Questa settimana tra gli impuniti del crollo della Lehman Brothers c’è stato chi ne ha festeggiato l’anniversario perché per costoro sono stati dieci anni di grassa, basta ricordare che l’indice Standard & Poor durante questo periodo è salito del 325 per cento. L’alta finanza, dopo il crollo ha ricominciato a fare ciò che faceva prima, giocando con una leva finanziaria semplicemente più piccola. Chi ha pagato il conto è la classe media e quelle più basse.

Tuttavia è presto per poter esprimere un giudizio sul 2008, dieci anni sono troppo pochi per analizzarne le conseguenze socio-politiche. Forse si potrà farlo alla fine del XXI secolo, in fondo più la prospettiva storica è lunga meglio è. Possiamo però immaginare cosa scriveranno gli analisti e gli storici di fine secolo. In primis è molto, molto probabile che il concetto di villaggio globale non esisterà più, è possibile che la globalizzazione avrà ingoiato gli stati nazione dando vita a super-nazioni, e.g. Usa, Cina, Russia, circondate da stati o regioni satelliti; oppure torneremo alla decentralizzazione politica antecedente la nascita dello stato nazione, con città stato come Singapore, regioni più o meno piccole sotto il controllo di ricchi signori o di regimi totalitari, come la Turchia.

Neppure l’internet sarà più quella forza democratica prorompente, o sarà censurato, o l’accesso non sarà più libero o sarà talmente pieno di fake news che diverrà impossibile distinguere il vero dal falso. Fantapolitica? E perché no, in Italia in fondo ci viviamo dentro da tempo. Per confermarlo basta porsi un paio di domande: avreste creduto possibile un anno fa che il Movimento 5 Stelle si sarebbe alleato con la Lega per governare il paese? E avreste mai pensato che uno dei fautori di questa alleanza sarebbe stato Steve Bannon, il sacerdote della destra americana, consigliere speciale di Donald Trump durante la campagna elettorale? Eppure è successo.
La fantapolitica ormai ci offre un’immagine più realista dell’analisi politica classica del mondo in cui viviamo. Ed ecco un bell’esempio di surrealismo.

Macron, il Pd, il Movimento 5 Stelle litigano sulla paternità del concetto di reddito di cittadinanza anche se nessuno di loro lo ha mai realizzato. Poco importa che l’assegno mensile realmente esista e che ci siano i soldi perché’ non venga emesso a vuoto, l’importante è sostenere che lo stato è finanziariamente responsabile dei cittadini che non hanno un reddito. Seguendo questa logica, secondo me lo Stato viene descritto come un ente assistenziale piuttosto che l’espressione politica, economica e sociale di un popolo.

Non sarebbe meglio domandare allo Stato un’economia in grado di offrire lavoro ed un salario equo a tutti? Come succedeva ai tempi del socialismo classico? Ma questo nessuno lo può fare, non solo perché pronunciare la parola “socialismo” è rischioso quanto dichiararsi pedofili, ma perché né Macron, né il Pd e tantomeno i pentastellati o il loro socio Salvini o qualsiasi politico in carica controllano il sistema economico occidentale. E la prova è come fu gestita la crisi del 2008.
Alla fine del secolo sarà divulgata anche un’altra verità. Il salvataggio dell’alta finanza e delle élite del denaro, che la guidavano nel 2008, avvenuto per evitare una catastrofe simile a quella del ’29 ne ha creata un’altra, altrettanto drammatica: l’avvento delle diseguaglianze.

Quella tra i ricchi e la classe media, ormai alle soglie della povertà, è solo uno delle tante. Esiste anche la diseguaglianza di razza, di nazionalità, di sesso, di chi ha un lavoro e di chi non lo ha e così via, concetti di esclusione che circolano regolarmente nelle democrazie occidentali e che sono appoggiati, non solo tollerati, da una fetta della popolazione in costante aumento. Quando Salvini lancia lo slogan “prima gli italiani” non fa che tradurre quello di Trump “make America great again”, si tratta dei messaggi della politica di esclusione dove il mandato è occuparsi delle proprie pecore e disinteressarsi del gregge altrui, a meno che questo pascoli nello stesso prato nel qual caso va cacciato.

Il messaggio politico vincente oggi è quello che distingue e classifica gli individui secondo criteri non universali ma nazionali o razziali. In altre parole, gli uomini non sono più uguali come si pensava ai tempi della rivoluzione francese o della dichiarazione di indipendenza americana o della nostra costituzione, sono diversi. Dato che l’uguaglianza non esiste, allora bisogna a tutti i costi difendere i propri privilegi, proteggerli da chi è più in alto o più in basso nella piramide sociale. Per farlo ci vogliono guerrieri politici, gente disposta a tutto per difendere il proprio gregge, politici come Trump, Salvini, Orban.

Ecco la genesi della rivoluzione della destra occidentale che sta per travolgersi. Alla fine del XXI secolo scriveranno che a partorire questo mostro fu proprio il grande crollo finanziario del 2008 e forse avranno ragione.

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