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Niccolò Bettarini: “Gli ultras dell’Inter hanno fatto picchiare i miei aggressori”. La Curva Nord: “Non lo conosciamo”

Intercettato al telefono con un amico, il 19enne parla di una visita che avrebbe ricevuto dai capi della curva nerazzurra. L'avvocato di uno dei fermati: "Nessuno ha subito pestaggi"
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“Li hanno fatti picchiare, mi hanno detto che li hanno fatti gonfiare come delle prugne, sia dagli sbirri che da quelli dentro”. Così Nicolò Bettarini – figlio dell’ex calciatore Stefano e di Simona Ventura, aggredito lo scorso 1° luglio a coltellate davanti alla discoteca Old Fashion di Milano – si vanta al telefono con un amico di una visita, a suo dire, ricevuta in ospedale dai capi della curva dell’Inter, che avrebbero voluto sapere chi era stato ad aggredirlo.

Ma gli ultras della Curva Nord di San Siro, per bocca del loro legale Mirko Perlinosmentiscono persino di conoscere il figlio di Bettarini e Ventura, e a maggior ragione di aver ordinato una spedizione punitiva contro i suoi aggressori. Che, peraltro, non risultano aver subito alcun pestaggio: l’avvocato Perlino, infatti, è anche il difensore di Alessandro Ferzoco, uno dei quattro fermati con l’accusa di tentato omicidio per i fatti dell’Old Fashion. “Lo sono andato a trovare ieri in carcere, garantisco che né lui né gli altri sono stati aggrediti”, dichiara.

E in un’altra intercettazione, il 19enne Nicolò racconta la sua versione dei fatti. Fuori dalla discoteca, un’amica lo avrebbe chiamato per avvertirlo che stavano ‘menando‘ un altro della loro compagnia. “Vedo tre ragazzi che sono intorno ad Andrea… allora sai come sono fatto io“. “Sì infatti, quello lo immaginavo“, risponde l’amico. “Ho corso, poi si avvicina sto albanollo e mi dice ‘tu c’hai gli orecchini come i miei’, mi ha dato un buffettino in faccia, allora io gli ho dato un cartone”, prosegue Nicolò. “Tu come al solito reagisci di merda“, gli fa notare l’amico. “E poi boh, me ne sono trovati quindici addosso, da lì non ho più capito niente”, conclude Bettarini.

Sono quattro gli indagati dalla Squadra Mobile coordinata dal pm Elio Ramondini: oltre a Ferzoco, Davide Caddeo, difeso dal legale Antonella Bisogno, e gli albanesi Andi Arapi (con l’avvocato Simona Uzzo) e Albano Jakei (con il legale Daniele Barelli). Nei confronti di tutti e quattro il gip di Milano Guido Salvini ha disposto il giudizio immediato. Tutti chiederanno di essere giudicati con rito abbreviato.

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