“Non c’è nessun allarme tubercolosi dovuto ai migranti”. Così la ministra della Salute Giulia Grillo risponde al post su Facebook del suo collega di governo Matteo Salvini che, due giorni fa, commentando la notizia di un immigrato affetto da Tbc fuggito da una struttura d’accoglienza in Veneto, aveva scritto: “Quanti casi come questo? Purtroppo la tubercolosi è tornata a diffondersi, gli italiani pagano i costi sociali e sanitari di anni di disastri e di invasione senza regole e senza controlli”.

“Abbiamo un dipartimento prevenzione attivo h24: se davvero ci fosse un’emergenza, il ministero e l’Istituto superiore di sanità lo avrebbero segnalato“, ha detto il ministro M5S presentando i lavori del Comitato regionale Oms per l’Europa, che si terranno a Roma. “Anzi, i casi di Tbc in Italia sono in calo: erano 9,5 ogni 100mila abitanti del 1995, sono scesi a 6,5 nel 2017. Abbiamo dei protocolli molto serrati e rigidi per il controllo delle malattie infettive. Finora l’Italia è riuscita sempre a controllare bene tutti i casi verificatisi, non ultimi quelli relativi ai migranti della nave Diciotti”, ha concluso Grillo.

Le supposte “malattie” di cui sarebbero portatori i migranti erano già state argomento di dibattito pubblico alla fine di agosto, quando i cento sbarcati dalla nave Diciotti accolti dalla Cei erano arrivati nel centro di Rocca di Papa. Sotto l’annuncio fatto su Facebook dalla pagina ufficiale del Comune si era scatenata la protesta dei residenti, spaventati dalle notizie secondo cui a bordo della nave si erano registrati casi di scabbia e, appunto, Tbc.

 

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