Pediatric Hal è il nome di un nuovo robot di ultima generazione. Somiglia molto a un bambino di cinque anni ed è progettato per sostituire i manichini nelle lezioni di medicina. I tirocinanti dovrebbero ottenere una formazione migliore grazie ad esso, e a trarne vantaggio saranno soprattutto i veri pazienti.
Il robot cerca di dare una risposta nuova a un vecchio problema, vale a dire la difficoltà nell’accumulare esperienza medica e infermieristica. In particolare, ridurre il “salto nella realtà” quando si passa da manichini (o cadaveri) a pazienti in carne e ossa. C’è sempre il rischio di qualche errore da principiante, le cui conseguenze – per fortuna – nella maggior parte dei casi sono trascurabili.
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Come in altri ambiti, anche in medicina la tecnologia offre sistemi di simulazione per rispondere a questa necessità. E anche in medicina la realtà virtuale ha trovato un suo posto speciale – c’è persino un videogioco per fingersi chirurghi, che offre una simulazione poco realistica ma comunque impressionate.
Pediatric HAL cerca quindi di fare un passo ulteriore in questo campo e, nelle intenzioni dell’azienda Gaumard Scientific, aiutare i giovani medici a diventare migliori. A differenza di un manichino, Hal può rispondere alle domande, seguire i movimenti del medico con gli occhi, mettersi a piangere se si sente triste, urinare se si sente spaventato. Reagisce con un “ahi!” alla puntura di un ago, e può simulare gli effetti dei medicinali come l’aritmia, l’arresto cardiaco, lo shock anafilattico e altro. I suoi creatori lo definiscono “Il simulatore pediatrico più avanzato al mondo”. Il sistema è pronto per simulare praticamente qualsiasi procedura medica possibile.
La simulazione è molto efficace ma poteva esserlo ancora di più, o almeno questo è quanto suggerisce la comunicazione pubblica di Gaumard Scientific. Secondo il reparto marketing dell’azienda, infatti, la prima versione di Pediatric Hal era troppo simile a un bambino vero; per esempio poteva capitare che sanguinasse fino a morire. L’azienda avrebbe deciso di fare un passo indietro, per evitare spiacevoli effetti negativi. Per la stessa ragione, hanno reso il suo volto un po’ meno umano, rimuovendo alcuni dettagli come le lentiggini o rendendo i capelli meno credibili. Con le tecnologie attuali, in effetti, è già possibile costruire simulacri che riescono a farsi passare per esseri umani; robot che hanno trovato una collocazione pressoché immediata nell’intrattenimento per adulti.
Per evitare effetti spiacevoli, d’altra parte, forse sarebbe servito un nome più amichevole di HAL. Ricordate il computer nel film 2001: Odissea Nello Spazio? È rimasto un esempio di macchina malvagia. A parte la (non tanto) sottile ironia del nome, Gaumard vanta già una certa esperienza nel settore: hanno in catalogo anche una madre partoriente e un neonato che sfida i medici con diverse complicazioni post-parto. Pediatric HAL rappresenta tuttavia un nuovo livello di interazione e di realismo.