Il futuro delle case popolari di Roma, e dell’ente che le gestisce, nelle mani di Enrico Laghi. Il 10 agosto scorso l’Ater di Roma ha affidato allo studio diretto dall’attuale (fra le altre cose) commissario dell’Ilva di Taranto e di Alitalia una consulenza da 35.000 euro più iva per “l’analisi delle Attività e Passività di natura finanziaria dell’Azienda, finalizzata alla definizione di un Piano di Rientro dall’esposizione debitoria”. Prima dell’estate il presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti, aveva nominato il nuovo direttore generale, Andrea Napoletano, 40enne manager che ha da poco concluso la sua esperienza come capo segreteria dell’ex ministro Carlo Calenda.
Obiettivo di Napoletano è quello di provare a risanare un’azienda strozzata dai debiti, in particolare quelli con l’Agenzia delle Entrate. L’ex Equitalia reclama il pagamento di ben 534 milioni di euro dovuti ad anni di Ici e Imu mai corrisposti. Nel 2017, l’azienda regionale aveva aderito al programma governativo per la rottamazione delle cartelle, operazione che non si è mai rivelata semplice da portare a termine: con l’aiuto di fondi straordinari “prestati” dal bilancio regionale, Ater era riuscita a versare solo 92 milioni dei 126 milioni previsti nelle prime due rate, mentre ha completamente bucato la terza in scadenza il 31 luglio 2018, facendo risalire il proprio debito da 287 milioni fino a quota 453 milioni (dunque al netto di quanto già corrisposto). Spetterà proprio allo studio Laghi supportare l’ex braccio destro di Calenda nella redazione di un piano industriale che porti l’Agenzia delle Entrate a non pignorare i conti e far rientrare Ater in un nuovo programma di rottamazione.
Attualmente lo Studio Laghi è coinvolto in alcune delle più spinose e difficili partite economico-finanziarie nazionali. Il suo titolare, Enrico Laghi, ricopre ben 20 incarichi in 19 imprese, 11 delle quali è rappresentante diretto. Fra queste, come detto, quelle del gruppo Ilva (Ilva Spa, Innse Cilindri, Ilvaform, Ilva Servizi Marittimi, Sanac e Taranto Energia) e del gruppo Alitalia (Alitalia Cityliner e Alitalia Spa), in cui svolge il ruolo di commissario straordinario, mentre in passato è stato anche nel cda di Unicredit e della società immobiliare Prelios Spa. Dato in ottimi rapporti con Francesco Gaetano Caltagirone, nel contesto romano è noto anche per essere tuttora il presidente del Collegio Sindacale di Acea Spa. Seppur nemmeno minimamente sfiorato dall’inchiesta sullo stadio dell’As Roma a Tor di Valle, lo Studio Laghi compare anche nelle carte dei pm, nominato dall’ex numero di Eurnova, Luca Parnasi, che pensava di affidargli un incarico di consulenza (ipotesi mai concretizzata).
Come detto, la situazione dell’Ater Roma è molto delicata. Il nuovo direttore generale, in una riunione ristrettissima convocata al ritorno dalle ferie estive, ha spiegato ai suoi collaboratori che “l’obiettivo è fare di tutto per rilanciare un’azienda fondamentale per la ricostruzione del tessuto sociale cittadino”, smentendo fortemente coloro che pensavano a un’immediata liquidazione dell’agenzia territoriale, possibilità avanzata nel luglio scorso in sede di redazione della bozza di bilancio regionale. Ma il tempo è tiranno.
Fra le ipotesi circolate anche la possibilità di forzare la vendita di una parte dei 48.000 alloggi gestiti da Ater – in particolare quelli dei cosiddetti “condomini misti” – attraverso il conferimento a un fondo immobiliare, cosa che permetterebbe di passare subito all’incasso, ma che metterebbe anche con le spalle al muro migliaia di famiglie. Di certo, l’avvio della stagione degli sgomberi e l’invito della Prefettura a Regione Lazio e Comune di Roma a prendere provvedimenti preventivi mettono, se possibile, ulteriore pressione, visto che la stessa giunta Zingaretti si è impegnata con 40 milioni di euro a cercare nuovi alloggi sul mercato e a procedere al frazionamento di una parte degli attuali.