Per il presidente della regione Emilia-Romagna è "un primo passo importantissimo", ma il segretario generale Fiom ricorda che "i temi della ricapitalizzazione, del futuro industriale e della produzione degli autobus devono trovare ancora una soluzione". Entro 15 giorni un altro incontro
L’Industria Italiana autobus (ex Bredamenarinibus e poi ex Irisbus) non andrà in liquidazione e saranno sbloccati gli stipendi. Questo il risultato del vertice al ministero dello Sviluppo tra azienda e sindacati. A dare la notizia è stata la Regione Emilia-Romagna. “Un primo passo importante. Finalmente – ha detto il presidente Stefano Bonaccini – un segnale positivo per i lavoratori per il quale, insieme a loro e ai sindacati, al Comune e a tutta la città di Bologna, ci siamo battuti”. “Un risultato importante” anche per il segretario nazionale Fiom Michele De Palma, che però sottolinea come la partita “resta aperta”.
“Il governo convochi il tavolo e avanzi una proposta credibile e condivisa con i lavoratori, e noi faremo la nostra parte”, ha continuato il presidente della regione Emilia-Romagna. “I temi della ricapitalizzazione, del futuro industriale e della produzione degli autobus devono trovare ancora una soluzione“, sostiene il sindacalista De Palma, ma “un risultato positivo è che nel verbale dell’incontro l’azienda ha garantito il pagamento dei salari arretrati e degli stipendi per i prossimi mesi”. I dipendenti dell’azienda infatti, in queste settimane di incertezza sul futuro dell’Iia, stavano ancora aspettando gli stipendi dello scorso mese. Entro 15 giorni ci sarà un altro incontro “per aggiornarci sugli assetti proprietari, e la Fiom sostiene un assetto a maggioranza pubblica per rilanciare la produzione di autobus nel nostro Paese”, conclude il segretario nazionale Fiom.
La situazione dell’Industria italiana autobus si trascina da oltre 4 anni, nonostante le rassicurazioni e l’esultanza dell’ex presidente del Consiglio, Matteo Renzi, che ancora una volta lo scorso autunno aveva festeggiato di persona la ripartenza della produzione e la risoluzione del problema quando in fabbrica c’erano non più di 70 dipendenti su 293. Eppure negli stabilimenti di Bologna e Valle Ufita, in provincia di Avellino, i lavoratori non sono affatto rientrati tutti in fabbrica e l’azienda – di proprietà del Gruppo Del Rosso e Finmeccanica – langue in una situazione di incertezza finanziaria, nonostante le commesse non manchino.