La titolare della Difesa ha dichiarato su facebook di aver inviato un sollecito a Enzo Moavero Milanesi sulle esportazioni di armamenti verso la monarchia degli al-Saud: "Se si configurasse una violazione della legge 185 del 1990, dovremmo interrompere subito l’export e far decadere i contratti in essere"
E’ ora di fare chiarezza sulle bombe italiane usate dall’Arabia Saudita per bombardare lo Yemen. Quella che il ministro della Difesa, Elisabetta Trenta, affida alla bacheca del suo profilo Facebook è una promessa e, allo stesso tempo, un appello. Un appello al suo collega di governo, il ministro degli Esteri, Enzo Moavero Milanesi, che, spiega Trenta, è competente per il monitoraggio sulla produzione e il trasferimento di armi che dall’Italia vengono spedite alla monarchia degli al-Saud: “Ho chiesto un resoconto dell’export, o del transito, come rivelato in passato da alcuni organi di stampa e trasmissioni televisive che ringrazio, di bombe o altri armamenti dall’Italia all’Arabia Saudita – scrive il ministro – Fino ad ora, erroneamente, si era attribuita la paternità della questione al ministero della Difesa, mentre la competenza è del ministero degli Affari Esteri, al quale venerdì scorso ho inviato una richiesta di chiarimenti, sottolineando, laddove si configurasse una violazione della legge 185 del 1990, di interrompere subito l’export e far decadere immediatamente i contratti in essere”.
Una posizione netta che ricalca quella del Movimento 5 Stelle che più volte ha accusato i precedenti governi di marca Pd di anteporre gli interessi economici dell’industria bellica alla legge. Proprio la 185/90 citata da Trenta è chiara su questo punto: “L’esportazione, il transito, il trasferimento intracomunitario e l’intermediazione di materiali di armamento sono vietati verso i Paesi in stato di conflitto armato, in contrasto con i principi dell’articolo 51 della Carta delle Nazioni Unite, fatto salvo il rispetto degli obblighi internazionali dell’Italia o le diverse deliberazioni del Consiglio dei ministri, da adottare previo parere delle Camere”. Il Trattato delle Nazioni Unite sul commercio internazionale di armi vieta anche l’esportazione di armamenti a Paesi che potrebbero usarle in violazione dei diritti umani.
“La mia è una sana preoccupazione politica e da essere umano – continua il ministro -, peraltro condivisa da Onu e Parlamento europeo. Affrontiamo il tema, non possiamo girarci dall’altra parte! In questo senso, ho ovviamente allertato il collega Moavero, che sono certa si interesserà quanto prima dell’argomento”. Più che una promessa, quindi, quella di Trenta sembra una sollecitazione al collega titolare degli Esteri su un argomento spinoso per l’Italia, visto che dall’export di armi all’estero l’Italia ha ricavato 10 miliardi di euro nel 2017 e 14,5 miliardi nel 2016. Con le monarchie del Golfo come principali acquirenti.