È stato un primo tempo difficile per il Sassuolo a Torino, carico di sfortuna ed episodi negativi: la squadra teneva bene il campo, al cospetto dei campioni d’Italia. E il pallone sembrava proprio non volerne sapere di entrare: Marlon regala palla in area a Matuidi, ma l’azione sfuma; Lirola si coordina perfettamente e colpisce al volo verso la sua porta come un grande centravanti, ma centra in pieno il portiere; Ferrari per salvare su Khedira quasi non insacca all’incrocio, fuori di un soffio. Poi la volta buona: angolo per la Juventus, la sfera sta sfilando innocua verso la linea di fondo ma ancora Ferrari interviene di testa, colpendo il palo e favorendo il primo gol in Serie A di Cristiano Ronaldo. Una liberazione. Di lì in avanti, dopo aver trovato finalmente lo svantaggio, è stato tutto più facile per i neroverdi.
Povero Sassuolo, è quasi una condanna: proprio non ce la fa a smentire i luoghi comuni che lo vogliono un po’ troppo accomodante alla potente Juventus, tanto da guadagnarsi da parte dei più accaniti detrattori l’appellativo di “Scansuolo”. Colpa dei legami societari fra i due club, che nel recente passato hanno fatto tanti (troppi) affari insieme, e di quelli personali fra i direttori Beppe Marotta e Giovanni Carnevali, amici di vecchia data. Solite dietrologie. In realtà, i ragazzi di De Zerbi stavolta ce l’hanno messa tutta, disputando a lunghi tratti un’ottima prestazione nello stadio dei campioni d’Italia e confermando quanto di buono mostrato nelle prime giornate. La squadra emiliana si candida ad essere una delle rivelazioni del campionato (anche perché – per loro fortuna – contro la Juve si gioca solo due volte a stagione).
Ieri (al contrario di qualche uscita recente, vedi il 7-0 dello scorso anno) l’impegno non è mancato. Al netto di quella serie tragicomica di svarioni, con cui per un’ora i difensori neroverdi hanno dato quasi l’impressione di cercare in tutti i modi l’autorete. Ma, mettendo da parte le facili ironie, non era certo un atteggiamento volontario, quanto piuttosto frutto dell’apnea in cui tutti, grandi e soprattutto piccoli, giocano allo Juventus Stadium e che finisce per causare errori banali e spesso decisivi. Merito della superiorità dei bianconeri (difficile reggere i loro ritmi), ma anche di una sorta di sudditanza inconscia per cui in Italia molte squadre partono quasi battute in partenza contro di loro. Il Sassuolo, forse, la sente giusto un filo più degli altri.
È quasi destino, dunque, che il primo gol in Serie A di Cristiano Ronaldo sia arrivato proprio contro di loro: ci voleva il “talismano” Sassuolo per far sbloccare il campione portoghese. Massimiliano Allegri, del resto, ne era sicuro alla vigilia: “Domani segna”. Certezza granitica, dovuta alle sue sensazioni di grande allenatore e forse un po’ anche alla statistica: dall’altra parte c’erano gli emiliani, che a Torino hanno perso sei partite su sei, segnando appena 2 reti ed incassandone addirittura 18. Vuoi che non ci fosse gloria anche per Ronaldo?