Se, come ho scritto in un precedente post, le vacanze possono essere una fuga da se stessi e dai problemi, più spesso sono al contrario un recupero di questo rapporto, il recupero degli stati d’animo, delle emozioni, dei bisogni che per far fronte alle responsabilità quotidiane, rimangono sullo sfondo.
La vacanza è il tempo del recupero delle relazioni, e di quella con se stessi prima di tutto.
Allontanandoci dai luoghi abituali ricerchiamo esperienze diverse, che stimolino la mente a cambiare assetto e a interrompere gli schemi abituali a favore di ritmi più personali.
Riportiamo così sotto il controllo personale, perlomeno temporaneamente, la gestione del tempo, non più scandito da orari o impegni lavorativi.
In vacanza siamo, giustamente, al centro della nostra attenzione, dei nostri pensieri, dei nostri programmi.
Se le vacanze riescono ad assolvere la loro funzione, il rientro può essere paradossalmente più difficile. Rimettere in secondo piano molte esigenze, a cominciare dalla libertà di scegliere cosa fare della nostra giornata, è particolarmente difficile quando la routine quotidiana è fatta di ritmi frenetici, poco rispettosi dei tempi/bisogni personali, che non ci rendiamo conto di vivere mentre siamo “dentro” (l’essere umano si adatta a qualsiasi condizione), ma che risultano particolarmente insopportabili al ritorno da una vacanza dove abbiamo sperimentato altro.
Fuori dalle abitudini quotidiane, guardando le cose con distacco e occhio critico, ci rendiamo conto dell’assurdità dei ritmi che sosteniamo normalmente. Dalla “distanza” delle vacanze, si vedono le cose da un altro punto di vista, facilmente si elaborano propositi di cambiamento da realizzare al rientro: cambiamento di ritmi, cambiamenti di lavoro, di relazioni. Non sempre ci si riesce.
Dovremmo approfittare subito, appena rientrati, dei buoni propositi e delle rinnovate energie accumulate nel periodo di sospensione, per mettere in atto i cambiamenti, se facciamo passare troppo tempo rischiamo di essere di nuovo fagocitati dal meccanismo perverso della routine e di rientrare nel solito tran tran che, senza rendercene conto, dopo un malessere iniziale (la cosiddetta sindrome del rientro), ci sembrerà di nuovo normale. È un effetto collaterale delle vacanze.
Prendersi momenti più frequenti durante l’anno, aiuta, ma ancora meglio sarebbe non delegare solo allo spazio delle vacanze il recupero di “ossigeno”, ma ricercarlo in ogni giornata, anche solo per pochi minuti da dedicare a se stessi, mettendosi ogni volta che è possibile, in cima alla lista delle priorità.
Patrizia Mattioli
Psicologa e psicoterapeuta
Società - 10 Settembre 2018
La sindrome del rientro: un effetto collaterale delle vacanze ben riuscite
Se, come ho scritto in un precedente post, le vacanze possono essere una fuga da se stessi e dai problemi, più spesso sono al contrario un recupero di questo rapporto, il recupero degli stati d’animo, delle emozioni, dei bisogni che per far fronte alle responsabilità quotidiane, rimangono sullo sfondo.
La vacanza è il tempo del recupero delle relazioni, e di quella con se stessi prima di tutto.
Allontanandoci dai luoghi abituali ricerchiamo esperienze diverse, che stimolino la mente a cambiare assetto e a interrompere gli schemi abituali a favore di ritmi più personali.
Riportiamo così sotto il controllo personale, perlomeno temporaneamente, la gestione del tempo, non più scandito da orari o impegni lavorativi.
In vacanza siamo, giustamente, al centro della nostra attenzione, dei nostri pensieri, dei nostri programmi.
