Ammortizzatori sociali in scadenza e non più rinnovabili a causa delle limitazioni imposte dal Jobs Act. Così dal 24 settembre sono migliaia i lavoratori a rischio licenziamento, poiché sono ancora in corso le ristrutturazioni societarie. È l’allarme lanciato dai sindacati Fim-Cisl, Fiom-Cgil e Uilm-Uil che per lunedì prossimo hanno convocato un presidio unitario dei metalmeccanici al ministro dello Sviluppo Economico per chiedere risposte immediate al governo scongiurando di conseguenza un’ondata di licenziamenti.

Che potrebbe ingrossarsi nei prossimi mesi quando, tra le tante, arriveranno al limite di 36 mesi di cassa integrazione e contratti di solidarietà in un quinquennio anche i dipendenti di Blutec e Aferpi, annose vertenze di Termini Imerese e Piombino. Tra i primi investiti dal problema c’è il personale dipendente delle aziende che operano nel settore degli appalti ferroviari del Gruppo Fs: “Sono a rischio esubero oltre 2mila addetti su 10mila totali – hanno spiegato negli scorsi giorni i sindacati – impiegati nei servizi ferroviari prevalentemente in appalto” di pulizia treni, stazioni e servizi accessori, di ristorazione e di accompagnamento notte.

“Sono 140mila i lavoratori metalmeccanici coinvolti da situazioni di crisi dei comparti degli elettrodomestici, della siderurgia, dell’Ict e Telecomunicazioni, dell’elettronica, dell’automotive, con oltre 80mila persone interessate dalla cassa integrazione straordinaria”. Per una fetta di quest’ultimi, circa 30mila persone, il governo M5s-Lega ha annunciato nel comunicato stampa del decreto Emergenze (del quale non è ancora disponibile il testo) la norma per la Cigs per cessazione. Secondo il segretario generale aggiunto della Cisl, Luigi Sbarra, è stata “annunciata ma non approvata”. Restano in ogni caso scoperti quindi 110mila dipendenti che a partire dal 24 settembre potrebbero piano piano scontrarsi con il termine della Cig e dei contratti di solidarietà.

“Senza nuove norme la scadenza degli ammortizzatori il 24 settembre si tradurrà per migliaia e migliaia di lavoratori in licenziamento con gravissime ripercussioni e conseguenze per l’occupazione in tutto il Paese”, avvertono i sindacati chiedendo al governo “l’apertura di un tavolo urgente per  la copertura degli ammortizzatori sociali per poter concludere i processi di riorganizzazione e di ristrutturazione aziendale e le reindustrializzazioni“.

In totale sono 144 i tavoli di crisi aziendale dei vari settori aperti al ministero dello Sviluppo Economico al 30 giugno 2018 che riguardano 189mila lavoratori, spiegano i Fiom-Cgil, Fim-Cisl, Uilm-Uil riprendendo i dati illustrati in un’audizione alla Camera dal ministro Luigi Di Maio. “Sono, inoltre, 31 le aziende che hanno cessato l’attività in Italia per delocalizzare all’estero mettendo a repentaglio oltre 30mila posti di lavoro – si legge nella nota dei sindacati – Vi sono, poi, 147 gruppi di imprese interessate da procedure di amministrazione straordinaria”.

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