palombella – È inevitabile che noi oggi vogliamo mettere la parola fine all’inquinamento, agli esuberi e a una questione che ha dilaniato il paese e soprattutto la città di Taranto, quella di una contrapposizione tra ambiente e occupazione”. L’incontro di oggi “mi auguro sia con questo spirito, lo spirito di una trattativa che sicuramente è in salita, ma che alla fine giunga a un accordo che soddisfi le parti e soprattutto che non ci siano esuberi”, ha aggiunto Palombella sottolineando di aver sempre detto che ci devono essere zero esuberi e che solo cosi si dimostrerà che il piano ha la sua credibilità. Sul futuro dell’Ilva, ha detto invece la segretaria generale della Fiom, Francesca Re David, “se di Maio dice che entro stanotte c’è la possibilità di fare l’accordo, mi aspetto che che ci sia tutto sulla piena occupazione, tutto sui salari, tutto sui diritti e tutto sull’accordo di programma di Genova“. Poi ha aggiunto: “Se non è così, significa che si deve fare una trattativa con il sindacato che poi deve far approvare l’accordo dai lavoratori. Quindi, se di Maio si aspetta che si concluda oggi, mi aspetto che ci sia un risultato pieno perché il sindacato non firma intese fatte da altri”.

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