Il vicepremier 5 stelle cerca di tranquillizzare i suoi: non ci saranno compromessi al ribasso e la misura sarà attuta nei prossimi mesi. Smentita la ricostruzione secondo cui i grillini sarebbero pronti a chiedere le dimissioni di Tria se non saranno recuperati i "10 miliardi necessari"
“Il reddito di cittadinanza deve entrare nella legge di Bilancio. O c’è oppure c’è un grave problema per questo governo. Noi lo facciamo, agli italiani abbiamo fatto una promessa”. La parole sono quelle del vicepremier M5s Luigi Di Maio che, dopo le ultime indiscrezioni sulle tensioni con l’alleato di governo del Carroccio in tema di interventi economici, ha ribadito che i grillini non intendono accettare compromessi. Intervistato su Rai3 a Carta bianca, il leader 5 stelle ha quindi detto che nel caso dovesse saltare ci sarebbero conseguenze anche sull’esecutivo. Il problema rimane il recupero dei fondi necessari per far partire la misura, soprattutto alla luce delle richieste del Carroccio: tra le ipotesi in campo ci sarebbe quella di ridurre la tempistica di copertura per il 2018 oppure diminuire la somme elargita a persona. Tutte opzioni che però non soddisfano i 5 stelle. A fine agosto, dal palco della Festa del Fatto, la sottosegretaria M5s Laura Castelli aveva detto che la riforma sarebbe stata attiva già da gennaio 2019.
Il tema è molto delicato dentro il Movimento 5 stelle e tante sono le attese. Soprattutto a fronte dei consensi in crescita dell’alleato di governo Matteo Salvini, i vertici 5 stelle intendono fare leva sulle misure economiche che più caratterizzano il loro programma. E il reddito di cittadinanza ne è l’elemento fondante. Addirittura in giornata l’agenzia Ansa aveva diffuso una ricostruzione secondo cui, fonti qualificate dentro il Movimento, avrebbero detto di essere pronte a chiedere le dimissioni di Tria nel caso in cui non si fossero trovati i “10 miliardi necessari” per far partire la riforma. Una versione che è stata smentita dallo staff di Luigi Di Maio, anche se rimangono le preoccupazioni. “Se vogliamo tutelare prima gli italiani”, ha detto il vicepresidente della commissione Lavoro Davide Tripiedi, “la prima cosa da fare è il reddito di cittadinanza”.
Le rassicurazioni di Di Maio sono state accolte quasi con sollievo da una parte del gruppo parlamentare che teme di dover rivedere al ribasso le aspettative. “Accogliamo con grande soddisfazione le parole del ministro Di Maio”, hanno detto i portavoce M5s in commissione Lavoro alla Camera dei deputati, “che sottoscriviamo in pieno: il reddito di cittadinanza è una misura fondamentale per rilanciare questo Paese. Sono 9 milioni le persone che vivono sotto la soglia di povertà, abbiamo un dovere verso queste famiglie. Attraverso una seria riorganizzazione dei centri per l’impiego, sarà possibile attivare percorsi di formazione, di riqualificazione e di reinserimento nel mondo del lavoro per tanti giovani e meno giovani che oggi vivono una condizione di sofferenza e incertezza”. Quindi hanno concluso: “Ci dispiace per tutti i detrattori, amici delle lobbies e sostenitori di politiche turbocapitaliste: il reddito di cittadinanza sarà nella legge di bilancio. Il Movimento 5 stelle mantiene le promesse”.