Se le vacanze riescono ad assolvere la loro funzione, il rientro può essere paradossalmente più difficile. Rimettere in secondo piano molte esigenze, a cominciare dalla libertà di scegliere cosa fare della nostra giornata, è particolarmente difficile quando la routine quotidiana è fatta di ritmi frenetici, poco rispettosi dei tempi/bisogni personali, che non ci rendiamo conto di vivere mentre siamo “dentro” (l’essere umano si adatta a qualsiasi condizione), ma che risultano particolarmente insopportabili al ritorno da una vacanza dove abbiamo sperimentato altro.
Fuori dalle abitudini quotidiane, guardando le cose con distacco e occhio critico, ci rendiamo conto dell’assurdità dei ritmi che sosteniamo normalmente. Dalla “distanza” delle vacanze, si vedono le cose da un altro punto di vista, facilmente si elaborano propositi di cambiamento da realizzare al rientro: cambiamento di ritmi, cambiamenti di lavoro, di relazioni. Non sempre ci si riesce.
Dovremmo approfittare subito, appena rientrati, dei buoni propositi e delle rinnovate energie accumulate nel periodo di sospensione, per mettere in atto i cambiamenti, se facciamo passare troppo tempo rischiamo di essere di nuovo fagocitati dal meccanismo perverso della routine e di rientrare nel solito tran tran che, senza rendercene conto, dopo un malessere iniziale (la cosiddetta sindrome del rientro), ci sembrerà di nuovo normale. È un effetto collaterale delle vacanze.
Prendersi momenti più frequenti durante l’anno, aiuta, ma ancora meglio sarebbe non delegare solo allo spazio delle vacanze il recupero di “ossigeno”, ma ricercarlo in ogni giornata, anche solo per pochi minuti da dedicare a se stessi, mettendosi ogni volta che è possibile, in cima alla lista delle priorità.
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Roma, 19 mar. (Adnkronos) - La Camera è riunita in seduta notturna per finire l'esame degli emendamenti al ddl intercettazioni, quindi le dichiarazioni di voto e il voto finale che dovrebbe arrivare nella serata. I lavori sono previsti fino alle 24.
Roma, 19 mar. (Adnkronos) - "L'Italia ha ribadito che continueremo a sostenere l'Ucraina anche nel documento approvato oggi alla Camera e ieri al Senato. E' un impegno che noi manteniamo, continueremo a fare la nostra parte. Noi non siamo mai stati in guerra con la Russia e non abbiamo mai autorizzato l'uso di nostre armi da parte degli ucraini in territorio russo". Lo ha detto Antonio Tajani a 5 Minuti su Raiuno.
Roma, 19 mar. (Adnkronos) - "Mi pare che la telefonata Trump-Putin sia un segnale positivo così come quella tra Trump e Zelensky. Noi abbiamo chiesto che l'Ucraina fosse coinvolta e questo è accaduto. Noi incoraggiamo tutte le iniziative che portano alla pace. Non è facile ma qualche speranza c'è". Lo ha detto il vicepremier Antonio Tajani a 5 Minuti su Raiuno.
Roma, 19 mar. (Adnkronos) - "Si tratta di garantire la sicurezza dell'intera Unione europea. C'è bisogno di rafforzare la sicurezza europea ma questo non significa essere guerrafondai. Per garantire la pace serve un equilibrio delle forze in campo per garantire la sicurezza dell'Europa e dell'Italia. Stiamo lavorando in questa direzione come un buon padre di famiglia che mette le finestre blindate perchè la sua famiglia sia al sicuro". Lo dice il vicepremier Antonio Tajani a 5 Minuti su Raiuno. "Bisogna avere il coraggio di andare avanti: l'Europa è l'unico modo per essere sicuri".
Roma, 19 mar. (Adnkronos) - "Meloni non ha attaccato Altiero Spinelli. Mi sembra una tempesta in un bicchier d'acqua. Spinelli è un personaggio illustre della storia europea, lo rispetto e la presidente Meloni non lo ha mai offeso". Lo dice il vicepremier Antonio Tajani a 5 Minuti su Raiuno.