“Intendiamo presentarci ai mercati e all’Europa con una legge di bilancio seria che faccia crescere l’economia di questo paese nel rispetto di tutti i vincoli Ue. E’ chiaro che non faremo tutto subito, né gli italiani se lo aspettano. Ci saranno opzioni a un anno, a due anni e a tre anni“. Il leader leghista e vicepremier Matteo Salvini, intervistato dal Sole 24 Ore, dilaziona i tempi per la realizzazione delle promesse elettorali e conferma la nuova linea morbida nei confronti di Bruxelles inaugurata martedì sera dopo la riunione con i capigruppo di Camera e Senato e i responsabili economici del Carroccio sulla manovra. Una linea concordata con gli alleati di governo: a palazzo Chigi si è tenuto mercoledì mattina un vertice sulla manovra con il presidente del consiglio Giuseppe Conte, l’altro vicepremier Luigi Di Maio, il ministro dell’Economia Giovanni Tria e il sottosegretario Giancarlo Giorgetti. E sia Di Maio sia Conte hanno confermato la volontà di tenere i conti in ordine e garantire stabilità.
“Ho chiesto ai miei uomini dei conti di ragionare sempre e comunque sull’arco del triennio, previsto dal Def. Perché questa non sarà una manovra mordi e fuggi”, spiega Salvini. “Se vogliamo governare a lungo, non possiamo far saltare i conti“. Dopo il vertice il leader leghista ha evocato il “modello Aquarius traslato in materia economica”. Anche per Di Maio la manovra 2019 “terrà i conti in ordine ma sarà coraggiosa, rassicurerà i mercati ma anche le famiglie che hanno bisogno, i cui figli non trovano lavoro”. Il premier Conte ha aggiunto che la legge di Bilancio punterà a “perseguire un pieno rilancio sul piano economico-sociale: sarà una manovra nel segno della crescita nella stabilità” e “stiamo lavorando alle riforme strutturali a favore della competitività del sistema-paese che saranno parte qualificante del Piano nazionale Riforme”. Una moderazione di toni che è piaciuta a Confindustria (per il numero uno Francesco Boccia “le parole di Salvini fanno ben sperare alle imprese”) si è riflessa in un nuovo calo dello spread: in apertura il differenziale di rendimento fra Btp e Bund tedesco è sceso a 263 punti per poi ripiegare a 256, contro i 265,4 della chiusura di ieri, mentre lunedì il differenziale aveva sfondato i 290 punti. Il rendimento del titolo decennale italiano è tornato sotto il 3 per cento.
“Flat tax a partire dai piccoli”. Ipotesi tre aliquote al 5, 15 e 20% – In concreto, dalle parole di Salvini emerge la conferma di una frenata rispetto alle promesse elettorali. Per quanto riguarda il suo cavallo di battaglia, la flat tax, è confermata l’ipotesi di un avvio graduale a partire dalle partite Iva, che dovrebbero vedere salire fino a 100mila euro il reddito la soglia di reddito sotto la quale possono accedere alla tassazione forfettaria: “Do per acquisito l’innalzamento dei minimi a cui applicare un forfait. L’obiettivo è che ci siano alcuni milioni di italiani che già dall’anno prossimo paghino meno tasse“. Il ministro, all’inizio del colloquio con il quotidiano di Confindustria, lascia aperto uno spiraglio per chi non è lavoratore autonomo sostenendo che sarà avviata “a cominciare dai più piccoli” ma “bisogna vedere se si parte dalle famiglie o dalle partite Iva”. Ma Il Sole dà conto di un piano che prevede una “flat tax a tre aliquote“, ossimoro messo a punto per tenere insieme l’aliquota agevolata al 15%, che spetterebbe a chi ha ricavi fino a 65mila euro, con una ancora più bassa (5%) riservata alle start up e una al 20% per i redditi tra 65mila e 100mila euro. Quanto alla riduzione degli scaglioni Irpef (dagli attuali 5 a 3) e delle relative aliquote, “sarebbe già un passo avanti. Ci siamo dati una settimana di tempo per valutare tutte le opzioni”.
“Ci sarà reddito di cittadinanza. Per andare in pensione quota 100 da subito e senza paletti” – Nessun dettaglio sul reddito di cittadinanza caro ai 5 Stelle – “Non è la mia specializzazione” – ma c’è l’assicurazione che “ovviamente ci sarà“. No, però, all’abolizione del bonus fiscale degli 80 euro introdotto da Renzi per finanziare altre misure: “Fino a quando gli italiani non avranno l’aliquota al 15% gli 80 euro resteranno”. Un ulteriore taglio del cuneo poi “è uno dei temi su cui stiamo lavorando. Così come sulla necessità di scongiurare l’aumento dell’Iva. Il lavoro non si crea per legge, ma aiutando chi lo produce, che è il privato”. L’altra priorità del Carroccio è l’intervento sulle pensioni: “Quota 100 (somma di età e anni di contributi versati, ndr) da subito“, è la parola d’ordine, e “senza paletti”, perché “confrontandomi con medie e grandi aziende, abbiamo calcolato che il diritto alla pensione di un 62enne, faccio una cifra a caso, vale un posto e mezzo in più per un giovane. E molti imprenditori mi hanno garantito che se potessero alleggerirsi della manodopera più anziana tornerebbero subito a occupare giovani”. Una misura, l’uscita dal lavoro anticipata per tutti, i cui costi sarebbero però superiori ai 5 miliardi quantificati dall’economista Alberto Brambilla ipotizzando un minimo di 64 anni per andare a riposo: Salvini sostiene che “secondo alcuni organismi varia dai 6 agli 8 miliardi“.
“La pace fiscale estesa anche alle multe” – Per quanto riguarda le fonti di copertura Salvini mette al primo posto la pace fiscale anticipando anche che potrebbe essere estesa alle multe, “come molti sindaci ci chiedono”. Dal canto suo il vicepremier M5S Luigi di Maio, intervistato su Radio Radicale, ha anticipato: “Taglieremo tutto quello che non serve nei ministeri e nella spesa improduttiva. Poi, tutto quello che ci serve in più dovrà essere oggetto contrattazione con Ue. Inizia una fase in cui l’Italia a quei tavoli chiede di raggiungere degli obiettivi. Stiamo decidendo come spendere i soldi che abbiamo e quanto utilizzare di investimenti in deficit per soddisfare quello che abbiamo garantito nel nostro Contratto di governo”.
“Tap? Fondamentale che gli italiani possano pagare bollette meno care” – Restano, tra i due alleati di governo, i contrasti su alcuni dossier importanti come il Tap. I 5 Stelle sono contrari, Salvini ieri ha incontrato Tony Blair, l’ex premier laburista inglese che ora è consulente del gruppo che sta costruendo il gasdotto. “Ritengo fondamentale che gli italiani possano pagare bollette meno care”, dice il vicepremier leghista. “Rispetteremo l’ambiente e gli ulivi ma i benefici del Tap sono superiori ai costi. L’Italia non deve essere spettatrice della partita energetica”. Visioni diverse anche sul futuro della gestione autostradale dopo il crollo del Ponte Morandi: “La Pedemontana veneta può essere un modello: la gestione è di un privato, ma sul pedaggio il ritorno del pubblico è alto”.