Cinema

Ciclone Valeria Bruni Tedeschi. I villeggianti: una commedia alla francese con mezza famiglia (ma non Carla Bruni)

Fuori Concorso al Lido il quarto titolo da regista dell’attrice torinese. Un'operetta buffa e un po’ tragica incentrata sull’arrivo nell’antico e lussuoso villone di famiglia sul mare della Provenza della tenera e maldestra sceneggiatrice Anna, appena lasciata dal fidanzato. Nel film recitano mamma Marisa e zia Gigi Borini. “È un’autobiografia immaginaria”, afferma l’attrice. Anche se di realtà sembra essercene tanta da riempire tutto il film

di Davide Turrini

Ciclone Valeria Bruni Tedeschi. Non ai livelli della premiazione dei David di Donatello 2017, ma ci siamo vicini. A Venezia 75, Fuori Concorso, con I villeggianti – quarto film da regista – l’attrice torinese, oramai naturalizzata parigina, scrive e dirige un’operetta buffa e un po’ tragica, con una verve dialettica tutta francese e tanti inserti pop all’italiana (Bruni Tedeschi e Golino che cantano Ma che freddo fa) finendo per divertire davvero.

All’apparenza ritratto familiare un po’ snob, con i limiti spaziali alto/basso per la servitù modello Gosford Park, I villeggianti è ambientato in un villone antico e lussuoso sul mare della Provenza dove si riunisce in piena estate la famiglia della regista/sceneggiatrice Anna (la Bruni Tedeschi stessa). Elenchiamoli tutti, i familiari. Perché vale fare la conta del “chi c’è e chi non c’è”. La sorella Elena (una Valeria Golino in versione Carla Bruni); la mamma vera, Marisa Borini, nel film pianista come nella realtà; una zia vera, Gigi Borini; poi ancora un papà che appare/scompare qui cantante lirico nella realtà compositore; il fratello morto come realmente accadde, nel film interpretato da Stefano Cassetti; e infine la figlia vera della Bruni Tedeschi, la piccola Oumy, adottata quando l’attrice faceva coppia fissa con Louis Garrel (che qui nel film sembra tanto il fidanzato di Anna, interpretato da Riccardo Scamarcio, che lascia la protagonista come nella realtà).

Fermiamoci qui. Perché ci sarebbe anche un Pierre Arditi/Nicolas Sarkozy tutto intento a chiedere all’amica sceneggiatrice di Anna (la co-sceneggiatrice del film, guarda caso) cosa significhi essere di sinistra oggi, e a comandare come un ducetto il patrimonio familiare. Peccato che tutti questi indizi non facciano una prova. “È un’autobiografia immaginaria”, ha spiegato l’attrice. E allora via ad un film ttourbillon di incastri sentimentali, scontri verbali e baruffe tra ospiti, suddiviso in tre atti, girato molto di più in esterni giorno che in interni, con sequenze brevi e inquadrature ricamate con elegante fortuità. Al centro del racconto la tenera, maldestra, schizzatissima Anna: il solito specchio in frantumi di sentimenti, affetti, pulsioni, che sembra ricordare la vera Valeria Bruni Tedeschi giunta al villone di famiglia per scrivere un film, come tradizionale mise en abyme vuole, nel quale racconta le sue sfortunate vicissitudini tra cui la morte del fratello.

Vorrei essere amata un po’ di più dagli uomini”, spiega l’attrice durante una conferenza stampa caotica e creativa come mai si era visto al Lido. “Da loro sono già stata amata un pochino, ma un altro po’ non farebbe male”. L’incontro con la stampa sembra oltretutto il prolungamento del film, la recita che oltrepassa i titoli di coda. Perché al di là degli attori di professione ecco che mamma Marisa cala l’asso: “È stato facile recitare quello che di solito viviamo nella casa al mare. La confusione di quella casa dove vengono amici vecchi e nuovi, dove avvengono liti, matrimoni, divorzi. Sul tavolo della nostra casa Carla e Valeria si sono adorate e hanno litigato parecchio.

Se quel tavolo sta ancora in piedi è un miracolo”. La Bruni Tedeschi ritorna ad essere Anna e urla al microfono dando la parola alla zia ultraottantenne un po’ sorda: “Recitare in questo film mi ha disturbato perché ho dovuto ricercare quegli eventi tristi della vita, che però mi hanno anche reso più forte”. Insomma I villeggianti immaginatevelo così: con tutto questo caos umano in scena, con tutte queste linee di dialogo che si incrociano. Anche se un piccolo neo è parecchio evidente: tutte le sequenza della servitù sono relegate a un minutaggio ridotto e composte con dei cliché un po’ scontati. Chiamare l’iperproletaria Yvone Moreau per interpretare la sguattera non è poi un’intuizione così originale. Ma alla Valeria nazionale, che comunque osa sfidare i francesi sul loro terreno della commedia con risvolti sentimentali, avendo sul set pure un paio di attori della Comédie-Francaise (e si vede), si perdona tutto. I villeggianti sarà il film di Natale 2018 per il circuito d’essai italiano distribuito da LuckyRed.

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