Dopo aver detto che non è più il tempo delle analisi post-sconfitta, Matteo Renzi è tornato a quelle pre-sconfitta, nel suo comizio alla festa milanese del Pd, ha rilanciato, rivendicandola, la famosa “personalizzazione” che ha portato alla sconfitta del referendum costituzionale. Risultato, quel 40%, che lui continua a considerare “un voto a lui”, adducendo invece alla presunta successiva spersonalizzazione la debacle del 4 marzo.