5. Marvel “vs” Sony: Spider-Man ci sarà?
Oggi ha il suono di una barzelletta, ma circa 20 anni fa la Marvel era sull’orlo della bancarotta e alla disperata ricerca di liquidità. Fu così che sul finire degli anni 90 Ike Perlmutter – boss della casa editrice newyorkese – offrì a Sony Pictures una fetta considerevole del proprio patrimonio artistico e la cessione dei diritti di sfruttamento cinematografico per parecchie delle loro creature, tra cui Iron Man, Thor, gli Avangers e Spider-Man. Interessati unicamente alle traversie dell’Uomo Ragno, i responsabili Sony passarono la mano sul resto del pacchetto, non mancando di sottolineare che “a nessuno frega un ca**o degli altri personaggi Marvel”. Era il 1998 e Perlmutter chiese 25 milioni di dollari per l’intero roster. Allo stato dell’arte – una quindicina di film e qualche milione di fedelissimi spettatori dopo – il Marvel Cinematic Universe ha incassato 17.5 miliardi in tutto il mondo. E c’è ancora chi si sta mangiando le mani.
Nonostante quell’imperdonabile errore di valutazione, tuttavia, Sony si ritrova ancora a gestire i diritti di oltre 900 personaggi (tutti legati allo Spider-verse) e perseverare sarebbe davvero diabolico. Ecco dunque perché – nonostante il “prestito” del ragno di Stan Lee al MCU e la spartizione di una fetta dei 4 miliardi al botteghino da Captain America: Civil War, Spider-Man: Homecoming e Avengers: Infinity War – lo stesso presidente dei Marvel Studios Kevin Feige ha dichiarato che Venom farà parte di un universo distinto. Sony è infatti intenzionata ad alimentare un’arteria parallela a quella dei celebri Vendicatori, segnata da un tono decisamente più dark e scorretto. Da qui la decisione di mettere in cantiere altri due progetti riguardanti “sparring partner” dell’Uomo Ragno: Morbius (con Jared Leto già opzionato per il ruolo del vampiro creato da Roy Thomas e Gil Kane) e, seppur in fase ben più embrionale, degli stand alone dedicati a Kraven il cacciatore e alle belle e fatali Black Cat, Silk e Jackpot – sì, la scelta di orientarsi verso maschere femminili non pare affatto casuale e neppure trascurabile. Sulla possibilità di vedere il “bimbo-ragno” di Tom Holland duellare con la sua nemesi Tom Hardy (in Venom o nel suo – suoi? – più che probabile sequel), invece, non arrivano né conferme né smentite, ma suggeriamo ai fan di non illudersi troppo. Almeno per il momento.
Se la volontà sbandierata da Sony di dedicarsi con il suo SUMC (Sony’s Universe of Marvel Characters, questo è il nome utilizzato all’interno della compagnia) ad anti-eroi più adulti, cupi e tormentati si concretizzerà è ancora presto per dirlo – ma l’annunciato R-Rated (il divieto di visione ai minori di 17 anni non accompagnati da un adulto) è già stato abbassato, con il conseguente taglio di alcune scene troppo cruente, a PG-13 (stesso discorso ma ristretto agli under 13) così da non chiudere le porte proprio a un crossover lo Spider-Man marvelliano -, però la strada è ben chiara ai vertici di Sony. Così come gli errori da non ripetere.
Di recente, infatti, Universal (Dracula Untold e La Mummia) e DC (L’uomo d’acciaio, Batman v Superman, Suicide Squad, Wonder Woman e Justice League) hanno provato a replicare i successi dell’universo condiviso di casa Marvel, senza però riuscire ad andare oltre a operazioni posticce e slegate, incapaci di dare una sterzata al genere o anche solo di raggiungere dosi di intrattenimento accettabili. Certo la caratura complessiva delle maestranze coinvolte in Venom – soprattutto, ripetiamo, grazie a un protagonista e a un cast d’eccezione – sembrano avere un altro spessore rispetto ai contendenti appena citati, ma il 4 ottobre Sony sarà chiamata a mostrare muscoli e ganasce. E dovrà farlo per davvero. Senza dimenticare però che un buon film nasce innanzitutto dalla testa.
Twitter: @Ocram_Palomo
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