Con questo post si apre il blog dell’avvocato Fabio Anselmo su ilfattoquotidiano.it. In tribunale ha difeso casi come quello di Federico Aldrovandi, Giuseppe Uva, Stefano Cucchi. Il suo blog aggiunge alla nostra testata il valore di un’esperienza ultradecennale contro gli abusi. Il primo post è dedicato alla vicenda di Stefano Cucchi, in coincidenza con l’uscita del film “Sulla mia pelle”.
Si spengono le luci in sala ed inizia la proiezione in forma privata del film “ Sulla mia pelle” di Alessio Cremonini. Gli spettatori sono tre: io, Ilaria Cucchi e suo figlio Valerio. “Cavolo! È uguale a mio fratello! Cammina persino come lui! Ma come ha fatto?” sbotta subito Ilaria dopo le prime inquadrature. È visibilmente emozionata.
Un film sulla morte di suo fratello Stefano. Stefano Cucchi era un tossico, uno di quelli che la cancelliera dell’udienza di convalida d’ arresto definì poi, al processo, come uno degli arrestati della notte. Uno che venne portato avanti al Gip di Roma come albanese senza fissa dimora e cosi mandato in carcere. Pestato ferocemente ma nessuno se ne accorse perché chi doveva non lo guardò nemmeno in faccia. Il film è potente, asciutto e terribilmente vero. Non risparmia nulla a Stefano Cucchi fino a rischiare di esser troppo severo.
La somiglianza di Alessandro Borghi con Stefano è devastante. Ilaria mi prende la mano e me la stringe forte forte. La proiezione va avanti, inesorabilmente, nel raccontare una sofferenza semplice ma disumana che non termina mai. La sofferenza che esce da quei volti mi avvolge. Fino all’epilogo: tutto rigorosamente aderente ai verbali della prima indagine ed a quanto testimoniato al processo da Ilaria, Rita e Giovanni. L’immagina finale è potente.
Spio il volto di Ilaria, affianco a me, mentre scorrono le ultime immagini e colgo il riflesso delle sue lacrime che le solcano il viso sotto gli occhiali. Borghi è Stefano. Anima i verbali. Esprime, nel bene e nel male, la grande e tormentata umanità di quello sfortunato ragazzo di soli 31 anni. Sarebbe fin troppo banale dire che con questo film “Stefano vive”, ma è un po’ cosi.
Rita e Giovanni lo hanno visto soltanto ieri. A casa loro, da soli. Io e Ila eravamo alla proiezione del Giulio Cesare. Il bagno di lacrime e di amore di tutti gli spettatori che occupavano le sale è travolgente. Quella piccola grande donna al centro di tutto. In cuor mio la speranza è che, attraverso di lei, si possa far tornare un po’ di umanità nelle coscienze di tutti noi scacciando via il cinismo imperante figlio della paura.
Ilaria Cucchi di umanità ne ha tanta. Ne ha per tutti. Gliela hanno trasmessa i suoi genitori. Una famiglia dai valori tanto saldi da imbarazzare qualcuno. Hanno sempre rispettato la legge anche a costo di rovinare la memoria del loro caro Stefano appena morto per colpa dello Stato. Hanno sempre avuto rispetto per lo Stato. Un rispetto spesso non ricambiato.
Il processo , quello vero, ora è a buon punto. Ce la faremo. Stefano Cucchi è stato “violentissimamente pestato” . E senza quel pestaggio non avrebbe mai sofferto in quel modo terribile da provocarne la morte.