Cinquanta migranti che dalla nave Diciotti erano stati trasferiti nel centro di Rocca di Papa si sono allontanati e risultano irreperibili. Un evento che ha fatto scoppiare una polemica a distanza tra il ministero dell’Interno e la Lega, da una parte, e la Caritas dall’altra.

Secondo il Viminale, 6 delle persone arrivate nel porto di Catania a bordo del pattugliatore della Guardia Costiera, e poi trasferite il 31 agosto nel centro di accoglienza alle porte di Roma, hanno fatto perdere le proprie tracce già il primo giorno di trasferimento. A questi si aggiungono 2 eritrei destinati alla Diocesi di Firenze, che se ne sono andati il 2 settembre. Altri 19 non sono rientrati il 3 settembre, mentre per 13 l’allontanamento è stato riscontrato ieri (questi erano in attesa di essere trasferiti in diverse diocesi). “Sono in corso altre verifiche – si legge nella nota diramata dal dicastero – le persone che si sono allontanate si erano limitate a manifestare l’interesse per formalizzare la domanda d’asilo. Tutte erano state identificate con rilievi fotodattiloscopici (erano state prese loro le impronte digitali, ndr) e inserite in un sistema digitale europeo” di identificazione.

Al centro di Rocca di Papa, la struttura individuata dalla Cei per ospitarle prima venissero distribuite in altre diocesi, restano un centinaio di persone. “Per la legge – dichiarano in una nota i sottosegretari all’Interno Nicola Molteni e Stefano Candiani, entrambi della Lega – queste persone hanno libertà di movimento e quindi non sono sottoposte alla sorveglianza dello Stato. Erano così disperate che hanno preferito rinunciare a vitto e alloggio garantiti per andare chissà dove. È l’ennesima prova che chi sbarca in Italia non sempre scappa dalla fame e dalla guerra, nonostante le bugie della sinistra e di chi usa gli immigrati per fare business”.

Puntuale è arrivato anche il commento di Matteo Salvini: “Più di 50 degli immigrati sbarcati dalla Diciotti erano così ‘bisognosi’ di avere protezione, vitto e alloggio, che hanno deciso di allontanarsi e sparire! – scrive il ministro dell’Interno su Facebook – Ma come, non li avevo sequestrati? È l’ennesima conferma che non tutti quelli che arrivano in Italia sono ‘scheletrini che scappano dalla guerra e dalla fame'”, scrive il capo del Viminale. Il riferimento è alle testimonianze degli operatori di Save The Children e di Terres des Hommes che negli ultimi giorni della loro permanenza sulla nave nel porto di Catania avevano descritto i migranti – in maggioranza eritrei – come “denutriti, magrissimi, scheletri ridotti pelle e ossa”. “Lavorerò ancora di più per cambiare leggi sbagliate e azzerare gli arrivi”, conclude Salvini.

La Caritas, per voce del suo direttore don Francesco Soddu, sottolinea che non si tratta di una “fuga”. “Si fugge da uno stato di detenzione – dice – e è non questo il caso. Nessuno vuole rimanere in Italia, si sa”. La struttura, peraltro, non ha il compito di trattenere i suoi ospiti che possono scegliere di allontanarsi volontariamente prima o dopo. I migranti, spiega ancora don Soddu all’Ansa, “potranno chiedere asilo ricominciando quella procedura che era stata avviata nelle nostre strutture, a partire dal centro di accoglienza straordinaria” di Rocca di Papa che è uno snodo rispetto alle strutture delle Caritas diocesane che si sono offerte per una accoglienza a lungo termine.

In tarda serata è intervenuto anche Danilo Toninelli: l’irreperibilità dei 50 migranti della nave Diciotti “è un fatto gravissimo”, ha detto il ministro delle Infrastrutture a In Onda, aggiungendo di aver pensato, appena appresa la notizia, “all’Unione europea e a una maggiore responsabilità”. “Se i Paesi europei avessero collaborato – ha detto – non sarebbe accaduto tutto questo. Il problema migratorio non può essere gestito solo dall’Italia”.

Proprio oggi al centro Mondo migliore di Rocca di Papa è arrivato il cardinale Konrad Krajewski, l’elemosiniere pontificio, colui che per ruolo svolge a nome del Santo Padre il servizio di assistenza verso i poveri. Per volere di Papa Francesco oggi sono stati distribuiti circa 20mila gelati in case di accoglienza e mense di poveri di Roma, offerti da una fabbrica che voleva condividerli con i più bisognosi: 1.300 di questi gelati sono arrivati anche al centro di Rocca di Papa.

Community - Condividi gli articoli ed ottieni crediti
Articolo Precedente

Carrara, al festival Con_vivere le trasformazioni del lavoro nella storia e la sfida dei diritti nell’era della precarietà

next
Articolo Successivo

Milano, i racconti delle famiglie sgomberate: “Bambini terrorizzati. Ora non possiamo vivere sotto i ponti”

next