Si è tenuta questa mattina al tribunale di Savona l’udienza del processo contro il sindaco leghista del comune di Pontinvrea che augurò con un post su Facebook all’ex presidente della Camera Laura Boldrini di essere stuprata e ora si trova accusato per diffamazione.
“Che cosa pensa Salvini di un sindaco che mi augurò di essere violentata?” si chiede Laura Boldrini all’uscita del tribunale di Savona. Il caso risale al settembre dello scorso anno: riferendosi ad un caso di stupro avvenuto sulla spiaggia di Rimini di cui erano responsabili quattro immigrati, il primo cittadino leghista aveva suggerito di dare al responsabile gli arresti domiciliari “a casa della Boldrini”, aggiungendo “magari le mettono il sorriso”. Intervistato in merito alle accuse che gli vengono rivolte, Matteo Camiciottoli minimizza: “La mia era solo una critica politica. Dura? Quanto volete, ma non augurerei mai uno stupro. Mentana mi ha dato del cretino, l’ho denunciato e l’anno assolto liquidandola come critica politica. Perché non dovrebbe essere così in questo caso?”.
In aula erano presenti l’imputato e Laura Boldrini, ma nell’udienza di oggi il giudice si è limitato a valutare le richieste di costituzione come parti civili di sei associazioni che difendono i diritti delle donne e ritengono uscita sessista e razzista. Salvo sorprese, la seconda udienza a cui dovrebbe seguire la sentenza è prevista per il prossimo 15 gennaio sempre presso il Tribunale di Savona.
“La cosa più sconcertante – sottolinea Laura Boldrini – è che un messaggio così violento e truculento sia stato lanciato da un sindaco, che ha responsabilità pubbliche e politiche. Ho voluto essere presente per stigmatizzare questo modo di fare politica. Non si può arrivare ad augurare lo stupro ad un’avversaria politica: questo l’ho visto solo in contesti di guerra, in una democrazia è inaccettabile”.