Mercoledì la marcia indietro con l’emendamento che confermava l’obbligo per l’anno scolastico 2018/2019. Oggi una nuova proposta di modifica che proroga la validità dell’autocertificazione. Si sta muovendo così il M5s sulla questione vaccini: l’obbligo rimane, ma ancora per quest’anno per fare entrare i figli a scuola le famiglie non saranno tenute a fornire la documentazione che comprova l’avvenuta immunizzazione.

Questa mattina Giuseppe Buompane e Vittoria Baldino, relatori 5 Stelle delle Commissioni Bilancio e Affari costituzionali, hanno presentato un nuovo emendamento al decreto Milleproroghe che proroga la possibilità per i genitori di presentare l’autocertificazione delle immunizzazioni per l’ingresso ad asili nido e scuole materne dei propri figli. La modifica, hanno spiegato, è stata pensata per evitare “problematicità” e “semplificare l’attività amministrativa” ad anno scolastico già iniziato. Il nuovo emendamento va dunque a rafforzare la circolare del ministro della Salute Giulia Grillo e consente ai bambini di iniziare l’anno scolastico grazie a una autocertificazione che varrà fino al 10 marzo 2019. Entro quella data le famiglie dovranno presentare “la documentazione comprovante l’effettuazione delle vaccinazioni obbligatorie”.

Le Commissioni hanno effettuato in apertura di seduta la riammissione di alcuni emendamenti dichiarati ieri inammissibili per estraneità di materia. A questo punto Buompane e Baldino hanno presentato il nuovo emendamento che si aggiunge a quello depositato mercoledì, con il quale si cancella la norma introdotta in Senato (emendamento Taverna) che sposta al 2019-2020 il divieto di accesso ai servizi educativi per l’infanzia e alle scuole per l’infanzia per i bambini le cui famiglie non hanno presentato la documentazione che attesta l’avvenuta immunizzazione.

Il nuovo emendamento non sarà votato subito: all’inizio della seduta, infatti, è stata respinta la richiesta del Pd di iniziare le votazioni proprio da questo emendamento che è all’articolo 6. Il presidente della Commissione, Giuseppe Brescia, ha quindi detto che si inizierà a votare dall’articolo 1, anche perché un rappresentante del Ministero della Salute vuole essere presente al momento del dibattito dell’emendamento sui vaccini. Ci sono circa 150 altri emendamenti relativo agli articoli 1-5 prima di quello sui vaccini.

Era stata l’Associazione nazionale presidi a sollevare ieri la questione: “La legge prevede la presentazione di una certificazione e una circolare non può sostituire la legge – spiegava il presidente Antonio Giannelli – per questo motivo l’autocertificazione dei vaccini può avere un valore solo temporaneo in attesa della certificazione originale. Al momento c’è una situazione di incertezza, ma gran parte delle scuole sta ottemperando alle previsioni di legge chiedendo la certificazione originale”. Ora, una volta approvato, il nuovo emendamento avrebbe forza di legge e supererebbe la circolare.

Le opposizione promettono battaglia. “L’autocertificazione sui vaccini segna un passo indietro rispetto alla valorizzazione dell’obbligo di immunizzazione e sigilla la confusione che regna sovrana nel governo – ha dichiarato il capogruppo di Forza Italia nella XII Commissione alla Camera, Claudio Pedrazzini – per questo presenteremo un subemendamento nelle Comissioni Bilancio e Affari costituzionali volto a riportare la ragionevolezza eliminando l’autocertificazione”.

L’ex ministro della Salute Beatrice Lorenzin, autrice del decreto che ha introdotto l’obbligo, ha parlato di un “emendamento gravissimo”, perché “abbiamo visto che esiste un movimento organizzato che predispone autocertificazioni false“. Se dovesse essere approvato l’emendamento, ha aggiunto, “che da forza di legge alla circolare del ministro Grillo, verrebbe messa a rischio la salute dei bimbi dei nidi, perché stiamo parlando di bambini sotto i 12 mesi che stanno insieme a quelli più grandi”. Inoltre “un atto medico non può essere autocertificato. Forse il certificato di malattia può essere sostituito da una autocertificazione?”.

“L’autocertificazione – ha detto Marianna Madia, ex ministro Pd della Pubblica amministrazione – non è una semplificazione per le famiglie. Al momento in cui il bambino viene vaccinato, viene consegnato un foglio timbrato alle famiglie, che quindi lo hanno già in casa e non avrebbero alcuna difficoltà a portarlo a scuola. Questo emendamento asseconda solo una ideologia medioevale”.

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