Quasi in simultanea negano tensioni nel governo sulle misure e le priorità della manovra di bilancio. Poi, uno dal convegno al sud e l'altro dagli schermi di Canale Cinque piazzano i paletti: il vicepremier M5S dice sì alla flat tax ma "se non aiuta i ricchi", quello della Lega benedice il reddito di cittadinanza, ma "se non è fatto per stare a casa a guardare la tv"
Per Di Maio la flat-tax della Lega va bene, ma solo “se non aiuta i ricchi”. A Salvini va bene il reddito di cittadinanza del M5S, ma “se non viene fatto per stare a casa e guardare la televisione”. Quasi in simultanea, uno in un convegno al sud e l’altro negli studi tv di Cologno Monzese, i due leader azionisti del governo Conte giurano d’andare d’amore e d’accordo e di voler durare cinque anni, salvo piazzare un minuto dopo il paletto dei distinguo che fa intravedere la distanza.
Da Nola, provincia di Napoli, il ministro dello Sviluppo Economico e vicepremier Luigi Di Maio nega tensioni nel governo giallo-verde, argomento sul quale lo stesso Salvini, di li a qualche minuto, è intervenuto ribadendo che “con Conte e Di Maio andremo avanti cinque anni”. Di Maio contraccambia così: “Non ci sono tensioni sulla manovra, c’è un dibattito franco sul fatto che o si mantengono le promesse o è inutile che ci stiamo. Il nostro obiettivo è di portare a casa un risultato coraggioso ma che tenga i conti in dell’ordine e su questo siamo compatti come governo. C’è un’aspettativa enorme tra i cittadini, che il 4 marzo hanno votato più lavoro, meno tasse, più serenità. Gli italiani ci hanno votato per migliorare la qualità delle loro vite”.
Il ministro pentastellato ribadisce che “La prima misura, insieme alle infrastrutture, è sicuramente il reddito di cittadinanza“. Parlandone Di Maio ripete che “non significa dare i soldi alle persone per stare sul divano, noi che siamo del Sud ce li ricordiamo i soldi dati alle persone per stare sul divano in cambio di voti, proprio per questo vogliamo fare una misura totalmente diversa per dare alle persone l’opportunità di reinserirsi nel mondo del lavoro”. Poi la flat-tax, priorità invece dell’alleato di governo Salvini.
Nessun problema ad ammettere che della misura “si sta occupando principalmente la Lega” dice di Maio che mette delle condizioni sul principio ispiratore, l’effetto ricercato e la platea dei beneficiari. “Sono d’accordo ad abbassare le tasse, chi è che non è d’accordo. La condizione che abbiamo posto la Lega è che la flat tax non aiuti i ricchi, ma la classe media e le persone più disagiate che pagano le tasse da una vita”, afferma il vicepremier. “Se la flat tax sarà questo – dice parlando della prossima manovra – non avremo alcun problema a votarla”.
Salvini, a distanza, non si sottrae e ricambia la cortesia. “Il reddito cittadinanza nel contratto c’è ed è giusto che ci sia perché è un cavallo di battaglia dei Cinque Stelle”, dirà in serata il ministro dell’Interno a Domenica Live. Non senza punzecchiare però sul punto più criticato e difeso (non a caso) da Di Maio circa gli effetti collaterali della misura: “In Italia c’è gente che ne ha bisogno, ma è importante che non sia un reddito fatto per stare a casa e guardare la televisione”.