“Renzi dice che sbaglia chi pensa di essersi liberato di lui? Questa è una minaccia pesante per i suoi amici e per i suoi elettori”. Sono le parole del direttore del Fatto Quotidiano, Marco Travaglio, ospite assieme all’ex senatore Pd, Gianrico Carofiglio, della trasmissione Otto e Mezzo (La7). “E’ un’anomalia assoluta” – spiega Travaglio – “perché non esiste al mondo un leader che perde un referendum costituzionale, poi perde due volte le elezioni amministrative con le più grandi città, poi perde rovinosamente le elezioni dimezzando le percentuali di voto dal 41% delle Europee al 18,5% delle politiche. Ma Renzi dice: ‘Non vi libererete di me’”. E aggiunge: “Cosa devono fare gli italiani e gli elettori del centrosinistra per fargli capire che, invece, vorrebbero liberarsi di lui, nel senso della sua leadership? Renzi può fare il parlamentare semplice, adesso fa anche il documentarista, lavorerà anche per il suo amico finanziere Serra. Che cosa abbia in mente Renzi non lo so, perché fino a qualche mese fa si diceva che volesse replicare in Italia l’esperienza di Macron” – continua – “Gli auguro di fare in fretta, perché fra un po’ i francesi prendono a calci nel sedere Macron. Quindi, noi, come al solito, faremmo la figura di quelli che diventano blairiani quando Blair viene maledetto dagli inglesi e clintoniani quando gli americani stanno già maledicendo Clinton”. Il direttore del Fatto puntualizza: “Io credo che gli italiani abbiano una detto una cosa molto seria in occasione delle elezioni, e lo andavano ripetendo già da alcune tornate elettorali: se il centrosinistra non fa il centrosinistra, poi quel vuoto lì lo riempiono altri. Non esiste il vuoto in politica. E la corsa al centro ha sempre penalizzato chi l’ha fatta”. Carofiglio osserva: “Cosa voglia fare Renzi francamente lo ignoro. Non gli sono mai stato particolarmente ostile, ma, come ho già detto in passato, Cameron si dimise il giorno dopo l’esito del referendum sulla Brexit. L’ex presidente del Consiglio spagnolo, messo fuori gioco dai socialisti da un giorno all’altro, è tornato a fare il notaio. Questo non vuol dire che uno debba ritirarsi per sempre dalla politica” – prosegue – “ma trovo che, dopo degli insuccessi, sia sano allontanarsi dalla politica per un po’, perché così dà la prospettiva, che è una cosa fondamentale nella politica e consente di vedere le cose meglio, anche progettando un rientro. Ma se uno sta sempre in mezzo, non è lucido abbastanza da fare cose che non siano dannose per se stesso, per il proprio partito e per il Paese”.
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