“Te devono morì tutti e due i figli”. Parole pesanti, un attacco gratuito che va oltre la fede calcistica di ciascuno. La replica del giocatore è arrivata immediata e lapidaria: “Forse un giorno vivremo in un mondo migliore, per ora quello da cui spero di tenere lontano i miei figli è questo mondo qui. Quello di questa gente"
Il calcio è vita, la vita è calcio. Dalle gioie, i gol, le finali e gli abbracci in tribuna o sul divano fino alle liti e agli sfottò, per alcuni, tifosi e calciatori, è tutto sacro, tutto bellissimo e tutto romantico. Questo però finché non si attraversa il confine della decenza, della legittimità, del buon senso e, soprattutto, della legalità: chi compie quel passo, ha perso. Così hanno perso i “tifosi” che colpirono lo svedese Jimmy Durmaz con insulti razzisti e minacce di morte perché reo di aver commesso il fallo da cui nacque poi la punizione-gol di Kroos in Svezia-Germania ai Mondiali.
E allo stesso modo ha perso l’hater che, poche ore fa, si è accanito contro Leonardo Bonucci, difensore della Juventus e della Nazionale, con un post Instagram pieno zeppo di minacce e odio: “Te devono morì tutti e due i figli”. Parole pesanti, un attacco gratuito che va oltre la fede calcistica di ciascuno. Cosa c’è dietro gli insulti? La rabbia di un “patriota” preoccupato per il momento buio della Nazionale, di cui Bonucci è uno dei pilastri? Oppure c’è una fede milanista “tradita” dal ritorno del difensore (ed ex capitano) alla Vecchia Signora dopo un solo anno? Ipotesi di campo tutte plausibili che tuttavia non giustificano in nessun modo il commento violente che un utente ha voluto dare alla Storia con la foto dei due bambini che Bonucci ha pubblicato sul suo profilo Instagram.
La replica del giocatore è arrivata immediata e lapidaria: “Forse un giorno vivremo in un mondo migliore, per ora quello da cui spero di tenere lontano i miei figli è questo mondo qui. Quello di questa gente. Quello della violenza fatta di gesti, parole e pensieri. Adesso cancellati, cambia account, chiama qualcuno a darti manforte, peccato che nessuno potrà sollevarti dallo schifo di essere che sei”. Tra l’altro, Bonucci non è nuovo ad attacchi di questo genere rivolti ai suoi figli e in particolare al piccolo Matteo, sottoposto ad un intervento chirurgico (fortunatamente ad esito positivo) nel 2016. Fino ad ora il giocatore aveva evitato di rispondere, lasciato l’odio a specchiarsi nel silenzio, ma questa volta ha scelto di intervenire con un tackle di quelli giusti. Riscuotendo così applausi e solidarietà da parte del web e di tanti utenti che si sono schierati dalla sua parte con messaggi di sostegno. Tutto a prescindere dal colore della maglia.