“Nonno Vito” lo hanno visto in tanti dalla fine di luglio con cazzuola, pennelli e abiti sporchi di calce e pittura lungo le vie di mezza Brindisi. Da quelle più isolate e meno curate fino ai rioni di prima periferia, sempre all’opera, inginocchiato sul marciapiede per riparare il cordolo di un’aiuola o arrampicato su una scaletta per imbiancare un muro esterno di una scuola o il sottopassaggio che porta nel centro storico. Persino di domenica.
C’è chi lo ha scambiato per un lavoratore della municipalizzata che si occupa della manutenzione delle strade e verde pubblico, qualcuno incuriosito lo ha immortalato chiedendosi chi fosse e ha condiviso lo scatto sui social. E così la sua storia ha iniziato a correre veloce fino ad arrivare in Comune.
Muratore in pensione, Vito Cisternino aveva deciso di combattere degrado e inciviltà in totale autonomia e a sue spese. “Mi rendo utile”, ha raccontato a chi gli chiedeva il perché di tanto lavoro quando avrebbe potuto restare comodamente sul divano di casa oppure andare a cercare un po’ di refrigerio sotto un ombrellone in spiaggia. In cambio non ha chiesto nulla e, se non fosse stato per la curiosità dei suoi concittadini, l’iniziativa sarebbe rimasta confinata alla cerchia più stretta dei suoi conoscenti.
Invece ora che il lavoro silenzioso è diventato di dominio pubblico arrivando nella stanza del sindaco di Brindisi, Riccardo Rossi, la Giunta ha deciso che il suo gesto debba diventare un esempio. Così martedì mattina Rossi, eletto con il centrosinistra a giugno e un passato fatto di lotte dal basso, lo riceverà in Comune assieme ai suoi assessori. “Il suo è uno straordinario esempio di senso civico“, spiegano da Palazzo di Città. Non solo complimenti, ma anche un gesto tangibile di ringraziamento.
Come spiega l’assessore alla Legalità e Trasparenza, Mauro Masiello, il primo a ricevere la segnalazione sul pensionato muratore, tutta la Giunta ha deciso di autotassarsi per coprire, almeno in parte, le spese sostenute dal pensionato per rendere più bella e pulita la sua città: “Quando l’ho raggiunto in un sottopasso che stava ritinteggiando per ringraziarlo, mi ha detto che non voleva nulla e non cercava alcun tipo di guadagno – racconta Masiello a Ilfattoquotidiano.it – Sono riuscito a convincerlo ad accettare almeno, simbolicamente, il costo di vernice e attrezzatura“. Un faccia a faccia significativo per lo stesso assessore: “Sono stato il primo a imparare qualcosa da questa storia. Si urla allo scandalo con grande frequenza, ma non molto spesso ci si rimbocca le maniche per migliorare le situazioni”.