“Le parole di Moscovici? Credo che lui e la commissione Ue così rischino paradossalmente di aiutare coloro che vogliono attaccare”. Così, a Otto e Mezzo (La7), il giornalista de Il Fatto Quotidiano, Andrea Scanzi, commenta le frasi pronunciate dal commissario Ue agli Affari Economici, Pierre Moscovici, durante una conferenza stampa a Parigi (“L’Italia è un problema nella zona euro; in Europa oggi non c’è Hitler, ma ci sono tanti piccoli Mussolini”). La firma del Fatto menziona le analoghe dichiarazioni del commissario europeo per il Bilancio, Günther Oettinger, dopo l’esito delle elezioni politiche in Italia e puntualizza: “E’ chiaro che, quando si fanno questi interventi, di fatto si rafforzano ancora di più i populisti. E dai anche una netta sensazione, che io stesso avverto da questi europeisti tromboni che ciclicamente parlano, cioè quella secondo cui sei intelligente se voti come piace a loro, mentre diventi automaticamente populista, razzista, fascista se non voti come loro vorrebbero. A Moscovici bisognerebbe dire che esistono due cose: la democrazia e la destra. A me non fa impazzire la destra” – continua – “ma se un elettore, anche quello che in passato ha votato a sinistra, legittimamente preferisce un partito di centrodestra o addirittura di destra, il problema non è l’elettore, ma il fatto che evidentemente la sinistra ha smesso di rispondere a certe questioni a cui un tempo rispondeva”. Scanzi rifila una stoccata al ministro dell’Interno e alle sue parole sui giudici: “Il primo a fare questo giochino fu Craxi, poi fu la volta di Berlusconi. Quindi, Salvini si è inserito in una storia perfetta per lui”. E torna sullo scontro tra Draghi e il governo giallo-verde: “Draghi ce l’ha innanzitutto con la Lega, con Borghi e coi sovranisti. Nulla di nuovo. Il paradosso è che questo scontro rafforza il Salvimaio, perché una delle prime cose annunciate da questo governo del cambiamento, ammesso che lo sia, visto che ieri hanno già messo la prima fiducia esattamente come facevano i Renzi e i Gentiloni, è questa: ‘Non saremo più schiavi delle banche’. Quindi, l’attacco di Draghi fa gioco a Borghi, a Di Maio e a Salvini”. Scanzi aggiunge: “Il problema ora è come sciogliere i nodi, perché si tratta di capire se davvero è il governo del cambiamento. E tra un mese lo capiremo. Se sarà effettivamente tale, ci imbatteremo in una manovra economica rischiosa, perché dovranno stare insieme l’abbassamento dell’Irpef, il reddito di cittadinanza, il superamento della Legge Fornero. In alternativa, come io penso che accadrà, sarà il ministro Tria a far abbassare un po’ la cresta a tutti, visto che è stato messo lì non a caso da Mattarella per placare gli animi sovranisti”. Il giornalista conclude: “Il punto è che almeno una delle tre cose dovrà esserci per una delle due forze politiche. E si tratta del reddito di cittadinanza. La Lega, tutto sommato, può rinunciare alla flat tax. Ma se non viene fatto il reddito di cittadinanza, il M5s come lo spiega agli elettori?”
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