Il commissario Ue: “Continuerò a lavorare insieme a Tria per una soluzione comune”. Il vicepremier smentisce le ricostruzioni di alcuni giornali che parlano di possibili dimissioni del ministro dell’Economia. Il ministro Lezzi: "Non transigerò sul reddito di cittadinanza. Su questo Tria ci deve ascoltare. Se dovesse saltare il governo avrebbe dei problemi"
A un mese dal varo della legge di Bilancio sale la tensione nell’esecutivo pentastellato, con i 5 Stelle in pressing sul ministro dell’Economia Giovanni Tria perché in manovra sia inserito come previsto l’avvio del reddito di cittadinanza. “Non transigerò, su questo ci deve ascoltare”, ha detto a Radio Anch’io il ministro per il Sud Barbara Lezzi ripetendo che, come aveva avvertito il vicepremier Luigi Di Maio, se dovesse saltare “il governo avrebbe dei problemi”. Il leader M5s e titolare dello Sviluppo ha però smentito le indiscrezioni secondo cui il Movimento avrebbe chiesto a Tria di trovare le coperture per la misura anti-povertà pena vedersi recapitare una richiesta dimissioni e garantito che “l’unico pensiero è quello di approvare una legge di bilancio coraggiosa, ma che tenga i conti in ordine“. Bruxelles ha comunque colto l’occasione per intervenire ancora una volta a gamba tesa ribadendo, per bocca del commissario agli Affari economici e monetari Pierre Moscovici, che l’Italia “deve essere credibile, con un bilancio credibile”, o rischia di essere “un problema” per il resto dell’Eurozona
Di Maio: “Con Tria nessuna divisione” – “Con Giovanni Tria non c’e alcuna divisione“, ha dichiarato Di Maio smentendo le indiscrezioni di mercoledì sera. “Quello che stiamo facendo è lavorare tutti insieme per trovare le soluzioni necessarie per portare a casa flax tax, reddito di cittadinanza e superamento della legge Fornero“. Anche il Tesoro per parte sua – dopo che in apertura di seduta lo spread era risalito oltre i 250 punti base – ha fatto sapere che sono “prive di fondamento” le ricostruzioni di alcuni quotidiani per cui lo stesso Tria si sarebbe detto pronto al passo indietro. E’ chiaro però che per finanziare tutte le promesse di Lega e 5 Stelle, o almeno l’avvio delle principali misure inserite nel contratto di governo, c’è un problema di coperture. Tria, custode dei conti, non intende lasciar correre il rapporto deficit/pil oltre l’1,7% rispetto allo 0,8% previsto dal Def di aprile. Per questa via si potranno quindi recuperare non oltre 13 miliardi: una cifra appena sufficiente per disinnescare le clausole di salvaguardia sull’Iva. Di qui le prese di posizione dei pentastellati da un lato e della Lega dall’altro. Il sottosegretario leghista alla presidenza del Consiglio Giancarlo Giorgetti si è allineato a Di Maio confermando che “sicuramente reddito di cittadinanza, flat tax e Fornero fanno parte del Dna di questo governo, non parlarne significherebbe tradire il mandato degli elettori. Ma lo faremo con responsabilità e in modo franco e schietto”.
Moscovici: “Bugia pensare di poter investire di più alzando il deficit” – In questo quadro, Bruxelles si schiera con Tria: “Ho visto il ministro venerdì pomeriggio a Vienna”, ha detto Moscovici. “Continuiamo a lavorare per una soluzione comune. Alla fine non sarà soltanto lui a votare la legge di bilancio, ma tutto il governo”. Quindi un nuovo appello affinché il nostro Paese riduca il debito per il suo stesso interesse: le regole Ue “non sono stupide“, l’Italia “non può vivere con un debito al 130%, lo sguardo dei mercati è molto attento”. A fronte di quel debito, è il ragionamento di Moscovici, “sarebbe una bugia pensare che si possa investire di più con un deficit più elevato. Se ciò accade, si finisce con più debito e meno capacità di investire”.
“Le Europee? Per la prima volta ho paura. Non c’è Hitler ma ci sono piccoli Mussolini” – “Per la prima volta nella mia vita di europeo ho paura“, ha detto Moscovici parlando delle elezioni europee del 2019. Il commissario Ue ha evocato lo spettro di un “minaccia essenziale, esistenziale” per l’Europa. Vale a dire “l’attacco dei populisti alla democrazia liberale, e quando dico liberale parlo della combinazione tra democrazia e libertà”. Mentre le forze populiste “sono democratiche quando vincono le elezioni, ma poi erodono progressivamente le libertà”. Oggi “c’è un clima che assomiglia molto agli anni ’30. Certo, non dobbiamo esagerare, chiaramente non c’è Hitler, forse dei piccoli Mussolini… La storia, come diceva Raymond Aron, è tragica, bisogna evitare che sprofondi nelle sue ore più buie”, ha continuato il responsabile Ue, sottolineando tuttavia che, almeno nelle prossime europee, i populisti non conquisteranno la schiacciante maggioranza dell’assemblea di Strasburgo, ma otterranno comunque una “forte progressione”.