La Camera stenta a mettere la terza. Soprattutto dopo la ripresa dei lavori, dopo la pausa estiva, l’assemblea di Montecitorio ha un calendario non proprio fitto di impegni. La prossima settimana è un esempio: all’esame dell’Aula ci saranno solo mozioni delle opposizioni. Una, di Forza Italia, sul doppio passaporto che l’Austria vorrebbe dare agli altoatesini, un’altra, sempre di Forza Italia, sulle iniziative per Roma Capitale, una terza, del Pd, firmata da Graziano Delrio sulla posizione dell’Italia al Consiglio europeo dedicato alla risoluzione del Parlamento europeo sull’Ungheria. Tutte saranno votate giovedì 27 settembre. Temi importanti, ma che non hanno a che fare con il potere di legiferare. La conferenza dei capigruppo ha dato il via libera all’agenda dei lavori, compreso al ritorno in Aula con un disegno di legge (finalmente): sarà l’1 ottobre e in discussione ci sarà il provvedimento sulla class action. I capigruppo, tra l’altro, all’unanimità hanno deciso anche un contingentamento dei tempi. Tutti d’accordo, quindi? Macché.

Per il Pd se alla Camera si lavora poco è colpa del governo e della maggioranza M5s-Lega: “L’esito della capigruppo di oggi ci consegna un Parlamento impegnato a lavorare esclusivamente su propria iniziativa – dice Enrico Borghi, Pd – Sono scomparsi dai radar i provvedimenti del governo, e l’Aula sarà impegnata la prossima settimana per un solo giorno di votazioni su mozioni proposte da gruppi di opposizione”. Nel frattempo, denuncia Borghi, la maggioranza “impedisce che le nostre leggi vengano esaminate dalle commissioni per arrivare in Aula”. Per il parlamentare del Pd è la “riprova dello scontro interno al governo che paralizza la produzione di provvedimenti legislativi. Se facciamo un confronto con i primi 100 giorni dei governi della scorsa legislatura, non c’è dubbio che questa sia la maggioranza del cambiamento. In peggio”.

Per il governo e per la maggioranza M5s-Lega, invece, se alla Camera si lavora poco è colpa del Pd e in generale delle opposizioni. “Noi – spiega il ministro per i Rapporti con il Parlamento Riccardo Fraccaro – la prossima settimana, eravamo pronti a portare in Aula il testo di legge sulla class action ma tutte le opposizioni ci hanno chiesto di poter lavorare di più in commissione per poter approfondire il testo”. Fraccaro respinge le accuse di indolenza: “Mi sorprende molto – sottolinea Fraccaro, al termine della conferenza dei capigruppo – che il Pd si lamenti, anche perché c’è stata una grande condivisione del calendario dei lavori”.

Il ddl Class action, ricorda tra l’altro Fraccaro, fu “approvato all’unanimità alla Camera” ma dopo pochi giorni dal voto la ministra per i Rapporti col Parlamento Maria Elena Boschi “era corsa dai giovani della Confindustria a rassicurarli che al Senato il governo avrebbe bloccato il testo. Così è andata: hanno illuso i cittadini che avrebbero fatto una legge a loro tutela e poi l’hanno bloccata. Noi, governo e maggioranza, eravamo pronti a mettere il provvedimento in calendario la prossima settimana ma, alla richiesta dell’opposizione, abbiamo dato la nostra massima disponibilità. Quindi il Pd non ci venga a dire che si lavora poco. Tutto questo è ridicolo ed evidentemente strumentale”.

Nel frattempo, oltre al ddl class action, altro materiale per far lavorare le Camere saranno, annuncia il presidente del Consiglio Giuseppe Conte il ddl Anticorruzione su cui ha lavorato il ministro Alfonso Bonafede e il testo di conversione del decreto legge sulle emergenze, che comprende i fondi per il crollo del Ponte Morandi di Genova e per il terremoto di Ischia.

Cos’ha fatto l’Aula della Camera dalla ripresa dei lavori di fine vacanze? Il 4 settembre, in una seduta straordinaria, ha ascoltato le comunicazioni del governo sul crollo del Ponte Morandi. Una settimana dopo (l’11 settembre) ha discusso di varie mozioni di vari partiti sulle imprese che delocalizzano e sul reddito di inclusione e ha cominciato a discutere il Milleproroghe, proseguendo il giorno successivo (il 12), quando doveva essere in programma anche un question time con il capo del governo Conte che però è saltato quando l’esecutivo ha posto la fiducia proprio sul Milleproroghe, votata la sera stessa. Il giorno dopo (il 13) il Milleproroghe è stato approvato dopo una seduta-fiume in notturna dovuta all’ostruzionismo del Pd; nello stesso giorno era stata fissata anche la discussione sul rendiconto per l’esercizio 2017 e l’assesstamento per il 2018, provvedimenti pro forma. Al 18 ancora interpellanze e interrogazioni e ancora il pro forma su esercizio 2017 e assestamento 2018. Oggi invece la Camera ha dato l’ok alla procedura d’urgenza per l’esame della proposta di legge sulla videosorveglianza negli asili-nido e nelle residenze per anziani e disabili per prevenire abusi e maltrattamenti. La prima firmataria è Annagrazia Calabria, deputata di Forza Italia. Dopo i ministri dell’Istruzione e della Salute Marco Bussetti e Giulia Grillo hanno risposto nel question time a interrogazioni a risposta immediata di Leu, M5s, Pd, PiùEuropa, Lega, Fratelli d’Italia. Venerdì, invece, l’ultimo giorno di lavoro: si discuteranno interpellanze urgenti.

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