Enrico Mentana, Stefano Feltri, Piergiorgio Odifreddi e Massimo Bordin sono tra gli ospiti dell'evento che si svolgerà dal 21 al 23 settembre. Al centro politica e attualità
“Come può sopravvivere la democrazia in un’epoca in cui c’è assoluto bisogno di conciliare la partecipazione diretta e immediata dei cittadini alla vita politica con la necessità di preservare le regole inviolabili del confronto democratico?”. Intorno a questa domanda graviteranno i dibattiti di Lezioni di democrazia, tre giorni di incontri, interviste, presentazioni di libri, letture di grandi classici e approfondimenti presso il Teatro Libreria Caffeina a Viterbo. Dal 21 al 23 settembre tanti ospiti tra professori universitari e giornalisti sono stati invitati dal direttore artistico di Caffeina Filippo Rossi a dire la propria sul rapporto tra democrazia, popolo e potere. Tutti gli eventi in programma saranno ad ingresso libero fino ad esaurimento posti.
Enrico Mentana, Stefano Feltri, Piergiorgio Odifreddi, Massimo Bordin, Alessandro Gilioli, Giovanni Orsina, Edoardo Novelli, Luigi di Gregorio, Francesca Scopelliti, Sergio Talamo e Vittorio Pezzuto sono alcuni dei protagonisti dell’iniziativa. Si confronteranno su diversi temi di attualità, discutendo anche quali siano gli strumenti di controllo più adatti per garantire il confronto democratico. Durante la tre giorni si dibatterà anche su come i social media sono entrati nella vita pubblica – ad esempio durante le campagne elettorali – e su quali siano vantaggi e svantaggi di questo nuovo modo di comunicare.
“Il nostro obiettivo è quello di rendere Lezioni di Democrazia un appuntamento fisso a Viterbo – spiega il direttore artistico di Caffeina Filippo Rossi -, un momento per favorire la libera circolazione delle idee, principio cardine di ogni esercizio democratico”. Specialmente in questo periodo “l’attenzione sul tema è massima e quindi vogliamo approfondirli per arrivare a capire se la democrazia sia o meno in crisi – conclude Rossi -. Un argomento più che mai attuale anche alla luce della condanna del Parlamento europeo all’Ungheria di Orbàn”.