“Più che dimetterti, ora devi trovarti un buon avvocato”. Così Papa Francesco ha replicato al direttore della Cappella Musicale Pontificia Sistina, monsignor Massimo Palombella, quando, qualche giorno fa, è andato da Bergoglio con la lettera di dimissioni in mano. Era stato il Papa stesso, infatti, come confermato ufficialmente dal Vaticano, ad autorizzare “un’indagine sugli aspetti economico-amministrativi” del coro più antico del mondo. Un’indagine interna affidata, nel giugno scorso, al nunzio apostolico Mario Giordana e rivelata da ilfattoquotidiano.it il 3 luglio 2018 quando il diplomatico aveva già interrogato tutti i 20 cantori adulti e alcuni dei genitori dei 35 “pueri”, i bambini che fanno parte del coro. Anche in questo caso, come in altre vicende giudiziarie che hanno recentemente coinvolto personalità della Santa Sede, il Papa vuole che la giustizia faccia il suo corso stabilendo la verità. Bergoglio, infatti, non ammette scorciatoie.
Monsignor Giordana, con un lavoro scrupoloso, ha scoperchiato una situazione di sbando totale sia sul versante economico che su quello professionale. Sul banco degli imputati, insieme a monsignor Palombella, è finito anche il direttore amministrativo della Cappella Musicale Pontificia Sistina, Michelangelo Nardella, immediatamente sospeso dal suo incarico. L’inchiesta interna di monsignor Giordana, infatti, ha dato origine a quella penale dei pm vaticani, attualmente ancora in corso, e che potrebbe sfociare nella richiesta di rinvio a giudizio sia per Palombella che per Nardella. Le ipotesi di reato sono riciclaggio, truffa aggravata ai danni dello Stato e peculato. I magistrati ipotizzano che fosse stato creato un conto in una banca italiana, quindi non allo Ior, dove transitavano somme consistenti provenienti dai concerti della Cappella Musicale Pontificia Sistina. Su questo conto, sempre secondo i pm vaticani, operavano sia Nardella che Palombella.
Ma l’aspetto economico, seppure gravissimo, non è il solo. Da almeno tre anni sulla scrivania del Segretario di Stato vaticano, il cardinale Pietro Parolin, si sono andate accumulando le lettere di protesta dei genitori dei bambini del coro contro i metodi violenti di monsignor Palombella. Mai nessuna accusa di pedofilia, ma dalle denunce emerge il volto di un direttore molto aggressivo che mortifica i piccoli coristi umiliandoli davanti a tutti fino a farli piangere. Nel maggio scorso aveva destato forti perplessità la partecipazione del coro a “Heavenly bodies: fashion and the catholic imagination” (Corpi celesti: la moda e l’immaginazione cattolica), una mostra di moda e paramenti sacri di dubbio gusto, tra sacro e profano, allestita al Metropolitan Museum di New York. L’evento era stato fortemente patrocinato dal cardinale Gianfranco Ravasi, presidente del Pontificio Consiglio della cultura. Ma nei sacri palazzi erano subito circolate le foto dei coristi della Cappella Sistina, per lo più padri di famiglia, ritratti, con l’abito che indossano durante le celebrazioni papali, insieme con Rihanna e Jennifer Lopez.
Non a caso oggi in Vaticano c’è chi sostiene che il vero errore sia stato quello di rinnovare, nel 2015, il mandato quinquennale a monsignor Palombella. Nel 2010 il suo confratello salesiano, l’allora Segretario di Stato vaticano, il cardinale Tarcisio Bertone, lo aveva voluto al vertice della Cappella Musicale Pontificia Sistina benché non ne avesse i titoli. Palombella, infatti, è un semplice direttore di coro e non un compositore come tutti i suoi predecessori. Sia con il Coro Interuniversitario di Roma, che ha diretto fino al 2011, che con quello della Cappella Sistina ha al proprio attivo numerosi concerti in Italia e nel mondo e un’ampia serie di registrazioni di cd e dvd. Un aspetto, quest’ultimo, che nell’inchiesta di monsignor Giordana costituisce un capitolo importante.
Al vaglio del diplomatico, infatti, è anche l’ipotesi che siano state gonfiate le cifre delle vendite dei cd della Cappella Musicale Pontificia Sistina editi da Deutsche Grammophon e presentati solennemente nella Sala Stampa della Santa Sede dal prefetto della Casa Pontificia, monsignor Georg Gänswein, da cui dipende il coro del Papa. Adesso sarà la magistratura vaticana a fare chiarezza anche su questo aspetto. Intanto, tra coloro che Francesco ha nominato membri del prossimo Sinodo dei vescovi sui giovani c’è anche monsignor Marco Frisina, direttore del coro della diocesi di Roma da lui fondato nel 1984. Il sacerdote, che è attualmente il compositore di musica sacra più conosciuto e cantato nel mondo, è in pole per la direzione della Cappella Musicale Pontificia Sistina. Ma l’ultima parola spetta al Papa.
Twitter: @FrancescoGrana